INTEGRALISMO CELTICO O ISLAMICO?

di giovanni perazzoli

[nella foto, Mario Borghezio, un rappresentante della civiltà celtica presso il parlamento europeo a nome della Lega]

Basta avare un minimo di percezione di che cosa sia la storia per restare sgomenti davanti ai buffoni che mettono l’elmo … celtico. Un po’ come se degli americani si vestissero da indiani, esibendo la loro identità con tanto di penne sulla testa. Nessuna percezione di che cosa è stato il mondo romano (che non è Roma, la città, altra confusione enorme). Il passato nelle teste senza storia si contrae in un attimo.

Occorre un certo sforzo per immaginare secoli e secoli vissuti da generazioni nella convinzione di un modo politico eterno. Persino l’arrivo dei Franchi, dei Longobardi (una delle prime fonti che nomina i Longobardi è di mercenari reclutati nell’esercito romano per combattere i persiani in Siria), o dei Vandali in Spagna – non cambia la base linguistica latina. Un caso diverso in Medio Oriente, dove l’arabo però soppianta l’aramaico, il greco e dove il latino non aveva lo spazio che aveva in Europa. In realtà ogni fenomeno radicale (ha ragione Roy) è insieme l’invenzione di radici inesistenti. Di un passato deculturalizzato. Vale per l’Islam radicale, per il fascismo che inventa una romanità fasulla e irreale, vale per i miti germanico ariani del nazismo, vale per la Lega. Farà piacere a Salvini di essere così prossimo al fondamentalismo islamico.

 
 

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