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La crisi dei partiti la crisi del paese

di riccardo mastrorillo

apriamo un consultorio per politici disorientati

Le dimissioni, apparentemente irrevocabili, di Nicola Zingaretti, da segreario del Partito democratico disvelano, se ancora ce ne fosse bisogno, il declino assoluto della politica e dei partiti nel nostro paese. Le analisi superficiali e miopi dei media e degli stessi dirigenti politici assegnano la responsabilità della crisi alle divisioni interne, alle correnti, ai personalismi e magari a qualche congiura promossa da un complotto internazionale. La crisi è banalmente prodotta dall’assenza totale della politica. Continua la lettura di La crisi dei partiti la crisi del paese

La demolizione delle istituzioni

c’era un folle che, per paura di essere defenestrato dal terzo piano, decise di demolire l’intero palazzo…

di riccardo mastrorillo

Avevamo salutato la nascita del governo Conte 2, come reazione democratica a chi chiedeva i “pieni poteri”. Il rischio di una deriva populista, illiberale e indemocratica, ci apparse lo scorso agosto più evidente, per la salute pubblica, dell’aumento dell’Iva o del paventato “esercizio provvisorio”. Continua la lettura di La demolizione delle istituzioni

PENSIERINI DI LEGISLATURA: RIAVVOLGIAMO IL NASTRO

di enzo marzo

Commentatori e politici stanno spargendo a piene mani una grande bufala. I risultati europei hanno rovesciato i rapporti di forza tra la Lega Ladrona e il Movimento 5s, e quindi è giusto che il Presidente del consiglio effettivo sia Salvini, il quale ha in mano le sorti del governo e della legislatura. Niente di più falso. Il Parlamento risponde alla composizione fissata dalle elezioni politiche dell’anno scorso. Ne dovrebbero prendere atto tutti, a cominciare dal Capo della Lega. Anzi, i sondaggi ufficiosi e anche quelli ricavabili dalle Europee e da alcune Amministrative dovrebbero far pensare a un probabile rovesciamento di forze tra lega e M5s e dovrebbero quindi impegnare le teste sempre più vuote dei nostri mediocrissimi politici a come rimediare a un possibile disastro. Senza arrendersi prima del tempo. La bufala prima descritta serve solo a convincere i più al fatto che sia ormai ineluttabile la resa al nazionalismo, alla cialtroneria, alla destra estrema. Noi gridiamo che tutto questo è falso, e addirittura criminale nei confronti della nostra democrazia.

Riavvolgiamo il nastro e torniamo ai  titoli di testa.

Nel parlamento NON esiste una sola maggioranza possibile. Perché nessuno lo ricorda?

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I TESTIMONI DEL NULLA

Dato che non esiste oggi in Italia alcun problema che richiederebbe un po’ di opposizione, il buon Zingaretti continua renzianamente a tener chiuso il Pd nel suo splendido isolamento, ma preannuncia fuoco e fiamme: «Serve una rivoluzione… andiamo casa per casa, torniamo a suonare i campanelli». Cittadini, state accorti. Se vi bussano alla porta, non aprite: o sono i Testimoni di Geova o i Testimoni del Nulla.

la lepre marzolina – domenica 14 luglio 2019

A LIBRO PAGA?

Zingaretti trasuda felicità. Ha perduto solo 111.545 elettori rispetto al disastro elettorale renziano dell’anno scorso. E Zingaretti ne è contentissimo. Poi nel pomeriggio arriva l’addio al Piemonte. E che importa!? Zingaretti resta contentissimo. Anche se dei sei milioni e 200 mila di voti perduti dal M5s allo sbando non gliene è venuto neppure uno, neppure per sbaglio, Zingaretti è contentissimo. A lui (se ne mostra convinto) bastano poche settimane per passare dal 22% al 51%. Non ha mezze parole: «Se cade il governo ritengo che la via giusta sia dare parola agli elettori». E così finalmente far trionfare Salvini. Definitivamente. E dal basso del suo 22% Zingaretti sarebbe contentissimo come una pasqua di fargli questo regalo.

Noi ci arrovelliamo per trovare una ragione di tanta contentezza. Non è che al Nazareno si è rinserrato un folle masochista, fuggito da qualche ospedale psichiatrico travestendosi da Segretario del Pd? Naturalmente scartiamo la sola altra spiegazione che ci viene in mente: ci rifiutiamo di pensare che Salvini lo tenga a libro paga. Sappiamo che i segretari del Pd per antica tradizione lavorano gratuitamente h24 per i loro avversari.

La lepre marzolina – lunedì 27 maggio 2019

“DIVERSAMENTE RENZIANO”

“L’Italia non funziona anche per colpa dei No al referendum” : così Zingaretti , mostrando  tutta la sua approssimazione, coglie almeno  3 risultati:

1. Intestare a se stesso neosegretario del Pd la pesante sconfitta del referendum del 4 dicembre 2016 che segnò la fine politica di Renzi;

2. Offendere, non rispettandolo e mostrando di non aver compreso la lezione, i milioni di donne e uomini, moltissimi di centro sinistra, che a stragrande maggioranza hanno irreversibilmente bocciato con il No la strampalata e poco democratica riforma Renzi/Boschi;

3 .Allontanare dal suo partito che sbandiera il verbo “includere” e la parola “plurale” moltissime persone anche ben disposte, molte delle quali lo hanno votato alle recenti primarie. Complimenti !

IL TRASFORMISMO NEL PD. Perché Zingaretti si allea con De Luca in assenza di una presa di distanza dell’ex sindaco di Salerno da Renzi?

di franco pelella

Caro direttore, martedì scorso a Napoli si è svolto un incontro di vari esponenti del Partito Democratico con Nicola Zingaretti, il governatore del Lazio che aspira a diventare segretario del partito. Ad organizzare il dibattito è stato soprattutto il politologo Mauro Calise, fino a qualche mese fa renziano di ferro ed ora improvvisamente seguace di Zingaretti, ma erano presenti, quali anfitrioni, anche Marco Sarracino, Nicola Oddati e Teresa Armato, esponenti, rispettivamente, dell’area Orlando, di Vincenzo De Luca e dell’area Franceschini.

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