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IL TRIONFO DEL RIDICOLO: COME DRAGHI DIVENTA CHURCHILL E MORRICONE MOZART

Il corona virus ha senz’altro un piccolo merito. Mai come in questi mesi è stato messo a nudo fino a che punto la stampa nazionale è lo specchio del paese. Ne è uscita un’immagine a tratti ripugnante. Gli esempi sono tanti, troppi. Cominciamo dall’ultimo.

Mario Draghi, intervenendo alla kermesse “suoni e luci” della più malfamata associazione cattolica che da decenni sposa Fede & Affari (il più famoso di Cl rimarrà sempre il Celeste corrotto), ha pronunciato un discorso totalmente pieno di niente. C’è voluta grande abilità a copiare tutti i luoghi comuni di un qualunque politicante di oggi con lo spartito già usurato: giovani, scuola, verde, lavoro, web. Ma la grancassa mediatica quasi al completo si è scatenata. Chi in odio verso Conte, chi per abitudinaria piaggeria, chi nella speranza di inciuci storici, chi auspicando –  non si sa perché – un più facile assalto alla diligenza dei quattrini europei, quasi tutti hanno scoperto che a Rimini era stato pronunciato un discorso storico alla Churchill, alla Kennedy o alla Luther King. Più probabilmente Draghi si è voluto nascondere dietro al vuoto per non cadere nelle trappole che gli stanno preparando, e al massimo si è lasciato scappare che non gli dispiacerebbe fare il ministro del Tesoro dell’Europa. Ma questo purtroppo non dipende né dalla platea né dal parterre di Rimini.

Il caso Draghi è quasi un esempio di scuola del conformismo italico in politica. Negli ultimi anni non erano mancate prove di esagerazione ridicola. Finché non si è sgonfiato da solo in un sol giorno, era diventato uno statista persino un mediocrissimo politicante di paese come Salvini. Altri politici o uomini pubblici, soprattutto deceduti, sono stati ricordati come veri eroi della patria. Basti pensare a come è stato rievocato un Cossiga, che al massimo poteva essere additato agli storici come il peggiore Presidente della Repubblica della storia del dopoguerra. Ovviamente assieme a Segni e a Napolitano. O come improvvisamente è diventato un insuperabile imprenditore un re delle mazzette come Romiti.

Numerosi altri casi hanno rivelato la totale perdita di misura e di spirito critico in tutto i campi.

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