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Les jeux sont faits

QUANDO L’IDIOZIA E’ EREDITARIA: “Queste elezioni sono Libertà contro Marxismo. Scegliete saggiamente e votate Trump”, ha affermato il figlio del presidente. h. 14,45

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I giochi sono fatti. Siamo arrivati finalmente alla vigilia delle elezioni presidenziali americane. Non sappiamo come andranno. Sappiamo però che saranno “epocali”. Chiunque sarà il vincitore. E siamo sotto la minaccia di Trump di non accettare il risultato, se sarà per lui negativo. Gli Stati Uniti in effetti sono stati disuniti sempre, la società americana è la somma di due profonde contraddizioni che vengono da lontanissimo. Paradossalmente sono scritte assieme: costituiscono il primo e il secondo emendamento alla Costituzione americana. Siamo nel 1791. In contemporanea con la resa della Bastiglia anche oltre l’oceano viene affermato solennemente il principio delle libertà, di culto, di parola e di stampa. Il mondo fa un balzo avanti. Il primo Emendamento è esemplare, il secondo è il prodotto di un’altra cultura («il diritto dei cittadini di possedere e portare armi non potrà essere violato»).

Gli europei devono essere assai grati agli americani, perché nel secolo scorso questi hanno salvato per ben due volte la civiltà occidentale, anzi, la civiltà tout court, pagando un prezzo di sangue spaventoso. Da questa indimenticabile considerazione nasce una doverosa riconoscenza. Che però non ci deve far trascurare la schizofrenia della società americana. Le due Americhe sembra proprio che non riusciranno mai a trovare un accordo.

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LO SPIRITO DEL TEMPO: LA SCURRILITÀ

Un confronto, tra Biden e Trump, imbarazzante e umiliante per l’intelligenza degli elettori. Uno scontro tra un bullo cacciaballe con le sembianze di un bull dog e un uomo anziano e dimesso, manifestamente privo della statura politica per la carica istituzionale alla quale aspira.

Resta il desolante senso di vuoto dopo una corrida permanente di voci sovrapposte con un mediatore che faticava a gestire i passaggi. Un parapiglia dove non si parla mai di un preciso oggetto, le politiche per il Paese e il mondo, buttandola in caciara, in insulto, in invettiva a prescindere. Per Trump il suo avversario è solo un vecchio stupido rincoglionito; per Biden, Trump è un bugiardo impostore. Nulla di meno, niente di più. Un confronto pubblico, istituzionale trasformato in lite scomposta da trivio, logica da mucchio selvaggio o da grande fratello, per non comunicare nulla,  guerriglia di movimentazione verbale o linguale nucleo della comunicazione del cosiddetto “dibattito”. Deprimente.. è deprimente. Hegel redivivo farebbe fatica a trovare nelle scurrili invettive dell’orrido Trump lo spirito del mondo. Il guaio per noi è che lo spirito del tempo è questo

NON SI SA MAI

Non c’è che dire, la destra internazionale con questo Coronavirus ha dato la dimostrazione di che stoffa sia la sua classe dirigente in vari continenti. Bolsonaro, Johnson e il grande Trump si sono allineati sulla stessa linea, per poi rimangiarsela più volte. Il peggiore è  il Presidente americano. Le sue conferenze stampa ricordano la pubblicità del brodo Star (io le cretinate le “faccio come voi a casa vostra, ma più in grande”). Gli americani suoi fans lo amano. Nei telegiornali si è vista una manifestazione di estrema destra con un mezzo migliaio di persone, una appiccicata all’altra, con cartelli a favore del Presidente o per la fine del lockdown. Molti sono in tuta mimetica paramilitare con fucili pronti a sparare dalle 750 alle 900 pallottole al minuto, perché – non si sa mai – potrebbe comparire all’improvviso il Covid 19.

la lepre marzolina – domenica 19 aprile 2020