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LE BI-MELONI

di enzo marzo

I politici spesso sono doppi, dicono e non dicono, in Italia però abbiamo un caso particolare, direi unico: abbiamo due persone, che si chiamano Giorgia Meloni, entrambe impegnate in politica. Nello stesso tempo  affermano e fanno, l’una, una cosa, e, l’altra, esattamente l’opposto. Sembra che convivano benissimo insieme. Anche perché si sono bene organizzate. Per esempio, una fa l’assenteista alla Camera e  contemporaneamente l’altra fa l’assenteista al consiglio comunale di Roma, per poi trovarsi miracolosamente d’accordo a gridare contro i 5 stelle  che cercano solo “poltrone”. Per tutto il resto sono fieramente l’una contro l’altra.

La biMeloni 1 è nazionalista e quindi è fiancheggiatrice degli stati sovranisti che intendono sfasciare l’Unione europea e a imporre un trattamento durissimo all’Italia, la biMeloni 2 invece è europeista opportunista e secondo lei l’Unione europea dovrebbe controllare gli egoismi sfacciati di alcuni paesi, come l’Olanda, e sganciare soldi senza condizioni; la biMeloni 1 è nello stesso Gruppo dei “conservatori e riformisti” assieme al partito anti-Ue “Forum per la democrazia” (FvD) di Thierry Baudet promotore della mozione che impone al governo olandese FvD di non indietreggiare sulla condizionalità per l’utilizzo del fondo salva-Stati MES, la biMeloni2 chiede all’Europa collaborazione e soprattutto soldi senza condizioni, e quindi è contrarissima al MES e attacca il governo Conte che non riesce a superare l’egoismo olandese degli amici di biMeloni 1.

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QUALE CIVILTÀ DIFENDONO?

di  giovanni vetritto

L’incrocio micidiale tra la diffusione urbi et orbi dei bassi istinti di qualunque utente di social network e la legittimazione di quelli stessi bassi istinti da parte di classi politiche illiberali e antidemocratiche dovrebbe almeno avere un limite: quello della coerenza tra le diverse follie vomitate in pubblico sotto la stessa insegna.

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FALSA PARTENZA

di giovanni vetritto

La nomina di Ursula Von Der Leyen al vertice della Commissione europea è stata la maldestra conclusione di una fase di apertura della nuova legislatura europea che non è esagerato definire  preoccupante per il basso profilo.

Di fatto, il negoziato per le nomine si è aperto come se le elezioni non si fossero affatto tenute e se i relativi risultati non contassero nulla. Anzi, se una attenzione è parsa emergere, è stata quella alle potenziali reazioni, sulle singole decisioni, dei cosiddetti “sovranisti”: ovvero, gli unici certi sconfitti delle elezioni, i “barbari” che dovevano conquistare il continente, che solo un anno fa tutta la stampa mainstream d’Europa temeva come potenziali imminenti dissolutori di mezzo secolo di sforzi per l’integrazione, e che hanno viceversa avuto un risultato elettorale catastrofico, e insoddisfacente perfino nei due Stati ancora democratici nei quali la loro pur parziale affermazione è innegabile (ovvero Francia e Italia; del tutto improprio allargare la visione a uno Stato ormai pressoché del tutto privo dei requisiti democratici minimi qual è l’Ungheria di Orban).

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CULTO PER L’ILLEGALITÀ

Molti studiosi si stanno rompendo la testa cercando di individuare ciò che lega i sovranisti europei. Che, essendo nazionalisti, curano soltanto i propri interessi, anche se sono palesemente contrari a quelli dei loro alleati. Eppure ci sarà qualche alto ideale che dà forza alle loro parole. Io lo so qual è. Ne ho la certezza. Anche Farage, con i suoi imbroglietti da 450 mila sterline emersi oggi, ne è la prova del nove. Farage, il v.cancelliere austriaco Strache, Le Pen, per non citare il nostro Salvini, hanno tutti le mani sporche di marmellata. Sono uniti da un profondo culto per l’illegalità. Non solo rubano sulle note spese o trafficano coi russi o inquattano 49 milioni di euro o difendono pubblicamente i bancarottieri fraudolenti dopo averli inseriti nel governo, ma fanno tutto questo sfacciatamente. Convinti  come sono di depenalizzare moralmente le loro truffe e addirittura lo stesso concetto di reato.  A Berlusconi è riuscito perfettamente.

la lepre marzolina – 5 giugno 2019

LA LEZIONE ALBANESE + INCONTRI TRA VERI UOMINI DI STATO

  1. “Non abbiamo perso il senso della storia, sogniamo un futuro migliore e in una Europa compiuta secondo lo spirito dei fondatori.  Uscire dalla UE vuol dire uscire dalla Storia, cambiare la Ue è entrare nel futuro “. (Edi Rama già sindaco di Tirana e premier albanese ). Da noi c ‘è anche chi, come Salvini e altri al governo con lui, fa di tutto per creare i presupposti per uscire o farsi cacciare. Anche strumentalizzando indegnamente la triste  vicenda umana di un centinaia di persone. Imparate la lezione che viene anche da Tirana. A proposito il trota non si era “laureato” in Albania? 
  2. E’ più rilevante che Salvini abbia incontrato “privatamente” ma in una  sede governativa il premier Orban o che Orban abbia  deciso di  incontrare Salvini senza il premier  Conte?