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LA PAROLA OFFENSIVA

Il quotidiano Libero, notoriamente indipendente,  annuncia una querela di Silvio Berlusconi contro Marco Travaglio, colpevole di averlo definito per iscritto “vecchio puttaniere”. Alcuni, in questa prospettiva, hanno iniziato a chiedersi se Travaglio sarà in grado di dimostrare in giudizio una simile attitudine sessuale dell’ex leader. Ma Critica è in  grado di rivelare uno scoop: pare che in udienza B. chiederà a Travaglio di dimostrare che lui sia vecchio.

 vetriolo – 11-05-2018

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PANICO ALLA CASA BIANCA

Meloni in Senato recita il suo discorso scritto: «Non mi ricordo di aver detto che bisognava uscire dall’euro». Giornata memorabile. Forse la più abietta di tutta la sua carriera. Può un Presidente del consiglio andare al Senato della Repubblica e in diretta televisiva, consapevolmente, a freddo, ingannare i senatori e tutti i cittadini italiani con una menzogna sesquipedale su una questione di politica internazionale di massima rilevanza? E tentare di camuffarla con un penoso «non ricordo»?. Da vera statista della Garbatella.

Se non ricordava le posizioni ufficiali del suo partito e il suo stesso pensiero sbandierato per decenni in comizi, in discorsi congressuali, in documenti ufficiali, bastava rivolgersi un attimo prima a qualunque commesso del Senato che senz’altro le avrebbe rammentato la verità.

Ovviamente sulla Rete la reazione è stata immediata e la Giorgia è stata seppellita dai video e da tutte le sue citazioni del passato. Ce n’è una addirittura patetica, spazientita: «Sull’Euro abbiamo detto cento volte che siamo per uscire. Pietà»…. Non mancano le ingiurie: c’è chi la definisce «cazzara nera» solo perché per una volta ha voluto superare in sfacciataggine il suo vicepresidente, il «cazzaro verde», che alternava la maglietta amorosa per Putin con quella NO Euro. Insomma un disastro che potrebbe essere alleviato con delle scuse pubbliche. Ma queste non verranno mai. E la loro mancanza ci lascerà ancora più inquieti e dubbiosi per il futuro. Non è possibile, infatti, che Meloni non sia una sfacciata bugiarda ma davvero non memorizzi i fondamentali della politica italiana? Saremmo in presenza di una drammatica “demenza giovanile” davvero preoccupante per il paese. Figuratevi la scena in cui il Presidente del consiglio, alla Casa Bianca, sta a colloquio con Biden e all’improvviso non ricorda se l’Italia sta nella NATO o no…

la lepre marzolina – venerdì 24 novembre 2023

BIVACCO POP

Per i 75 anni dalla prima seduta del Senato della Repubblica, solenni celebrazioni a Palazzo Madama. La data merita. Nasceva allora il Parlamento repubblicano dopo anni tragici di lotte sanguinose per portare nel nostro paese la libertà politica e per affrancarlo da venti anni di dittatura e di scelleratezze. Ignazio Benito La Russa, Presidente del Senato, ha voluto riscattarsi dalle scemenze da lui dette nelle ultime settimane sulla Costituzione e sulla Resistenza e ha fatto le cose in grande: così oggi, seduta in pompa magna nell’Aula ricoperta di velluti rossi. Ripresa diretta televisiva per convincere vieppiù i cittadini a non andare a votare. I senatori in piedi, Capo dello Stato e Presidente del Consiglio commossi. Tutti ad ascoltare Gianni Morandi mentre canta “Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte” e altre canzonette da discoteca di paese. Si lamenta l’assenza di Amadeus, purtroppo non eletto. Però c’è Renzi che sghignazza canticchiando e Casini che smanetta sul telefonino… La pagliacciata termina con un Inno di Mameli pop. Nessun rossore in Aula.

Così finisce la più vergognosa seduta parlamentare dei 75 anni di storia repubblicana. Saranno in molti ad essere tentati di denunciare il presidente del Senato per vilipendio alle Istituzioni. Ma sbaglierebbero a vedere nella patetica buffonata delle intenzioni malevole. Ha fatto quel che poteva: “La cultura di questi paleofascisti non produce altro, bellezza!!”

Ps: Gli inglesi saranno morti d’invidia con quella loro Incoronazione di Carlo III, davvero sguaiata a paragone con la nobiltà e serietà che La Russa è riuscito a far esprimere oggi da Palazzo Madama.

enzo marzo – lunedì 8 maggio 2023

Renzi sempre più servo di tre padroni

di gian giacomo migone

Nei giorni scorsi il senatore Matteo Renzi – dichiaratamente membro di organismi promozionali di Arabia Saudita ed Emirati Arabi che lo retribuiscono generosamente (cfr. le recenti segnalazioni della Banca d’Italia) – ha superato se stesso. Infatti, in un momento delicato dell’elezione presidenziale, ha avuto il becco di opporsi pubblicamente all’elezione dell’ambasciatrice Elisabetta Belloni, invocando obiezioni, peraltro assurde, di ordine istituzionale. Proprio lui che continua a rifiutarsi di scegliere quale stato servire, come gli impone la Costituzione

Auguriamoci che il Senato, a cominciare dalla sua Presidente Casellati, lo obblighi a fare questa scelta, salvaguardando la propria dignità. Per usare una parola cara al Presidente Mattarella! Da parte nostra cerchiamo di rompere il muro di silenzio, con poche crepe, che circonda questo attacco implicito alla nostra democrazia. 

Silenzio della Presidente del Senato e di Renzi, per ora servo di due o tre padroni

di Gian Giacomo Migone

19 GEN 2022 — 

Altri lo hanno rotto, questo silenzio. Soprattutto “il Fatto Quotidiano” e Adn-Kronos hanno dato ampio spazio alla nostra lettera aperta.  Anche “La Stampa”, “Il Manifesto” e “Critica Liberale” l’hanno riportata.

Sono arrivate altre significative adesioni. Oltre a quella di Savino Pezzotta, già segretario generale della CISL, citiamo  ad esempio le firme di Ersilia Salvato, già vice presidente del Senato, Gabriele Lolli, Alessandra Mecozzi, Filippo Maone, Marina Premoli, Giuseppe Giacobbo Scavo, Bruna Bagnato, Paolo Bertinetti, Lucia Salto, Paolo Candelari, Elisabetta Soletti, Angelo Baracca, Armando Michelizza, David Ellwood, Franco Marenco, Roberto Barzanti, Luca Borzani, Mariuccia Cadenasso.

Restiamo in fiduciosa attesa della risposta della presidente Alberti Casellati che, a nostro avviso, ha il dovere istituzionale di farsi parte diligente.

 

“La Presidente del Senato della Repubblica Maria Elisabetta Alberti Casellati: Renzi scelga tra Senato della Repubblica e promozione dell’Arabia Saudita”

Gentile Presidente, 

incombe al Senato che Ella presiede, il diritto e il dovere di imporre al senatore Matteo Renzi la scelta tra la sua appartenenza al Senato medesimo o ad organismi promozionali di altri stati a cui, per sua ammissione, pure appartiene.

Non occorre alcuna nuova legge e nemmeno apposito regolamento parlamentare perché egli sia tenuto ad ottemperare a tale obbligo. Esso si evince dall’art. 67 della Costituzione secondo cui “ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione” e dal art. 54 che statuisce che “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. Nemmeno le procedure giudiziarie che lo riguardano, come la natura dei governi al cui servizio egli si è posto, aggiungono o tolgono alcunché a tale obbligo che evidentemente esclude ogni doppia appartenenza.

È da osservare, infine, che diversi uomini di governo di altri stati – ad esempio, Tony Blair e Gerhard Schroeder – hanno assunto incarichi analoghi, ma sempre successivamente alla scadenza dei loro mandati parlamentari e di governo. Ne deriva che il perdurare dell’attuale posizione del senatore Renzi costituirebbe un negativo precedente per tutti gli stati democratici che si rifletterebbe sul rispetto anche internazionale che merita il Senato della Repubblica italiana. Tanto più negativo in occasione  dell’elezione del Presidente della Repubblica che richiede a ciascun parlamentare decisioni in rappresentanza e a servizio di una e una sola Nazione.

Gian Giacomo Migone, Luigi Ferrajoli, Tana de Zulueta, Nadia Urbinati, Francesco Pallante, Anna Falcone, Marco Revelli, Tomaso Montanari, Marinella Venegoni, Domenico Gallo, Alfonso Di Giovine, Dora Marucco, Alfiero Grandi, Enzo Marzo, Vittorio Bellavite, Mario Bova, Alberto Bradanini, Anna Chiarloni, Ino Cassini, Roberto La Macchia, Michela Di Macco, Giorgio Ardito, Rossella Guadagnini, Massimo Follis, Elisabetta Grande, Enzo Mattina, Vanna Lorenzoni, Livio Pepino, Cesare Antetomaso, Fabrizio Tonelli, Dario Togati, Andrea Berlingieri, Susanna, Braccia, Massimo Napoleone, Giancarlo Cerruti, Stefano Bonaga, Mauro Campus, Anna Viacava, Aurora D’Agostino, Amedeo Cottino, Roberto Di Leo, Silvia Manderino, Alfio Mastropaolo, Paolo Solimeno, Giovanna Scollo, Carmelo Picciotto, Luciana Nardelli Di Leo.

 Puoi saperne di più e leggere la petizione qui:
https://chng.it/WzGG49HdbH

 

SE IO FOSSI SENATORE…

Se io fossi Senatore, di un qualsiasi Gruppo politico, e tenessi alla dignità personale e dell’Istituzione in cui opero, e fossi assegnato alla Commissione Difesa, alla prima riunione presente Matteo Renzi, mi alzerei e me ne andrei. Motivazione: “io non discuto di questioni di difesa nazionale, che possono essere anche delicatissime, di fronte a uno che prende soldi da un paese totalitario”.

Ovviamente, la stesso ragionamento avrebbe dovuto essere fatto dopo il coinvolgimento di Salvini nella vicenda Savoini, in cui il leghista avrebbe concordato un affare sulla vendita di gasolio, poi non andato in porto, con venditori putiniani che avrebbe prodotto una plusvalenza di 60 milioni di euro destinata al finanziamento della “Lega per Salvini presidente”. Savoini è indagato per corruzione internazionale e Salvini siede nella Commissioni Esteri del Senato.  

AVVISATE I DIRETTORI

di enzo marzo

Avvisate Sallusti, il direttore del “Giornale” di Berlusconi, che ieri le mozioni di sfiducia contro il ministro Bonafede sono state bocciate. Lui non se ne è accorto perché ha titolato a nove colonne: “Bonafede dimezzato, grillini azzerati”. La notizia della doppia sconfitta dell’opposizione si è persa nelle nebbie della cattiva coscienza, dell’informazione servile, della consueta presa per i fondelli dei lettori (che però se lo meritano).

Avvisate Belpietro, direttore della “Verità”, che la da lui tanto annunciata e attesa caduta del Governo , ieri, non è avvenuta perché le opposizioni di destra sono state sconfitte. Il caro Salvini ha aggiunto solo un grano al rosario delle sue catastrofiche iniziative. E non pensi , Belpietro, di aver rispettato le regole giornalistiche perché ha dato la notizia su una misera colonnina… Capiamo il “gran dispitto” del Direttore che il giorno prima aveva ordinato al Senato: “Bonafede deve lasciare”. Ma il Senatus si è permesso di non obbedire alla  “Pravda” dell’estrema destra. E’ davvero una “mala bestia”…

le mani nei capelli

Fate uno sforzo di fantasia. Immaginate di essere l’Italia, un paese malato molto grave, con metastasi dappertutto, disteso sul tavolo operatorio. Un attimo prima che l’anestesista vi mandi nel regno dei sogni aprite gli occhi e scorgete la faccia del chirurgo che vi deve operare al cuore. Un intervento difficilissimo al limite dell’impossibile, e vi accorgete che al posto del primario, non si sa per quale beffa del destino, c’è, bisturi alla mano, il portantino  che vi ha trasportato in camera operatoria. Ricoperto di sudore, non vi resta che offrire il braccio alla siringa che vi farà precipitare nel profondo nero dell’incubo.

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