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IL RUOLO DELLA FEDE

Rieccolo. E’ rispuntato il cardinal Ruini, scomparso da tempo, evidentemente per riposarsi delle fatiche ventennali per sorreggere il berlusconismo.  E il suo secondo debutto reazionario non è meno cialtronesco del primo.  Ci ha tenuto a far sapere che “Salvini ha notevoli prospettive davanti a sé, però deve maturare”. Traduzione: siamo disposti ad appoggiare la Lega Ladrona, ma deve pagare dei prezzi alla Chiesa. Domanda: Il rosario? “Un modo per affermare il ruolo della fede”. Ruini è vecchio e quindi è comprensibile che non riconosca più la blasfemia e abbia dimenticato addirittura i 10 comandamenti, soprattutto il secondo: “Non nominare il nome di Dio invano”. E quindi che un demagogo razzista, per prendere voti dai bigotti, si sbaciucchi il rosario in comizi politici in piazza o al senato gli appare normale e non blasfemo. Ma poi onestamente riconosce che quello è “il ruolo della fede”. Ovvero la fede serve per acciuffare il potere politico. La gerarchia cattolica lo ha sempre fatto. Altrimenti la fede a che serve? Il Cardinale evidentemente in tutta la sua vita non è riuscito mai a darsi un’altra risposta.

RUINI SDOGANA CIO’ CHE NON E’ SDOGANABILE

di franco pelella

Il cardinale Camillo Ruini, storico esponente della destra cattolica, nel corso di un’intervista ha dato delle risposte palesemente inadeguate a due domande su Matteo Salvini tentando di sdoganare quello che non dovrebbe essere sdoganabile. Ruini è rimasto nel vago dicendo che non condivide l’immagine negativa di Salvini senza specificare perché non condivide questa immagine, che Salvini ha notevoli prospettive davanti a sé senza dire se è contento o meno di queste prospettive, che il dialogo con lui è doveroso senza specificare perché sarebbe doveroso e che per i migranti vale la parole del Vangelo sull’amore del prossimo salvo poi dire che non bisogna sottovalutare i problemi che le migrazioni comportano. Colpisce la furbizia di Ruini, il suo dire e non dire, ma è chiaro che si tratta di una captatio benevolentiae che sorvola sui tanti aspetti negativi di Salvini (il razzismo, l’arroganza, la spregiudicatezza, la furbizia, l’autoritarismo, ecc. ecc.). Ma la risposta che più dà fastidio è quella relativa all’abitudine di Salvini di baciare il rosario in pubblico. Qui Ruini si è superato mettendo in dubbio l’evidente strumentalità dell’operazione e facendo cenno ad una presunta reazione al politicamente corretto che è palesemente inesistente.

Cordiali saluti     Franco Pelella – Pagani (SA)