Archivi tag: referendum

per un referendum sulla eutanasia legale

LA FONDAZIONE CRITICA LIBERALE HA DERITO AL COMITATO PROMOTORE PER L’EUTANASIA LEGALE

FINE VITA, DEPOSITATO IL REFERENDUM PER L’EUTANASIA LEGALE IN CORTE DI CASSAZIONE

Presenti i leader Ass.Luca Coscioni, insieme ai rappresentanti del Comitato Promotore e ai famigliari di militanti vittime delle proibizioni. La raccolta delle 500.000 firme per convocare il referendum dal 1 luglio fino al 30 settembre. 

Il Referendum per l’Eutanasia Legale è stato ufficialmente depositato questa mattina in Corte di Cassazione, alla presenza dei leader dell’Associazione Luca Coscioni, tra cui Marco Cappato, Filomena Gallo, Mina Welby, Marco Perduca e Rocco Berardo, insieme a rappresentanti del Comitato Promotore e ai famigliari di chi ha vissuto da vicino il dramma delle proibizioni sulle scelte di fine vita, come Valeria Imbrogno, compagna di Fabiano Antoniani, i genitori e la sorella di Luca Coscioni – Anna, Rodolfo e Monica.

Si tratta di un referendum parzialmente abrogativo dell’art. 579 c.p., sul cosiddetto omicidio del consenziente, l’unica fattispecie che nel nostro ordinamento assume un ruolo centrale nell’ambito delle scelte di fine vita, dal momento che non esiste una disciplina penale che proibisca in maniera espressa l’eutanasia. In assenza della menzione stessa del termine “eutanasia” nelle leggi italiane, la realizzazione di ciò che comunemente si intende per eutanasia attiva (sul modello olandese o belga) è impedito  dal nostro ordinamento.

L’eutanasia attiva è, infatti, vietata sia nella versione diretta, in cui è il medico a somministrare il farmaco eutanasico alla persona che ne faccia richiesta (art. 579 c.p. omicidio del consenziente), sia nella versione indiretta, in cui il soggetto agente prepara il farmaco eutanasico che viene assunto in modo autonomo dalla persona (art. 580 c.p. istigazione e aiuto al suicidio), fatte salve le scriminanti introdotte dalla Consulta con la Sentenza Cappato.

Con il referendum parzialmente abrogativo dell’art. 579 c.p. (omicidio del consenziente), dunque si andrebbe da un lato a distinguere l’aiuto al suicidio, e dall’altro a depenalizzare l’eutanasia, attualmente vietata dalla fattispecie di omicidio del consenziente.

Continua la lettura di per un referendum sulla eutanasia legale

LA TRUFFA DELLA DEMOCRAZIA DIRETTA

Non sappiamo come ringraziare il M5s per la sua meritoria opera di smantellamento della cosiddetta “democrazia diretta”. E tutti coloro che difendono le istituzioni rappresentative e il voto segreto e libero non possono non essere grati a chi non perde occasione per dimostrare urbi et orbi quale truffa sia la pratica della democrazia pseudo diretta. Certo involontariamente. Il  primo test è dato dalla partecipazione sempre incredibilmente scarsa al voto. L’ultima – direi definitiva e più spudorata – prova è fornita dal quesito buffonesco sull’appoggio al Governo Draghi proposto, o meglio imposto, ai votanti: «Sei d’accordo che il MoVimento sostenga un governo tecnico-politico che preveda un super-Ministero della Transizione Ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal MoVimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?». Questa ultima stesura del quesito, sul filo di lana, è riuscita ad affermarsi su altre ipotesi. Per esempio: «Siete cosi fessi da rifiutare un governo affidato dal M5s al presidente Draghi?». Oppure: «Osate opporvi a un governo grillino retto da Draghi, il quale ha copiato sfacciatamente il programma politico del MoVimento?» Oppure: «Dite sì o no al governo Draghi proposto con fermezza dai vostri Capi?». «Postscriptum del Quesito: cari, votate liberamente, intanto le schede sono scrutinate senza alcun controllo da Casaleggio nella sua cucina, presto conoscerete i risultati a lui più graditi».

accordi antiparlamentari

Quando sento la nomenklatura di partiti dire che la riforma Di Maio /Zingaretti sul taglio antiparlamentare è parte dell'”accordo di governo” con espressioni fatalistiche o piangendo lacrime coccodrillesche di chi come il pd o leu votò no per 3 volte su 4, mi indigno. Le costituzioni democratiche non sono appannaggio dei governi alla maniera di Lukashenko. La Costituzione appartiene al popolo sovrano e, come scriveva Piero Calamandrei, quando il parlamento la vota, i membri del governo vanno da un’altra parte.

PAROLA A TERRACINI

UMBERTO TERRACINI ALL’ASSEMBLEA COSTITUENTE: II SOTTOCOMMISSIONE SEDUTA DEL 18.09.1946 E COMMISSIONE PER LA COSTITUZIONE SEDUTA DEL 27 GENNAIO 1947.

LEGGERE E RIFLETTERE, PLEASE !

– «il numero dei componenti un’assemblea deve essere in certo senso proporzionato all’importanza che ha una nazione, sia dal punto di vista demografico, che da un punto di vista internazionale»;

– «la diminuzione del numero dei componenti […] sarebbe in Italia interpretata come un atteggiamento antidemocratico, visto che, in effetti, quando si vuole diminuire l’importanza di un organo rappresentativo s’incomincia sempre col limitarne il numero dei componenti, oltre che le funzioni»;

Continua la lettura di PAROLA A TERRACINI

BUON SENSO E SENSO COMUNE

Il qualunquismo del taglio dei parlamentari, che è taglio della democrazia e della rappresentatività del Parlamento, mi fa tornare in mente, in questo clima di ‘dagli  all’untore’ (il cinese presunto untore a prescindere), il buon e immenso Alessandro Manzoni che descriveva la folla milanese alle prese con la peste: “Il buon senso c’era ma se ne stava nascosto per paura del senso comune “

Tradotto per il referendum: non buttiamo via il bambino (la democrazia parlamentare come luogo di espressione ampia della sovranità popolare plurale e conflittuale) con l’acqua sporca (un ceto partitico che ha avvilito la rappresentanza in forza di sistemi elettorali che impediscono di scegliere i rappresentati secondo un metodo democratico). Dove la democrazia parlamentare rappresentativa è il buon senso  e il qualunquismo antiparlamentare del ‘meglio di meno così paghiamo meno ladri’ è il senso comune.

LA PROPAGANDA SULLA COSTITUZIONE

di  gianfranco pasquino

[Ripubbichiamo questo saggio di Gianfranco Pasquino, che consideriamo esemplare, sulla demagogica politica di riforma della Costituzione perpetrata prima da Renzi e poi – adesso – dal M5s. Noi siamo pronti a riprendere anche subito la battaglia dei Comitati del NO. E’ dal marzo ’18 che denunciamo l’incoscienza della politica isolazionista di Renzi e, purtroppo, dei “diversamente renziani”, che si vanno assumendo una gravissima responsabilità nei confronti della democrazia del nostro paese].

Leggo periodicamente le grida di (finto) dolore emesse da coloro che hanno sonoramente perso il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Sono quasi tutti accompagnati da vere indignate invettive contro i professoroni e soprattutto contro Gustavo Zagrebelsky, il Presidente del Comitato nazionale per il NO. Avremmo, non rispondo a nome suo, ma mi prendo la mia parte, non so quanto grande, di responsabilità, aperto la strada a infinite (non ancora finite) nefandezze. Per di più, di fronte alle nefandezze staremmo tutti zitti mentre il governo Lega-Cinque Stelle è affaccendato nella distruzione della Costituzione “più bella del mondo” (copyright non mio). Sull’aggettivo “bella” ho già variamente e ripetutamente eccepito affermando, senza timore di smentite, che non esiste un concorso di bellezza per le Costituzioni e che, se ci fosse, vincerebbe la Costituzione mai scritta, quella del Regno un tempo Unito. Dopodiché, contrariamente agli scrittori di stupidaggini seriali sul referendum, sulla Costituzione e sul governo, fra i quali annovero da qualche tempo il Direttore del “Foglio” Claudio Cerasa (si veda la sua risposta Antiparlamentarismo e silenzio dei costituzionalisti, alla lettera di un assegnista, sic, di ricerca in Diritto Costituzionale, pubblicata in prima pagina il 19 luglio), entro nel merito. Metto subito le carte in tavola. Ho scritto su tutte le tematiche attinenti il referendum costituzionale: Cittadini senza scettro. Le riforme sbagliate (Milano, Università Bocconi Edizioni, 2015) . Ho anche criticato le, spesso davvero risibili, motivazioni dei sostenitori del sì in NO positivo. Per la Costituzione. Per le buone riforme. Per migliorare la vita e la politica, Novi Ligure, Edizioni Epoké, 2016 .

Continua la lettura di LA PROPAGANDA SULLA COSTITUZIONE

“DIVERSAMENTE RENZIANO”

“L’Italia non funziona anche per colpa dei No al referendum” : così Zingaretti , mostrando  tutta la sua approssimazione, coglie almeno  3 risultati:

1. Intestare a se stesso neosegretario del Pd la pesante sconfitta del referendum del 4 dicembre 2016 che segnò la fine politica di Renzi;

2. Offendere, non rispettandolo e mostrando di non aver compreso la lezione, i milioni di donne e uomini, moltissimi di centro sinistra, che a stragrande maggioranza hanno irreversibilmente bocciato con il No la strampalata e poco democratica riforma Renzi/Boschi;

3 .Allontanare dal suo partito che sbandiera il verbo “includere” e la parola “plurale” moltissime persone anche ben disposte, molte delle quali lo hanno votato alle recenti primarie. Complimenti !

“DEMOCRAZIA DIRETTA” SINONIMO DI TRUFFA

Siamo molto soddisfatti per le votazioni operate sulla Piattaforma Rousseau, perché hanno definitivamente chiuso ogni discussione sulla “democrazia diretta”. Ringraziamo Casaleggio per aver chiarito in maniera così incontrovertibile che la democrazia diretta “alla M5s” è una vera e propria truffa, su cui paradossalmente dovrebbe indagare la Procura della repubblica. Si può rintracciare nell’ultima votazione su Salvini, che ha decretato la definitiva entrata del M5s nella Casta, il “combinato disposto” di tre “delitti” 

Continua la lettura di “DEMOCRAZIA DIRETTA” SINONIMO DI TRUFFA

UN NO AL REFERENDUM ATAC DI ROMA

di andrea costa

L’11 novembre i cittadini romani si pronunceranno, con voto consultivo, sul Referendum radicale di mettere a gara tutti i servizi di trasporto pubblico di linea e non di linea Essa viene presentata come l’alternativa in grado di modificare una situazione collassata poiché, si argomenta, Il problema ha origine nella condizione di monopolio in cui viene svolto il servizio, mentre la concorrenza determinerebbe migliori prestazioni e migliori indirizzi e controlli da parte del Comune.  Ma è proprio così?

Atac è indifendibile per la disinvolta gestione che la caratterizza da molti decenni, con produzioni di debito, invecchiamento delle vetture e delle infrastrutture, obsolescenza tecnologica, incapacità gravi nell’organizzazione del personale. Una “mala gestione” costellata da fenomeni di corruzione, prodotta da una elefantiaca dirigenza frutto del clientelismo partitico. È lampante la corresponsabilità di questa dirigenza e del Comune, unico azionista di Atac, nella crisi di Atac.

Continua la lettura di UN NO AL REFERENDUM ATAC DI ROMA