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DOMICILIARI

Non si era mai visto un successo così repentino e clamoroso di un quotidiano. Il Direttore Sansonetti (quello che voleva Berlusconi al Quirinale) aveva preannunciato che la battaglia principale del suo nuovo “Riformista” era per l’abolizione del carcere. Detto fatto. Dopo 48 ore il suo editore è stato arrestato , ma niente carcere. Grazie all’autorevolezza del “Riformista” di Sansonetti è stato mandato ai “domiciliari”.

la lepre marzolina – 31 ottobre 2019

CREDERE, OBBEDIRE, COMBATTERE

di enzo marzo

Rivogliamo immediatamente Maria Giovanna Maglie in Tv e in un posto strategico per la propaganda politica. Noi siamo reazionari, siamo per questo “governo vintage”, che come tutti i governi vintage si dicono per “il cambiamento”. Basta non specificare la direzione del cambiamento. Il “governo vintage” fortemente è teso verso il passato remoto e remotissimo: e quindi coltiva con la stessa cura che serve per le piante bonsai la “cultura razzista e fascista” della buon’anima e recupera fior da fiore i più fedeli trasformisti servitori del potere. Qualunque potere, certo, secondo le stagioni. Continua la lettura di CREDERE, OBBEDIRE, COMBATTERE

NO, NON “E’ GIORNALISMO”: DIO MIO COME SIAMO CADUTI IN BASSO…

Riportiamo dal Fatto.it questa straordinaria notizia:

«È il giornalista Mattia Feltri il vincitore della 22esima edizione del premio ” È Giornalismo”, fondato da Indro Montanelli, Enzo Biagi, Giorgio Bocca e dall’imprenditore Giancarlo Aneri. Lo ha deciso la giuria, ora composta dallo stesso Aneri, come presidente, e da Giulio Anselmi, Mario Calabresi, Massimo Gramellini, Paolo Mieli, Gianni Riotta e Gian Antonio Stella. Mattia Feltri, bergamasco, 49 anni, è figlio d’arte: suo padre Vittorio è una delle firme più conosciute del giornalismo italiano. E a questo ha fatto riferimento Giancarlo Aneri nell’esprimere la sua soddisfazione per la scelta della Giuria “perché con questo meritatissimo premio a Mattia, in fondo si dà anche un riconoscimento alla storia giornalistica familiare”. Feltri ha iniziato la sua carriera giovanissimo al Giornale di Bergamo, per poi passare al Foglio e quindi, dopo una breve parentesi a Libero, fondato dal padre, nel 2005 alla Stampa, di cui oggi è capo della redazione romana».

Avete letto bene? Adesso decifriamo la notizia:

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CARI DI MAIO E DI BATTISTA, CHI SONO LE PUTTANE?

di ferruccio sansa  (da ilfattoquotidiano.it)

C’è soprattutto disprezzo in quella parola, “puttane”, usata da Di Battista. Per i giornalisti, ma anche per le prostitute. Per le persone in generale. Un modo di esprimersi misero e inadeguato. Prima ancora che grave. Non voglio difendere i giornalisti. Abbiamo le nostre colpe. Tanti sono stati servili in questi anni, invece che vigili. Hanno preferito la dipendenza alla libertà. Come gli italiani, del resto, che hanno osannato prima Berlusconi, poi Monti, poi Renzi e ora Salvini e Di Maio. Come la nostra classe politica peraltro. E qui verrebbe da fare qualche domanda al duo di statisti Di Maio-Di Battista.

Sono puttane solo i giornalisti o anche quelli che per anni hanno soltanto detto “sì”, piegando il capo agli ordini del grande capo?

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