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PROPOSTA: CAMBIAMO ROTTA ALL’EUROPA – DALL’EUROPA DEI GOVERNI ALL’EUROPA DEI CITTADINI – ALL’INTERNO DELL’UE UN’AREA DI PAESI UNITI IN UNO STATO FEDERALE

Pier Virgilio Dastoli – Enzo Marzo

HANNO ADERITO: Massimo Alberizzi, Ruby Ellen Berolo, Romano Boni, Antonella Braga, Antonio Caputo, Franco Caramazza, Augusto Cerri, Emiro Endrighi, Rosalia Garzitto, Maria Mantello, Riccardo Mastrorillo, Antonio Padoa Schioppa, Gianfranco Pasquino, Pierfrancesco Pierangelini, Paolo Ridola, Niccolò Rinaldi, Ruggero Rondinella, David Ruffini, Francesco Torrigiani, Nicola Vallinoto, Pasquale Verginelli, Giovanni Vetritto

QUI IL LINK PER SCARICARE IL PDF DELLA PROPOSTA “CAMBIAMO ROTTA ALL’EUROPA”

di comitato di associazioni, cittadine e cittadini per uno stato federale europeo

PREMESSA

I nazionalismi nel ‘900 hanno provocato indicibili tragedie, facendo precipitare l’umanità nel suo punto più basso.
Il fanatismo e l’egoismo scaturiti nello spazio geopolitico europeo a causa di quello che Einaudi giudicava «l’immondo idolo dello stato sovrano» hanno portato per due volte gli stati europei a distruggersi tra di loro, con milioni di morti e l’annientamento di ogni etica pubblica e privata.
Da questa constatazione, recuperando i valori fondamentali della critica e della libertà per tutti, alcuni spiriti illustri concepirono il disegno necessario, ancor prima che ideale, dell’unità europea.
E le istituzioni di quella che è divenuta l’attuale Unione Europea nacquero, alla fine del secondo conflitto mondiale, da uno sforzo di cooperazione e di rinuncia parziale a un bruto perseguimento dell’interesse nazionale.
L’accordo fu perseguito dalle componenti più avanzate delle tre grandi tradizioni di cultura politica del continente, liberalismo cosmopolita, socialismo internazionalista e popolarismo universalista.
La formazione dell’Europa unita e federale è stata però lentissima, mai realizzata pienamente e poi sostanzialmente abbandonata con il prevalere degli interessi nazionali e in anni recenti di fatto travisata, con la riduzione dell’idea dell’unità europea a semplice conglomerato di stati rappresentati dai loro governi.
Gli Stati Uniti d’Europa devono essere ben altra cosa: il riconoscimento di una comune identità fondata storicamente sui valori nati e cresciuti in seno ai paesi europei, ben rappresentati dalla divisa della libertà, dell’uguaglianza e della fratellanza, che hanno fatto del popolo europeo l’antesignano di modelli di vita fondati sui diritti dei viventi e sulla creazione e distribuzione di un benessere che non ha storicamente uguale.
In Europa è sorta una nuova cultura politica: l’ambientalismo, che ha richiamato le “culture classiche” ad una cosciente responsabilità nei confronti del Pianeta e delle generazioni future. Continua la lettura di PROPOSTA: CAMBIAMO ROTTA ALL’EUROPA – DALL’EUROPA DEI GOVERNI ALL’EUROPA DEI CITTADINI – ALL’INTERNO DELL’UE UN’AREA DI PAESI UNITI IN UNO STATO FEDERALE

I trattati di Lisbona e la costituzione europea

di pier virgilio dastoli

Dopo oltre un anno di complicate trattative condotte al riparo dai riflettori e della società civile con
la sola collaborazione degli assistenti dei gruppi politici, i relatori della Commissione Affari
Costituzionali del Parlamento europeo hanno infine presentato prima alla stampa il 13 settembre e
poi hanno depositato in Commissione un corposo rapporto sulla revisione del Trattato di Lisbona (o
meglio: dei trattati di Lisbona essendo stati suddivisi dai governi nel Trattato sull’Unione europea e
nel Trattato sul suo funzionamento) entrato in vigore nel dicembre 2009 insieme alla Carta dei
diritti fondamentali.

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PENSIERINI POST-ELETTORALI: TRA GLI INDIFFERENTI VERSO L’EUROPA E GLI IDIOTI MASOCHISTI (ALLEGATA LA TABELLA A CURA DI RICCARDO MASTRORILLO SUI RISULTATI IN TERMINI ASSOLUTI)

di enzo marzo

Una settimana fa abbiamo fatto notare che in questa occasione la scheda era unica ma il valore del voto era duplice: valeva sia per l’Europa sia come sondaggio ufficiale per la politica italiana.

È proprio il voto “europeo” a darci la più importante vittoria e la più importante sconfitta. Il tanto strombazzato tsunami che avrebbe dovuto travolgere l’Unione europea (che responsabilità hanno avuto i media in questo!) si è rivelato un ruscelletto: l’assalto dei sovranisti è clamorosamente fallito, nonostante gli aiuti ricevuti, finanziari e politici, da Putin e da Trump nel tentativo, per ora non riuscito, di schiacciare l’Europa nella competizione mondiale, e soprattutto nella neocolonizzazione dell’Africa. L’Ue è più forte di prima, non tanto per i numeri acquisiti quanto perché parallelamente al mezzo fiasco dei nazionalisti si è registrata una novità di dimensioni storiche: la maggioranza resta salda nonostante l’arretramento del Ppe e soprattutto dei socialisti (nei maggiori paesi europei come Inghilterra, Francia e Germania). Il che vuol dire che l’Europa ha dimostrato la capacità di saper aprire o rafforzare nuove fucine politiche, e quindi di sapersi rinnovare.

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APPELLO DELLA RIVISTA CRITICA LIBERALE A VOTARE ANTONIO CAPUTO

ANTONIO CAPUTO   Europa Verde, candidato nel Nordovest come indipendente, al n. 4.

Per le prossime elezioni europee la Lista Europa Verde candida nel Nordovest come indipendente, al n. 4, Antonio Caputo, esponente della migliore cultura azionista, laica e liberalsocialista, Presidente della Federazione dei Circoli di Giustizia e Libertà, già Presidente del Comitato piemontese e valdostano Salviamo la Costituzione per il NO nei referendum costituzionali del 2006  e del 2016. Caputo, oggi giudice tributario d’appello, in una lunga carriera da giurista è stato avvocato cassazionista, Ombudsman regionale e Presidente del coordinamento italiano dei Difensori civici regionali.

Con queste poche righe noi, che abbiamo combattuto con lui tante battaglie politiche e civili e ne condividiamo l’umanesimo laico e democratico, intriso di valori repubblicani di giustizia e di libertà, raccomandiamo a tutti gli elettori del Nordovest di non perdere l’occasione per dare il loro voto a una personalità prestigiosa e specchiata. Antonio Caputo ha accolto l’invito ad accettare la candidatura proposta da Critica liberale a Europa Verde per rappresentare e riproporre ai giovani il nostro mondo di idee e valori, di cui fanno parte le priorità della Lista per queste europee: sviluppo sostenibile, giustizia sociale, Stato di diritto e difesa della democrazia.

Enzo Marzo, direttore di “Critica liberale”, rivista della sinistra liberale

Aulo Chiesa, editore

Maurizio Fumo, magistrato già presidente di sezione della Corte di Cassazione

Franzo Grande Stevens, avvocato

Luigi Mascilli Migliorini, ordinario di storia moderna, accademico dei Lincei

Pierfranco Pellizzetti, politologo

Elio Veltri, medico, libero docente

Giovanni Vetritto, direttore de “Gli Stati uniti d’Europa”

A LIBRO PAGA?

Zingaretti trasuda felicità. Ha perduto solo 111.545 elettori rispetto al disastro elettorale renziano dell’anno scorso. E Zingaretti ne è contentissimo. Poi nel pomeriggio arriva l’addio al Piemonte. E che importa!? Zingaretti resta contentissimo. Anche se dei sei milioni e 200 mila di voti perduti dal M5s allo sbando non gliene è venuto neppure uno, neppure per sbaglio, Zingaretti è contentissimo. A lui (se ne mostra convinto) bastano poche settimane per passare dal 22% al 51%. Non ha mezze parole: «Se cade il governo ritengo che la via giusta sia dare parola agli elettori». E così finalmente far trionfare Salvini. Definitivamente. E dal basso del suo 22% Zingaretti sarebbe contentissimo come una pasqua di fargli questo regalo.

Noi ci arrovelliamo per trovare una ragione di tanta contentezza. Non è che al Nazareno si è rinserrato un folle masochista, fuggito da qualche ospedale psichiatrico travestendosi da Segretario del Pd? Naturalmente scartiamo la sola altra spiegazione che ci viene in mente: ci rifiutiamo di pensare che Salvini lo tenga a libro paga. Sappiamo che i segretari del Pd per antica tradizione lavorano gratuitamente h24 per i loro avversari.

La lepre marzolina – lunedì 27 maggio 2019

liberalismo, liberalsocialismo, azionismo, ieri oggi e soprattutto domani

di antonio caputo *

Mi spiace molto non potere partecipare  all’importante Convegno della Fondazione Critica liberale, cui mi lega un profondo idem sentire, laico, libertario e liberalsocialista , in occasione del sul cinquantesimo anniversario, in ragione di impegni professionali non differibili. Auguro a tutti Voi buon lavoro, nel solco del filo rosso che da Gobetti va a Salvemini , da Rosselli all’azionismo , da Ernesto Rossi a Bobbio, nostri “maggiori”.  In tempi molto tormentati per chi come noi coltiva ideali e principi propri di una compiuta democrazia rappresentativa non solo formale,  che vive nella separazione dei poteri e nel loro bilanciamento intrinseco e estrinseco, capace di promuovere  e realizzare Giustizia e Libertà, voci  come quella di Critica sono necessarie come l’aria. Affronteremo a breve la scadenza decisiva per le sorti dell’unione dei popoli europei e  della civiltà europea liberaldemocratica e laica,  delle elezioni europee.

È necessario che la libera voce di quanti si riconoscono nei nostri valori suoni  con forza.   La sfida della democrazia del capo o dell’investitura, di quella che Emilio Gentile ha definito  democrazia recitativa alla democrazia e alla sovranità del popolo, in una fase  caratterizzata da personalizzazione e digitalizzazione della politica, impone di trovare nuovi percorsi per dare e conservare linfa vitale alla sostanza della democrazia, i principi e la pratica di  giustizia e libertà,  e veder non morire quegli aneliti.

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