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UNA BRUTTA STORIACCIA AL CORRIERE

di massimo alberizzi ed enzo marzo

Altra brutta storiaccia al Corriere della Sera. Dopo le accuse di commistione informazione pubblicità, denunciate anche da noi di Senza Bavaglio, dalla Società Pannunzio e da Critica Liberale, un’altra tegola non risparmia la direzione di Luciano Fontana e il suo team nella sala comando: la giornalista della Redazione Romana, Monica Sargentini, è stata sanzionata con tre giorni di sospensione dal lavoro nonché dallo stipendio.

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NOTIZIA FALSA IN PRIMA PAGINA

   

Corriere della sera. sabato 5 febbraio 2022 – prima pagina.
Pd primo partito – ma avanza FdI

La tabella pubblicata appena sotto al titolo riporta che FdI è invece passata dal 19,5% a 19,03 (-0,2). Quindi non avanza, ma arretra. Notizia falsa in prima pagina.
“critica liberale” inaugura una rubrica intitolata B S L M, in cui segnaliamo le brutture che sempre più spesso invadono l’informazione italiana, sia sulla “carta stampata” sia sulla Rete. B S L M vive delle segnalazioni dei lettori. Indicate le B S L M e documentatele a info@criticaliberale.it
 

DALLE STELLE ALLE STALLE. “DIOMIO, COME SONO CADUTO IN BASSO!” (con un aggiornamento)(alleghiamo anche un servizio di “professione reporter”)

di enzo marzo

Ieri, giovedì 20 gennaio, il “Corriere della sera” ha scritto la pagina più buia della sua storia. A pag. 7 è apparsa una pagina ad personam di propaganda spudorata (e persino ridicola) a favore di Berlusconi presidente della Repubblica. L’identica pagina già era stata pubblicata su quel giornale truffaldino che è “il Giornale” di Berlusconi Paolo (truffaldino perché aggira di fatto la legge che proibisce la proprietà di quotidiani a coloro che sono proprietari di concessioni statali, come è Berlusconi Silvio; ma con evidenza il pregiudicato Berlusconi Silvio “prescinde” dalle leggi). Persino la propaganda occulta dei tempi del “Corriere” in mano alla P2 fu meno grave perché, appunto, “occulta”. Il “Corriere” di Cairo-Fontana, al contrario, ha violato tutte le regole deontologiche e di buon gusto sfacciatamente. Entrare a gamba tesa nella campagna quirinalizia con un inserto pubblicitario e un furbesco “combinato disposto” con altri articoli e fotografie corrive è un’offesa ai lettori, al giornalismo, agli stessi giornalisti che lavorano al “Corriere”, ed è uno sfregio alla storia di quello che era il più autorevole quotidiano italiano. È molto grave che il Direttore Fontana, com’era suo diritto e dovere, non abbia impedito questo scandalo, assumendosene la responsabilità. Ma i tempi di Albertini e di Ottone sono distanti anni luce. Però è altrettanto avvilente che il sindacato interno pensi di cavarsela con una blanda lettera al Direttore e non si renda conto della violazione deontologica e persino dell’erosione del “capitale” morale e anche economico del giornale.

P.s. del 22-1-2022: Al secondo giorno dalla scandalosa pubblicazione, il Direttore ha risposto: “Cari colleghi, la pubblicità di cui parlate nel vostro messaggio rispetta tutte le regole stabilite negli accordi tra direzione, sindacato e azienda per la pubblicazione delle inserzioni pubblicitarie”. Come risponderà il Comitato di redazione? Secondo me digerirà il rospo e continuerà a farsi complice delle quotidiane violazioni del contratto nazionale di lavoro in tema di pubblicità e di correttezza professionale. E il Corriere persisterà a uscire pieno zeppo di pubblicità redazionale. Alla faccia dei lettori.

ALLEGHIAMO IL SERVIZIO PUBBLICATO DA “PROFESSIONE REPORTER” DI ANDREA GARIBALDI SULLO STESSO ARGOMENTO

PROTESTE AL CORRIERE: PUBBLICITÀ DI BERLUSCONI ACCANTO ALLE NOTIZIE SUL QUIRINALE – 20 Gennaio 20220

Si discute nei corridoi di via Solferino 28. Sull’Avviso a pagamento (scritto in caratteri minimi) a tutta pagina di Silvio Berlusconi, edizione di giovedì 20 gennaio. Il Comitato di redazione ha scritto al direttore Luciano Fontana, per chiedere ragione e chiarimenti.

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I CALCI DI EINAUDI

di enzo marzo

Qualche giorno fa al “Corriere della sera” si sono riuniti in convegno, Direttore in testa, per commemorare i sessanta anni dalla morte di Luigi Einaudi, uno dei più illustri editorialisti della “testata”. Con una bella faccia tosta: peccato che il “Corriere” di oggi screditi il “Corriere” di Albertini e non sia degno dell’Einaudi dell’Heri dicebamus. Quotidianamente. Con violazione continue del codice deontologico e delle norme garantiste dello stesso contratto nazionale di lavoro. Le pubblicità redazionali dilagano su tutte le pagine, prendendo per i fondelli i lettori. Per non citare il suo Editore che non si vergogna di dichiarare pubblicamente in un video di aiutare il Direttore a “chiudere” la fattura del giornale, la sera. Alla faccia dell’indipendenza. Certamente non posso essere accusato di essere laudator temporis acti ma l’attuale degrado è così grave che il “Corriere” dei tempi di Albertini, quando (in un’Italia di 35 milioni di abitanti rispetto ai 60 milioni di oggi) vendeva dieci volte di più e accumulava un’autorevolezza mai più raggiunta, non può apparirci che come un Eldorado di correttezza e di professionalità.

Noi commemoriamo a modo nostro Luigi Einaudi, ricordando due episodi che lo videro protagonista e che dovrebbero essere di ammaestramento per tutti.

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pubblicità ingannevole. esposto contro il Corriere della sera

COMINCIA LA BATTAGLIA PER LA TUTELA DEI DIRITTI DEI LETTORI

L’informazione in Italia è in stato comatoso. È di poche ore fa la notizia che i “vertici” di uno dei più grossi Gruppi editoriali (Gruppo Monrif) si aumentano i propri compensi e tagliano il costo del lavoro. Nessuna sorpresa. Gli editori sfrutteranno l’asino fino alla sua morte. Così l’informazione è assediata da precariato, concentrazioni proprietarie, distruzione della professionalità, invasione della pubblicità occulta. Il risultato palese è la triade: faziosità & volgarità & ignoranza. La sua funzione è ridotta o all’adulazione o al manganellamento. I giornali servono a tutto meno che a informare correttamente. Hanno rinunciato alla loro funzione di mezzi di informazione e sono finiti a farsi strumento esclusivo di lotta politica o di interessi economici e commerciali che nulla hanno a che vedere con la loro funzione originaria.

Si salvano in pochi. I lettori non hanno alcun diritto. Le proprietà non hanno alcuna trasparenza. I giornalisti, soprattutto quelli più giovani, ricattati con salari da fame, sono ridotti dalla instabilità del lavoro a servili esecutori. La televisione pubblica è regolata, con soddisfazione di tutti i partiti, dall’autoritaria riforma Renzi.

Quello della comunicazione è oggi il più grave problema che affligge la nostra democrazia. Occorre reagire: è inutile piangersi addosso. Lo sappiamo che il problema è complesso e che le forze politiche mostrano di non accorgersi che esiste una emergenza che mina addirittura il sistema delle libertà. Dobbiamo servirci di ogni mezzo democratico: esistono regole e leggi dimenticate o accantonate. Riprendiamole in mano e riattiviamole. Occorre chiedere la loro piena applicazione.

Il primo passo, per noi, è il ripristino della concorrenza leale e il rispetto della deontologia giornalistica. Ormai la “pubblicità nativa”, ovvero quella ingannevole che nasconde al lettore il messaggio pubblicitario e lo truffa, sta dilagando su tutta la stampa nazionale. Uno dei suoi scopi è di assuefare i lettori, accrescere l’indifferenza e la ricettività. Noi, a mo’ di esempio, denunciamo le irregolarità del “Corriere della Sera”, perché particolarmente clamorose e costanti. Ma queste pratiche scorrette sono usuali anche in altri Gruppi editoriali. Bisogna riattivare strumenti esistenti e applicabili a quasi tutti i mezzi di informazione.

Qui di seguito pubblichiamo l’esposto che abbiamo inviato a tutti gli organismi sanzionatori sia giornalistici sia pubblicitari, finora inerti. Ci aspettiamo che facciano il loro dovere.

Ecco l’esposto:

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3. FINE CORSA. SONO STUFO DEL “CORRIERE MARCHETTARO” (con una postilla)

di enzo marzo

Basta. La finisco qui. Mi dispiace per i lettori, che mostrano d’essersi molto appassionati, ma non posso perdere la giornata a leggere il “Corriere della sera” trasformato in un catalogo aziendale occulto e truffaldino. Intanto ormai è noto e dimostrato. Anzi possiamo farne un gioco: chi trova più “marchette” avrà il premio di “lettore-tradito doc”. Non è difficile, è come pescare in una tonnara. In alternativa preferisco leggere un giornale vero. Anche se non è facile trovarlo.

La corvée di oggi ha dato le solite amarezze. Abbiamo in cronaca un’intera pagina dedicata ai Missoni e un marchettone a un marchio di biciclette elettriche e auto giapponesi. Il Giro d’Italia sta fruttando molto al Corsera. Se, per esempio, una cospicua massa di lettori si pone la domanda: “come faranno gli arbitri del Giro a seguire la gara”?, eccoli serviti: si servono di ben trenta moto. E giù su un altro marchio giapponese una bella marchetta pubblicitaria di mezza pagina. Per il dopo gara occorre andare, poi, al tale ristorante xxx e farsi la sua “chianina in crosta di olive nere”, “ma si possono anche comprare prestigiosi arredi per la casa come i tessuti firmati Bxxxxxx” Parola della giornalista  Lorenza Cerbini. Tralasciamo tutto il resto, come per esempio, la notizia vecchia di due mesi, sparata su nove colonne, dell’apertura al pubblico del Mausoleo di Augusto. La velina dell’ufficio stampa della Tim è firmata dalla giornalista Alessia Cruciani.

Ma non c‘è solo questo sul “Corriere: tra un articolo redazionale firmato, ma pubblicitario, e un altro, non ci crederete ma vi sono anche articoli veri. Oggi hanno sottratto alle marchette truffa persino una pagina per dedicarla alla scaramuccia tra Israele e palestinesi.

Sorpresa finale. Il “Corriere” riprende ad organizzare viaggi in proprio. Che bello! Si ritorna ai bei tempi della magnifica peripezia Pechino-Parigi di Luigi Barzini senior? Ma no. Si tratta di avventurarsi fino a Capri e a Pompei “a partire da 1.740 euro a persona in camera doppia. Per avere altre informazioni e per prenotare, potete chiamare il numero 02.xxxxxxxx (attivo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18, sabato dalle 9 alle 13). Accompagna i lettori viaggiatori la giornalista Roberta Scorranese”. Mi devo proprio aggiornare, stupidamente ero convinto che nel Contratto giornalistico non ci fosse anche il compito di rimboccare le coperte ai lettori.

20-5-21. Vengo meno alla mia promessa di ieri. Avevo giurato che non avrei più scritto sulle marchette del corsera, ma oggi credo che sia stato battuto il record mondiale delle marchette: oggi una giornalista ripete la stessa marchetta di ieri facendo pubblicità allo stesso ristorante due giorni di seguito, con tanto di ricetta ripetuta e tanto di seconda intervista alla stessa proprietaria. Unica differenza è che la giornalista sigla invece di firmare, anche perché affianco firma un’altra marchetta a cinque colonne per una ditta di fitness . La campionessa del mondo è lorenza cerbini.

 

 

IL “CORRIERE DELLE MARCHETTE” CONTINUA

di enzo marzo

Oggi 18 maggio, per “Corriere della sera, è il momento degli amari. Anche per consolare il povero lettore truffato, che all’edicolante ha versato il suo obolo per comprare un po’ di pubblicità occulta.

Pagina 23, di “spalla” , intervista con tanto di foto al produttore di vino che sta per lanciare, attraverso pubblicità redazione  (chissà come ricompenserà il giornale o l’autore della marchetta) un suo Amaro di lusso.  E speriamo che il suo Amaro non sia adulterato come la sua pubblicità.

Attraverso una lunga e approfondita inchiesta l’autore , tale L.F., (sospettiamo un caporedattore  enologo) è riuscito a scoprire non solo il prezzo di una bottiglia, ma persino dove si può comprare o consumare. Ed essendo un coscienzioso  giornalista non cela la sua scoperta agli ansiosi lettori.

Alcuni anni fa, quando volevano vendere il mitico palazzo di via Solferino, i “vecchi” (anche ex direttori) e i giovani del “Corriere” protestarono vivacemente. In nome della storia e della tradizione del loro giornale. Ora che il Corsera è svenduto quotidianamente come bollettino pubblicitario in barba d’ogni regola deontologica, invece, silenzio tombale. Non ci vuole molto per affossare l’autorevolezza di un quotidiano fondato nel 1876. Basta un editore che svende per pochi spiccioli il patrimonio di autorevolezza, basta un direttore prono, basta una redazione avvilita. Ovviamente l’Ordine dei giornalisti come al solito tace e acconsente.

PROFESSIONALITA’ CAIRO: LO SCOOP DEL CORRIERE DELLA SERA

Continuano le prove di eccellenza giornalistica del Corriere della sera. Non passa giorno che la redazione sotto la guida di Fontana non sia costretta a dare il meglio di sé. E i frutti non mancano. I  giornali concorrenti sono stracciati dalle inchieste davvero approfondite che non guardano in faccia a nessuno. Davvero un bell’esempio del giornale che fu di Albertini. [e.ma.]

Corrado Stajano lascia il Corriere dopo 30 anni: “Il Paese si è rotto”

di V.R. [da professione reporter – 9 settembre 2020]

Corrado Stajano lascia il Corriere della Sera. Con una lettera al presidente della Rcs Urbano Cairo, il giornalista e scrittore rinuncia, chiude un’epoca, considera concluso un rapporto che dura da più di trenta anni.

Inspiegabile, incomprensibile? Non vuole fare polemiche, Stajano. A Professione reporter che gli chiede conferma della notizia, dice solo: “Il paese si è rotto”. Poche sillabe che, al di là dei suoi rapporti con il primo quotidiano italiano, contengono uno sguardo e un giudizio di ben più vasto significato.

Tristezza? Lui la chiama “liberazione”.

Negli ultimi mesi la firma di Stajano non è mai comparsa sul Corriere. Da febbraio, da quando Milano e la Lombardia sono stati sconvolti dalla pandemia, il giornale non gli ha chiesto nulla. Lui che ha scritto “La città degli untori (alla ricerca del cuore e dell’anima di una metropoli)” non è stato neppure interpellato. Neanche una telefonata. E del resto il telefono non ha squillato neppure nei venti giorni da quando a via Solferino è arrivata la sua lettera.

Non è un ragazzo, Stajano. Ha scritto sul Mondo, sul Giorno, su Panorama, sul Messaggero, ha pubblicato libri sul fascismo, sulla democrazia, sul terrorismo (Un eroe borghese, Africo). Al Corriere, assunto nel 1987 da Ugo Stille, ha collaborato con Paolo Mieli, con Ferruccio De Bortoli, ha scritto centinaia di articoli, di inchieste, di commenti.  La sua non è una firma qualsiasi. Autore per la Rai di documentari televisivi di argomento politico, sociale, culturale (tra gli altri: “In nome del popolo italiano”; “Le radici della libertà”; “Nascita di una formazione partigiana”, tutti con Ermanno Olmi, ma anche “La repubblica di Salò” e “La forza della democrazia”), Staiano è stato senatore della Repubblica, eletto come indipendente nelle liste del Partito Democratico della Sinistra (1994-1996) e ha fatto parte della Commissione Giustizia e della Commissione Antimafia.

Forse è comprensibile e giusto che uno come lui prenda carta e penna e si dimetta. Una delle poche cose che Professione reporter riesce a strappargli è: ”Ho scritto al presidente, perché il direttore del Corriere io non lo conosco, non l’ho mai visto!”.

Possibile? Un segno dei tempi, che il paese si è rotto, come dice lui? Oppure la spiegazione del perché i giornali perdano tante copie. Un mondo strano quello del nostro giornalismo. Se Stajano va via dal Corriere vuol dire che qualcosa non funziona e che bisogna capirlo presto, prima che sia tardi.

LA DERIVA DEL “CORRIERE DELLA SERA” DI CAIRO

 
di professione reporter

  

E così, alla vigilia delle Festa della Liberazione del 25 aprile, il “ventennio che ha cambiato l’Italia” diventò il “Ventennio che ha sconvolto l’Italia”. Mussolini che ride nella foto, si fa serio.

E’ successo, nel giro di poche ore, al Corriere della Sera. Sulle pagine del giornale è stata pubblicizzata una serie di allegati sul fascismo. Grande foto di Benito Mussolini, che sorride dal balcone di piazza di Venezia, davanti a un oceano di folla. E poi, sotto, il titolo sul “Ventennio che ha cambiato l’Italia” e  un testo che dice, fra l’altro: “Pagine avvincenti che ripercorrono origini e sviluppo di un sistema politico cruciale per la storia del nostro Paese, tuttora al centro di polemiche e discussioni. Una collana di grande attualità per riflettere sulla vulnerabilità della libertà umana e della democrazia”.

Sistema politico cruciale. Polemiche. Discussioni. Riflettere.

LINGUAGGIO ATTENTO

Un linguaggio molto attento a non prendere posizioni nette, a contenere tutto e il suo contrario. In aggiunta: la data d’inizio della vendita dei volumi assieme il Corriere è il 24 aprile, vigilia della Festa della Liberazione. Ricordiamo che come ogni anno negli ultimi anni questo giorno è fonte di scontri politici. Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, pochi giorni prima della ricorrenza ha scritto che “il Coronavirus ci ha fatto Pure il regalo, uno dei pochi, di liberarci della retorica del 25 aprile”. Il senatore di Fratelli d’Italia Ignazio la Russa ha proposto che il 25 aprile diventi la celebrazione dei caduti di tutte le guerre.Il 19 aprile il comitato di redazione del Corriere (Giuzzi, Ottolina, Sciacca, Spadaccino, Voltattorni) scrive al direttore Luciano Fontana: “Volevamo rassegnarti il nostro sconcerto e quello di tanti colleghi per la pubblicità apparsa oggi a pagina 34 del nostro giornale. Non vogliamo entrare nel merito delle scelte di chi decide i contenuti da vendere in allegato con il Corriere della Sera, ma pubblicizzare l’uscita di una collana sul ‘Ventennio che ha cambiato l’Italia’ con tanto di foto di un sorridente Benito Mussolini in una piazza stracolma di gente è sicuramente molto discutibile. Inoltre riteniamo decisamente di pessimo gusto programmare l’uscita del primo numero della collana per il 24 aprile alla vigilia dell’anniversario della liberazione dal nazifascismo. Se non è più possibile rinviare ad altra data l’uscita della collana, almeno ti invitiamo ad una maggiore vigilanza sulle pagine promozionali inserite all’interno del giornale per salvaguardare la qualità del nostro lavoro quotidiano”.

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UN EDITORE GENEROSO CHE FA ANCHE IL GIORNALISTA [con un apprezzamento di e.ma.]

Pubblichiamo questo Comunicato del Comitato di redazione del Corriere della sera, come dimostrazione della intollerabile protervia dei giornalisti del Corriere che si permettono di criticare il loro editore solo perché distribuisce a sé e agli altri proprietari dividendi per oltre 15 milioni di euro e nello stesso tempo  “ha rappresentato le difficili prospettive per i conti aziendali, chiedendo nuovi sacrifici alla redazione” e  “il prepensionamento di 50 colleghi”.  Ma è possibile che giornalisti, collaboratori precari e free lance non capiscano le sofferenze di un editore angosciato per le difficili prospettive dei conti aziendali? Dove sta la solidarietà aziendale? Perché  si rifiutano di fare ulteriori sacrifici solo perché l’editore si distributrice  15 milioni di utili? E’ vera irriconoscenza. E bene ha fatto l’editore a farsi pubblicità con ben due video, in cui si è costretto persino a rivelare che, mentre i giornalisti protestano, lui ogni sera si sacrifica, si traveste da cronista e raggiunge il Direttore del Corriere per aiutarlo a fare il quotidiano. E’ possibile che non si capisca che la vera libertà di stampa sta proprio in questo mutuo soccorso sui titoli, sulla linea e sui contenuti tra Direttori carenti ed Editori disinteressati? [e.ma.]

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UNA MARCHETTA AL GIORNO TOGLIE IL LETTORE DI TORNO – LE MARCHETTE DI “REPUBBLICA” E DEL “CORRIERE DELLA SERA”

di  e. ma.

Ormai i giornali vengono scritti dagli uffici pubblicitari e firmati da giornalisti compiacenti. Lo scandalo non è nuovo, ma prima colpiva soprattutto i giornali di moda o quelli specializzati. Ora dilaga sui quotidiani generalisti. La deontologia vuole che se si pubblica un articolo con pubblicità occulta (si fa per dire) si compie una grave violazione contro i lettori che possono presumere che la “notizia” sia un prodotto giornalistico ma al contrario è solo un mascheramento di una pubblicità.  Ovviamente manca sempre la doverosa scritta “Informazione pubblicitaria”. Come in questo caso. Però il quotidiano non fa mancare addirittura nel sommario il prezzo del prodotto,  né una scorrettissima stoccata alla concorrenza. Naturalmente l’articolo è corredato dalla fotografia dei biscotti, prevedendo il caso che qualche lettore non capisse bene.

In questi giorni “la Repubblica” di Verdelli sembra addirittura scatenata in questo imbroglio verso i lettori. Ovviamente l’Ordine dei giornalisti tace, dimostrando ancora una volta la sua assoluta inutilità, anzi la sua complicità. E anche i Comitati di redazione riposano sotto le coltri.

A proposito, complimenti al valoroso giornalista che ha firmato un memorabile articolo. Vincerà sicuramente il Premio Daphne Caruana Galizia.

Ripubblichiamo l’articolo di “Repubblica” di oggi, togliendo il nome della Ditta pubblicizzata  e modificando la dichiarazione di Verdelli, rendendola più aderente alla verità. 

Ma  il “Corriere della sera” non accetta d’essere distaccato e pubblica sul suo  “Economia” la stessa foto che correda una marchetta analoga dal titolo intrigante: “Tutti pazzi per i biscotti alla Nutella, perché sono introvabili sugli scaffali dei supermercati?”, firmata da  Alice Scaglioni. che ha un incipit stendhaliano: “Si potrebbero forse contare sulle dita di una mano quelli che non hanno ancora assaggiato almeno un XXXXXXX”.  Non vorremmo scrivere presto che forse si contano sulle dita di una mano i giornalisti  non marchettari.

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