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DI NECESSITA’ VIRTU’ – PENSIERINI FILOGOVERNATIVI

di enzo marzo

Finalmente un po’ di bonaccia. Erano anni che vigeva un clima politico esasperato che ha portato a una spaccatura profonda nel paese. Protagonista è stata l’irruzione dell’estremismo di destra, con il recupero di tutti i temi e i valori che speravamo fossero stati relegati nell’armamentario da dimenticare del Novecento totalitario, ma che invece sono stati riproposti strumentalmente per scopi elettorali da un leghista demagogo ai più bassi livelli, neofita sia del sovranismo sia della superstizione religiosa. Di antica data in lui c’è soltanto il razzismo.

Purtroppo Salvini ha raccolto moltissimi consensi, perché gran parte del popolo italiano, stremata da un venticinquennio di indecenze berlusconiane e dalla mediocrità assoluta di tutte le classi dirigenti che si sono susseguite al governo, si è aggrappata a parole d’ordine che nascono non tanto da valori o da interessi quanto da paura e ignoranza. L’una e l’altra molto profonde. Questi italiani negli ultimi decenni non si sono mai fatti rappresentare da un ceto politico di Destra decente, ma solo da un furfante pregiudicato che per i suoi profitti ha inquinato in profondità il tessuto etico dell’intera società. I rivoli infettanti hanno colpito tutti i settori, non se ne è salvato alcuno: dalle professioni alla magistratura, dalle forze dell’ordine alla scuola e all’Università, dall’imprenditorialità al giornalismo, e così via. Il ceto medio e quello medio-alto si sono impoveriti e hanno collassato. Non dobbiamo allora meravigliarci se in tutte le classifiche dei ventotto paesi europei siamo precipitati all’ultimo o al penultimo posto.

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DI NECESSITÀ VIRTÙ, INTANTO SALVIAMO LE ISTITUZIONI

dI paolo bagnoli

Il nuovo governo è nato e Giuseppe Conte, non più avvocato del popolo, ma capo condominio politico del nuovo stabilimento Pd-5 Stelle, ha iniziato la sua nuova avventura invitando gli italiani a sognare. Beh, questa volta, rispetto alla previsione del 2019 quale anno bellissimo, dobbiamo dire che, sicuramente in modo involontario, ha intercettato il desiderio di tanti italiani che non rinunciano, nonostante tutto, a sognare un paese normale governato da una politica democratica degna di questo nome. Vedremo se il Conte bis marcerà in tale direzione; vedremo!

Nato a seguito di una crisi anomala aperta da un improbabile e goffo Salvini, ipotizzato da autorevoli esponenti tutti di provenienza democristiana, perorato dall’area ex-comunista presente nel Pd e nei 5Stelle,auspicato da esponenti europei di primo piano, battezzato all’annuncio della sua sola possibilità di nascere dal calo subitaneo dello spread, ben visto da quella parte della gerarchia cattolica che non aveva sopportato il leghista dai toni crociati assumere la veste di predicatore madonnaro, fecondato dalla paura di un voto anticipato che avrebbe potuto portare Salvini a Palazzo Chigi, era praticamente scontato che quanto fino a qualche tempo orsono sembrava contro natura – ossia l’intesa tra Pds e 5 Stelle – mandate alle ortiche in un tempo più breve dello spazio di un mattino tante bellicose posizioni intransigenti, prendesse corpo. Crediamo con un sospiro di sollievo di Mattarella. Sarà bene, tuttavia, che il presidente  faccia esercizi respiratori profondi perché, ancor prima della conclusione positiva della trattativa, sono emersi segni di inquietudine da parte di un Renzi tornato prepotentemente sulla scena politica.

Intendiamoci: che Salvini sia fuori dal governo è certamente positivo e aver impedito che ci potesse tornare più che positivo; alla fine una qualche logica, se non altro antirazzista, ha prevalso. 

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