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Il Vaticano indaga Comunione e Liberazione mentre Formigoni non è ancora stato espulso

Speciale per Senza Bavaglio e Critica Liberale
di Noël Marpeau
Buenos Aires, 26 agosto 2020

La Chiesa scossa dalle vicende giudiziarie legate agli abusi nei confronti di minori. La Fraternità, Memores Domini ed Esserci per Essere. Gli intrecci tra fede e affari

A partire dall’anno 2000 la Chiesa cattolica è stata tristemente obbligata ad una sempre maggiore esposizione a causa delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto preti o laici impegnati in ambito ecclesiale e accusati di abuso nei confronti di minori o adulti vulnerabili. Se la risposta iniziale, avallata da provvedimenti normativi insufficienti o inapplicati, è stata quella dell’insabbiamento o della gestione interna e discreta delle notizie di reato, con il tempo è diventata impellente una risposta più efficace di contenimento dei crimini attraverso una riflessione sulle cause che li generano.

GLI STATUTI E UNA LETTERA RISERVATA DI CARRON

Negli anni si è riscontrata una incidenza sistematica dei comportamenti abusanti che oltre ad aver travolto il pontificato di un papa, ha addirittura provocato l’espulsione di porporati dal Collegio dei cardinali. L’enfasi sul potere è la caratteristica principale degli ambienti abusanti, di quelle guide che, mancando di autentica autorità spirituale, si avvalgono di forme autoritarie e/o “carismatiche” di governo. Questa presa di coscienza ha finalmente costretto la Chiesa a mettersi in discussione, considerando non solo i singoli soggetti, ma i sistemi e gli ambienti a rischio di abuso, in un’ottica di prevenzione. Si tratta cioè di scandagliare i contesti pre-abuso quelli in cui si instaurano rapporti interpersonali che creano vittime.

È quindi legittimo pensare che i recenti provvedimenti della Santa Sede nei confronti di movimenti ecclesiali e realtà monastiche siano dettati dalla preoccupazione di valutare quei contesti proprio alla luce dell’esercizio del potere e dell’autorità, in ultima analisi del controllo sulle coscienze [1]: è probabile che in questo alveo si collochi l’avvio del processo di revisione degli Statuti e del direttorio all’interno del movimento di Comunione e Liberazione.

In una nota riservata del gennaio 2020 (una copia è nelle mani di Sanza Bavaglio) rivolta ai membri della Fraternità di Comunione e Liberazione, Julián Carrón (successore di don Luigi Giussani nella guida del Movimento di Comunione e Liberazione, presidente della Fraternità di CL) commenta l’appello di papa Francesco ad adottare “azioni concrete ed efficaci che coinvolgano tutti nella chiesa” [2] per fornire una risposta risolutiva al problema degli abusi clericali; in questo contesto il leader del Movimento propone ai ciellini tre rimedi:

  • la composizione di una Commissione interna preposta genericamente alla valutazione delle richieste di aiuto
  • la verginità, cioè un maggiore impegno alla castità sia per i membri celibi e nubili sia per gli sposati (avete letto bene, sono previste regole anche per l’esercizio della sessualità tra sposati!)
  • l’unione a Gesù Cristo

 

Nonostante la presidente dei Memores Domini, Antonella Frongillo, sia stata sollecitata dal Dicastero vaticano dei laici, sin dal 2018, a procedere alla modifica di alcune norme contenute nel direttorio e a una riforma dello statuto, Carrón nella nota citata non avanza alcuna ipotesi di revisione normativa nè messa in discussione della fisionomia spirituale del movimento. Come dire che il Decreto di nomina del delegato pontificio si è reso necessario in seguito ad una disobbedienza.

COMUNIONE E LIBERAZIONE  E IL DECRETO DI NOMINA DEL DELEGATO PONTIFICIO

La fisionomia di Comunione e Liberazione si articola in due organismi che ne costituiscono la struttura: la Fraternità e i Memores Domini [3], questi ultimi sono uomini e donne non sposati, provenienti dalla Fraternità, che vivono la condizione di dedizione totale a Dio.

L’organizzazione fondata da don Luigi Giussani è nota ai più anche per le vicende giudiziarie che coinvolgono l’ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni, membro Memores Domini che da poco più di un anno, sconta gli arresti domiciliari nella casa dell’amico Walter Maffenini [5].

Il processo di revisione dello Statuto dei Memores Domini è stato avviato lo scorso mese di giugno in seguito all’emissione di un Decreto [4] che ha nominato padre Gianfranco Ghirlanda delegato pontificio e una Commissione composta da quattro Memores Domini “esperti”: Ilaria Delponte, Andrea Perrone, Raffaele Ronchi e Michele Rosboch. Lo scopo del processo revisionale è quello di valutare il ruolo di don Julián Carrón, come consigliere ecclesiastico dell’Associazione, con particolare riguardo alla tutela della libertà individuale e del diritto alla riservatezza.

Padre Ghirlanda, ex professore della facoltà di diritto canonico alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, commentando il provvedimento del papa che abolisce il “segreto pontificio” in tema di abusi sessuali aveva precisato che restava comunque in vigore il principio sacramentale della Confessione, cioà il suo carattere segreto. Quindi il sacerdote informato dei crimini,  durate una confessione è obbligato a mantenere il “segreto”.

Julián Carrón

In termini canonici la questione attiene alla distinzione tra foro interno (coscienza individuale) e foro esterno (governo dell’organizzazione): il diritto canonico della Chiesa vieta cioè a chi svolge ruoli di governo di prendersi cura anche della vita spirituale dei fedeli; la separazione delle funzioni serve a tutelare il diritto alla libertà di autodeterminazione.

Il decreto di nomina del delegato pontificio stabilisce che revisionato sia anche il “direttorio”, organo direttivo così definito dagli Statuti dei Memores: “L’associazione nominerà un direttorio che nel rispetto del presente statuto aiuterà i membri a risolvere i problemi che potranno porsi nella loro vita spirituale e nel loro impegno a testimoniare”.

Abbiamo chiesto al movimento di Comunione e Liberazione copia integrale degli Statuti dei Memores Domini senza ricevere ad oggi alcun riscontro. Resta comunque interessante consultare gli Statuti della Fraternità che pubblichiamo qui interamente; la norma contenuta nell’articolo 42 prevede infatti che sia proprio l’Ente canonico Memores Domini il destinatario del patrimonio di cui la Fraternità, in futuro, potrebbe non poter mantenere la titolarità.

L’intreccio patrimoniale non ha solo implicazioni di tipo economico, essendo le due associazioni legate in primo luogo dallo stesso spirito. Sarebbe quindi opportuno revisionare il primo testo normativo alla luce del secondo. Le due realtà associative, Memores Domini e Fraternità, convivono e si alimentano vicendevolmente all’interno dello stesso Movimento: il leader, Julian Carrón, è presidente della Fraternità e Consigliere ecclesiastico dei Memores Domini.

IL CASO INQUIETANTE DI ROBERTO FORMIGONI

Lo stesso Statuto della Fraternità disciplina l’espulsione dall’Associazione “In caso di evidente comprovata indegnità per colpe gravi” (Art.35). Spetta al Presidente ammonire e correggere non appena viene a conoscenza di “eventuali scorrettezze nella condotta dei membri dell’Associazione” (Art. 36) e anche in questa circostanza è prevista l’espulsione in caso di “pertinace comportamento e di incorreggibilità”. La condanna che ha stabilito la carcerazione di Roberto Formigoni è tra l’altro legata ad un ambito che dovrebbe scuotere oltremodo le coscienze dei cattolici, visto che è stata pronunciata per “corruzione” a danno di persone malate; è stato il pubblico ministero di Milano, Laura Pedio, a dichiarare “70 milioni di euro erano stati tolti ai malati per i suoi sollazzi”.

Roberto Formigoni e Silvio Berlusconi © Marco Merlini / LaPresse

Molti si chiedono se la Diaconia Centrale del Movimento (organo direttivo preposto all’applicazione della normativa de quo) abbia optato per la prima ipotesi (espulsione) o per la seconda (ammonizione o correzione): quindi l’ex governatore,  che fa ancora parte del Movimento, è stato forse corretto e ammonito?

CURARE LE ANIME SECONDO DON GIUSSANI

La “cura di anime” è la missione fondamentale e fondativa che determina, nel 1982 [6], il riconoscimento giuridico dell’esperienza iniziata da don Luigi Giussani negli anni ’50 e che predilige nella sua gestazione embrionale l’apostolato di animazione tra gli studenti. Il porsi come guida spirituale di qualcuno è sentimento e situazione che gli apparati direzionali dei Memores Domini hanno imparato dal loro stesso fondatore, il “carismatico” don Gius; queste sono alcune sue parole che risuonano quasi come una pretesa e un ordine: “Dio mi ha scelto come responsabile della tua vocazione” e poi come seguito  “L’obbedienza a Dio è data dall’obbedienza a colui che Egli ha posto come responsabile della tua vita”.

La prassi talvolta invasiva della “cura di anime” è sempre stata rinfocolata nei confronti di adolescenti, la cui giovane età offre un terreno facile: personalità più influenzabili e talvolta più inclini a riconoscersi nel gruppo, cioè in un contesto collettivo come lo è quello di ogni movimento ecclesiale.

Don Giussani al liceo Berchet in via della Commenda a Milano, dove insegnava religione, fotografato tra i suoi allievi. Tra gli altri il direttore di Africa ExPress e di Senza Bavaglio

L’origine della fisionomia ascetica di Comunione e Liberazione è quindi conseguente con lo stile di don Luigi Giussani, di cui è in corso il processo di canonizzazione. Una filosofia che il fondatore ha deciso per il suo Movimento.

La Chiesa ha preso atto di questa violenza, purtroppo molto dopo che le vittime ne hanno subìto e denunciato le conseguenze.

“ESSERCI PER ESSERE”

Michele Rosboch, nominato Memores “esperto” della commissione che ha il compito di revisionare gli Statuti, è anche il socio fondatore e consigliere di un’associazione culturale costituitasi nel 2016 con sede ad Arezzo e denominata “Esserci per Essere”; uno dei soci ha riferito che alcuni membri di Comunione e Liberazione sentono la necessità di recuperare lo spirito originario del Movimento: “Don Giussani dettava la linea comune per tutti, e tutti la seguivamo. Con Carrón tutto questo è scomparso. L’azione del Movimento era più incisiva nel tessuto sociale, lavorativo…io ho scelto il Movimento perché era incisivo nella politica, adesso assomigliamo ai neocatecumenali” (altro gruppo fondamentalista cristiano che propugna uno stile di vita ascetico, severo, casto e privo di gioie terrene, ndr).

Cortese e disponibile al dialogo è stata anche la socia di Esserci per Essere, E.F., che durante una chiacchierata informale ha riferito di non volersi porre in modo antagonistico nei confronti del Movimento ufficiale, di chi cioè non avverte questa esigenza di “rimettere al centro argomenti e questioni che erano spariti dall’ordine del giorno”.

Pubblichiamo la versione integrale dell’Atto Costitutivo e dello Statuto di “Esserci per Essere i cui scopi dichiarati appaiono coerenti con quanto è stato riferito dai soci contattati. Anche il presidente dell’Associazione, Egisto Mercati, è stato interpellato, ma ha preferito riferire per interposta persona “che è in vacanza e non ha nulla da dichiarare”.

Ci chiediamo se l’appartenenza di Rosboch ad una associazione che nasce dalla nostalgia per lo spirito originario di una esperienza ecclesiale sia idonea a porre questa persona in modo riformistico rispetto al corpo normativo di cui è parte attiva e del quale si sta impegnando, su un altro fronte, a recuperarne invece l’origine.

LE RACCOMANDAZIONI DI PAPA FRANCESCO

In occasione dei 60 anni della nascita di Comunione e Liberazione una folla di 100 mila persone, il 7 marzo 2015, ha incontrato Francesco in piazza San Pietro che, senza far mancare parole di affetto e condivisione, ha raccomandato ai figli di don Luigi Giussani di non trasformarsi “in guide da museo o in adoratori di ceneri” [7]. Una persona presente all’evento ci ha riferito che “al ritorno, in treno, c’erano polemiche di ogni tipo contro Francesco, compresi insulti al Papa…qualcuno sputava per disprezzo”. È l’anima nera del Movimento?

Noël Marpeau
noelmarpeau@gmail.com
https://www.facebook.com/noel.marpeau.5

NOTE

[1] Recentemente papa Francesco sembra aver  messo in discussione l’esercizio del “potere” in almeno altre due organizzazioni religiose: il Monastero di Bose https://www.monasterodibose.it/comunita/notizie/vita-comunitaria/13892-speranza-nella-prova  e il Movimento dei focolari: il Pontificio Consiglio per i Laici ha chiesto ai vertici focolarini di smettere una pratica in uso da decenni dentro il movimento: la compilazione degli “schemetti” quotidiani. Ne riferisce il giornale Adista che è venuta a conoscenza di una lettera del prefetto del dicastero vaticano, card. Kevin Farrell, indirizzata a Maria Voce, presidente dell’Opera di Maria succeduta alla fondatrice Chiara Lubich, datata 3 giugno 2020 che impone uno stop a questa pratica https://www.adista.it/articolo/63841

[2] Francesco, Vos estis lux mundi, Lettera apostolica in forma di ‘Motu proprio’ del 07/05/2019

[3] Memores Domini è dal 1988 un’associazione laicale e internazionale di fedeli di diritto pontificio composta da persone della Fraternità di Comunione e Liberazione che seguono una vocazione di dedizione totale a Dio

[4] docente di statistica all’Università degli studi di Milano Bicocca nel dipartimento presso cui è professore ordinario Giorgio Vittadini, noto Memores Domini ciellino

[5] https://www.aldomariavalli.it/2020/07/01/esclusivo-ecco-il-decreto-per-la-nomina-di-un-delegato-pontificio-per-i-memores-domini/

[6] L’esperienza di Comunione e Liberazione ha trovato una propria configurazione giuridica nel 1982 con l’approvazione della “Fraternità di Comunione e Liberazione” come Associazione di diritto pontificio; gli Statuti prevedevano che il presidente fosse don Luigi Giussani, vita natural durante

[7] http://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/march/documents/papa-francesco_20150307_comunione-liberazione.html

 

 

Esserci-Atto-costitutivo-e-Statuto

Fraternità Statuto 2017

 Comunione e Liberazione in Uganda: niente stipendi ai professori delle scuole cattoliche

di emanuela provera

Il coronavirus è pericoloso e uccide anche in Uganda, un’area geografica che molti pensavano isolata e diversa dal resto del mondo.

Mentre i casi confermati salivano a 1.079, giovedì 23 luglio il Ministero della Salute ugandese confermava la prima morte di una giovane donna trentaquattrenne, con queste parole “May her soul rest in eternal peace”. Residente nel Distretto di Namisindwa, un quartiere nella Regione orientale del paese, a metà luglio la donna è stata ricoverata in ospedale per una diagnosi di polmonite grave.

LE SCUOLE CATTOLICHE

L’accanirsi dei contagi e la diffusione del virus hanno spinto il Ministero della Pubblica Istruzione a predisporre un piano di emergenza per garantire la continuità di apprendimento a 15 milioni di studenti, che non potranno seguire regolarmente le lezioni scolastiche proprio a causa della “chiusura” introdotta nel paese; in particolare è stato stampato e diffuso un programma di acquisizione autonoma che gli studenti devono seguire senza l’affiancamento del corpo docente.

Il piano governativo dell’Istruzione ha ricevuto però critiche da alcuni rappresentanti del mondo cattolico i quali lamentano una mancanza di interlocuzione sulle modalità di implementazione dello stesso; tra questi il Reverendo Ronald Okello, segretario esecutivo dell’Educazione per la Conferenza episcopale dell’Uganda (CEU). Il suo intervento ha avuto una certa eco perché sono almeno 3.388 le scuole cattoliche in Uganda alcune delle quali sostenute direttamente dal governo.

La scuola intitolata a don Luigi Giussani a Kampala

È proprio sulla questione economica che stanno emergendo diatribe e tensioni: Okello ha chiesto a tutte le diocesi ugandesi di sospendere il pagamento degli stipendi degli insegnanti ma senza tener conto della direttiva del governo che vieta ai proprietari delle scuole private di interrompere i contratti dei dipendenti e obbligandoli a pagare gli emolumenti anche nel periodo di “chiusura”. La disposizione governativa è vincolante nonostante le restrizioni introdotte a causa della pandemia siano in vigore da molte settimane. La Conferenza episcopale ugandese (CEU) ha replicato che, senza donazioni e pagamento delle rette, le scuole cattoliche non possono permettersi di pagare gli stipendi dei dipendenti che sono a loro carico.

CHI È ROSE BUSIGNYE

Port Bell è una piccola città del Distretto di Kampala nella quale sorge una scuola cattolica molto attiva anche se di recente costruzione: la Luigi Giussani Institute of Higher Education (LGIHE) aperta nel 2012 dopo una visita di Don Julián Carrón nel Paese. Successore di don Luigi Giussani, oggi a capo del movimento di Comunione e Liberazione, Carrón incontrò la popolazione autoctona, radunata per l’occasione su iniziativa di una donna molto nota, la Memores Domini (Memores Domini è un gruppo riservato di Comunione e Liberazione, ndr) Rose Busingye, la quale raccontando la nascita dell’Istituto, di cui è fondatrice, ha dichiarato “ho cominciato a vedere che l’unico bisogno del mondo non è quello del pane ma quello dell’educazione” [1]. La Busingye, diplomata come infermiera e ostetrica negli anni ’90, è fondatrice e presidente del Meeting Point International, una organizzazione non governativa che, in aderenza agli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa cattolica, si pone come priorità l’assistenza alle vittime dell’HIV/AIDS, la promozione dell’istruzione e la riduzione della povertà [2].

A proposito dei Memores Domini il 26 giugno scorso si è svolto un incontro che potrà rivelarsi decisivo per il loro futuro [3], durante il quale ai rappresentanti dell’Associazione è stato consegnato il decreto di nomina di un delegato pontificio, il gesuita padre Gianfranco Ghirlanda; in qualità di commissario pontificio svolgerà il compito di guidare l’associazione nel processo di revisione del direttorio e dello statuto e contestualmente nel risanamento di alcuni problemi associativi già segnalati alla Santa Sede. L’incontro si è svolto alla presenza del cardinale Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i laici.

Ma non finisce qui. In Uganda la formazione, gestita dal mondo cattolico, si integra in quello più “profano” e laico  di organismi che operano nell’ambito della cooperazione internazionale, con lo scopo (o il pretesto) di fornire aiuti umanitari; uno di questi è l’ente no profit AVSI che, oltre a finanziare la Luigi Giussani Institute of Higher Education (LGIHE), riceve contributi, pubblici e privati, anche dall’Italia (€ 7.744.174,00 nel 2019, € 5.351.129,00 nel 2018) e dalla Conferenza episcopale italiana (1.936.987,00 nel 2019, € 1.027.229,00 nel 2018) oltre che dalla Comunità Europea [4]. La Presidente del consiglio di amministrazione è Patrizia Savi precedentemente a capo di Sea Prime e ancor prima direttore pianificazione e finanza A2A.

CANONIZZAZIONI

Un nostro contatto, che preferisce restare anonimo, ha incontrato Rose in occasione di una cena tra rappresentanti del Movimento di Comunione e Liberazione; queste alcune delle sue parole: “Per il movimento ciellino la Busingye è già la nuova Giuseppina Bakita (proclamata santa il 1° ottobre 2000 da Papa Wojtyla, ndr)  [5], viene presentata a tutti gli eventi ufficiali quali il Meeting di Rimini, gli esercizi spirituali annuali, il New York Encounter, l’Encuentro Madrid, con lo scopo di mitigare il volto razzista della casta ciellina e di promuoverla come testimonial del Movimento”. Lo stesso interlocutore ritiene che l’Uganda sia un Paese prezioso per promuovere la figura di don Luigi Giussani il cui iter canonico che introduce la causa di beatificazione e canonizzazione è iniziato nel 2012. Rose Busingye fu persino invitata nel 2009, insieme ad altri ospiti, al sinodo dei Vescovi africani, al temine del quale disse: «Quando conosci la fede tutto ti appartiene. È una mentalità nuova, persuasiva». Ne siamo persuasi.

emanuela.provera@libero.it

twitter@dentrolod

Speciale per Africa ExPress

[1] https://www.ilsussidiario.net/news/educazione/2013/11/10/uganda-rose-busingye-giussani-carr-n-e-la-passione-di-12-ragazzi-cosi-nasce-una-scuola/441590/

[2] https://www.youtube.com/watch?v=aucIkit6Bbw

[3] L’Associazione laicale Memores Domini è stata riconosciuta quale associazione internazionale di fedeli mediante decreto del Pontificio consiglio per i laici in data 8 dicembre 1988

[4] Bilancio aggregato al 31/12/2019 certificato dalla EY S.P.A

[5] http://www.bakhita.fdcc.org/canonizzazione.html

 

 

25 aprile, cosa significa celebrarlo al tempo del Covid-19

C’è lo stesso una piazza per la festa della liberazione dal nazifascismo. Virtuale, a causa del coronavirus. E’ l’occasione per sottolineare l’attualità dell’evento storico, oggi che la libertà è ugualmente minacciata e soggetta a restrizioni, e magari di compiere, con una donazione alle associazioni che operano per i più deboli, un gesto di solidarietà in questa situazione di emergenza. La data della rinascita dell’Italia libera suona oggi come appello all’impegno civile

di Angelo Perrone *

Niente cerimonie, o cortei, o interventi pubblici. Quest’anno, il 25 aprile, festa della liberazione dal nazifascismo 75 anni fa, non viene celebrato in modo tradizionale, a causa del Covid-19. Neppure per questo però rimane sotto silenzio. E’ ugualmente ricordato, dopo l’invito di tanti, 1400 personaggi della cultura, della società civile, dello spettacolo, dello sport, a ritrovarsi comunque insieme in una sorta di piazza virtuale che magicamente sappia riunire il paese.

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