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PER UNA REPUBBLICA EUROPEA

Un  presidio si terrà sabato 10 novembre dalle 12 alle 13 in piazza ss Apostoli a Roma e fa seguito all’adesione della nostra associazione EuropaNow! al’iniziativa intitolata “European Balcony Project” – ideata dalla politologa tedesca Ulrike Guérot e dallo scrittore austriaco Robert Menasse – che ha per obiettivo, a 100 anni della fine della prima guerra mondiale (l’11 novembre 1918) e in concomitanza con l’anniversario della caduta del muro di Berlino (il 9 novembre 1989), di affermare che i cittadini europei non vogliono solo commemorare la storia ma riprendere in mano il loro destino

Dal teatro di Weimar e in diversi teatri e piazze europei, nel corso delle iniziative sarà letto il testo che si può trovare su (https://europeanbalconyproject.eu/en/manifesto). Si vuole riaffermare che l’Europa degli Stati nazionali è fallita e che la risposta è fondare una Repubblica Europea basato sul principio di una reale uguaglianza politica e democratica. All’iniziativa hanno aderito tra l’altro Etienne Balibar, Carolin Emcke, Srecko Horvath, Elfriede Jelinek, Milo Rau e Saskia Sassen. Naturalmente aderiscono anche “gli stati uniti d’europa” e la Fondazione Critica liberale. 

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PRIMA DI TUTTO UN INVENTARIO

di giuseppe giacomini

L’appello di Critica Liberale è assolutamente condivisibile.

Ciò detto, per tentare di fare qualcosa di concreto ed efficace mi parrebbe utile partire proprio da un inventario completo dei molti gruppi di opinione che si stanno esprimendo con forza sul tema europeo senza minimamente preoccuparsi della loro matrice tradizionale destra/sinistra sulla quale, come già ho scritto, ci sarà tutto il tempo di dividersi sia nel Parlamento UE, sia nei parlamenti nazionali.

Ricordo, ad esempio, il recente appello di Cacciari su Repubblica, il pregevole lavoro del Bruno Leoni e molto altro a livello nazionale e locale.

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UN APPELLO PER MILENA GABANELLI PRESIDENTE DELLA RAI

La Società Pannunzio per la Libertà di Informazione, Senza bavaglio e la Fondazione Critica liberale  hanno deciso di lanciare questo appello al Consiglio di Amministrazione della RAI
e alla Commissione di Vigilanza
perché sia nominata Presidente della TV pubblica Milena Gabanelli.

Per la RAI siamo arrivati a una svolta. O si cambia radicalmente – come ci saremmo aspettati da un governo che si autodefinisce “del cambiamento” – oppure si resta ancorati ai vecchi sistemi: spartizione e lottizzazione.

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USCITO IL N. 26 DE “GLI STATI UNITI D’EUROPA” – FEDERALISMO O BARBARIE – SCARICABILE GRATIS QUI E ANCHE SU IL FATTOQUOTIDIANO.IT

per scaricare il pdf clicca qui.

o anche qui: https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/08/01/stati-uniti-deuropa-criticare-lunione-che-ce-per-rilanciare-la-federazione-che-manca/4531036/

Indice
appello
04 – gli stati uniti d’europa, federalismo o barbarie – appello per una iniziativa federalista europea
editoriale
08 – g.v. – a.c., settanta anni dopo
lo stato dell’unione
12 – movimento europeo – consiglio italiano, lettera aperta al presidente del consiglio
14 – francesco tufarelli, ventotene o visegrad? come negoziare il bilancio ue
16 – giovani vetritto, la coesione che non c’è (più)
20 – rossella moscarelli, aree interne: l’italia (e l’europa) che sta affondando
d’oltralpe
26 – carolina vigo, europee 2019 e macron: flashback o inedito?
29 – sir graham watson, la gran bretagna della brexit e le sue convulsioni
libere opinioni
32 – sarah lenders-valenti, srebrenica, una difficile eredità
37 – claudia lopedote, asino chi legge: la democrazia compromessa

Federalismo o barbarie

Con questo numero 26 Critica liberale rilancia il suo supplemento Gli Stati Uniti d’Europa, gloriosa testata federalista esistita a cavallo dell’800 e del ‘900, fino alla catastrofe bellica del ’39. Il momento è drammatico e difendere la prospettiva dell’integrazione pare tempo perso. Ma i liberali restano convinti che non vi siano alternative alla creazione di un vero soggetto democratico continentale, pena la definitiva scomparsa economica, politica, culturale, civile del soggetto geografico che ha creato la modernità, ove esso si ostini a dividersi tra staterelli minuscoli (sul piano planetario) e sempre più litigiosi. Per questo il numero si apre con un appello che taglia netto con la tradizione del cauto ma generico europeismo e va a fondo nell’attacco dell’Unione che c’è, per rilanciare la prospettiva politica della Federazione democratica che serve. Singoli e soggetti collettivi sono invitati ad aderire all’appello, perché l’evidente impossibilità di difendere il grigio e dannoso funzionalismo a guida germanica e rimorchio mediterraneo non può trasformarsi nella supina accettazione di una perversa logica intergovernativa sempre più conflittuale e perdente.

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