PAROLA A TERRACINI

UMBERTO TERRACINI ALL’ASSEMBLEA COSTITUENTE: II SOTTOCOMMISSIONE SEDUTA DEL 18.09.1946 E COMMISSIONE PER LA COSTITUZIONE SEDUTA DEL 27 GENNAIO 1947.

LEGGERE E RIFLETTERE, PLEASE !

– «il numero dei componenti un’assemblea deve essere in certo senso proporzionato all’importanza che ha una nazione, sia dal punto di vista demografico, che da un punto di vista internazionale»;

– «la diminuzione del numero dei componenti […] sarebbe in Italia interpretata come un atteggiamento antidemocratico, visto che, in effetti, quando si vuole diminuire l’importanza di un organo rappresentativo s’incomincia sempre col limitarne il numero dei componenti, oltre che le funzioni»;

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È INTOLLERABILE L’IGNORANZA DI SALVINI

di beatrice brignone (Possibile)

Quest’anno ci siamo avvicinati all’8 marzo con le dichiarazioni di Matteo Salvini sull’aborto, gravissime e strumentali. Di fronte a consultori sempre più depotenziati, all’aumento dei medici obiettori, alla mancanza di politiche per le famiglie, è necessaria una risposta a chi parla ignorando la legislazione in vigore, colpevolizzando chi non vuole affrontare una gravidanza, mettendo in discussione il diritto di scelta delle donne.

Per rispondere alle sue parole, per ristabilire un minimo di verità, va fatta chiarezza:

1) Nessuna donna abortisce in Pronto Soccorso: l’interruzione volontaria di gravidanza è regolata da 40 anni dalla Legge 194, che prevede un percorso lungo e tortuoso: bisogna presentare un certificato di gravidanza, poi c’è un colloquio obbligatorio con un medico, che è tenuto per legge a esaminare con la paziente possibili alternative. Poi sette giorni obbligatori di attesa. Infine l’operazione.

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BUON SENSO E SENSO COMUNE

Il qualunquismo del taglio dei parlamentari, che è taglio della democrazia e della rappresentatività del Parlamento, mi fa tornare in mente, in questo clima di ‘dagli  all’untore’ (il cinese presunto untore a prescindere), il buon e immenso Alessandro Manzoni che descriveva la folla milanese alle prese con la peste: “Il buon senso c’era ma se ne stava nascosto per paura del senso comune “

Tradotto per il referendum: non buttiamo via il bambino (la democrazia parlamentare come luogo di espressione ampia della sovranità popolare plurale e conflittuale) con l’acqua sporca (un ceto partitico che ha avvilito la rappresentanza in forza di sistemi elettorali che impediscono di scegliere i rappresentati secondo un metodo democratico). Dove la democrazia parlamentare rappresentativa è il buon senso  e il qualunquismo antiparlamentare del ‘meglio di meno così paghiamo meno ladri’ è il senso comune.

USCITO IL N. 58 DI “NONMOLLARE” – SCARICABILE GRATIS QUI e anche sul fattoquotidiano.it

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Sommario
res publica
3. maurizio fumo, non basta la buona fede
cronache da palazzo
5. riccardo mastrorillo, quo usque tandem
la biscondola
6. paolo bagnoli, lo sfarinamento della democrazia rappresentativa
la vita buona
7. valerio pocar, lavorare meno, vivere meglio: utopia?
nota quacchera
8. gianmarco pondrano altavilla, i conti della serva per la libertà
lo spaccio delle idee
10. massimo la torre, la fine della storia: trent’anni dopo
15. paolo ragazzi, considerazioni postume sul “crollo del muro”
18. paolo fai, ricostruire la democrazia: derrida o graeber?
in fondo
19. enzo marzo, sallustivirus
20. comitato di direzione
21. hanno collaborato
8. bêtise d’oro
9-14-17. bêtise
14. ahi serva stampa

IL GRILLO STRAPARLANTE

Grillo non si arrende neppure di fronte alla liquefazione del suo movimento, e invece di chiedersi quali ne siano le ragioni, ritorna a dire:

«Perché votare? Perché non lasciare la parola ai cittadini, scelti a caso?». «Le democrazie rappresentative di tutto il mondo scricchiolano, sanno di antico».

Ha proprio ragione: la democrazie scricchiolano davvero, invece i princìpi spacciati per il “nuovo” dai 5S sono soltanto macerie. Dobbiamo ringraziare Grillo che li ha messi alla prova e si è scelto i suoi parlamentari già assolutamente «a caso». Così il mondo intero ha potuto constatare come è andato l’esperimento. Non ci poteva essere maggior contributo al rafforzamento della democrazia rappresentativa. Il seggio parlamentare regalato al primo passante ha creato un bel minestrone indigesto e ingestibile con estremisti di destra di qua, filocomunisti di là, vetero-democristiani di su, antisemiti di giù, per non dire degli opportunisti e dei ministri esperti come i bambini di sei anni. Pronti irresponsabilmente a governare sistemi sempre più complessi. Ma per Grillo e per Casaleggio bastava che fossero rigidamente sotto il loro comando e spingessero i bottoni secondo gli ordini dei Capi. Roba che non sa solo «di antico», ma puzza di  esperienze antidemocratiche novecentesche e di dittature subequatoriali. Basti pensare alla riproposizione di una espressione orrenda e antichissima come “Capo”.

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10 FEBBRAIO: IL GIORNO DEL RICORDO

di roberto fieschi

Dal 1943 al 1945 gli iugoslavi uccisero cieca 11.000 italiani (le cifre sono tuttora incerte). Le vittime non furono solo i fascisti o i condannati dagli improvvisati tribunali iugoslavi, ma anche persone in vista della comunità italiana e potenziali avversari dello stato comunista iugoslavo che si intendeva creare; vi furono anche vendette personali ed episodi di criminalità comune. Una parte delle vittime fu gettata nelle foibe (*); la maggior parte perdette la vita nelle prigioni, nei campi di concentramento o nelle marce forzate di trasferimento. Il termine “foibe” oggi è comunemente associato a questi eccidi. [Una foiba è un inghiottitoio tipico della regione carsica e dell’Istria; e ne contano circa 1700].

Di queste terribili vicende si seppe poco per molti anni, Finalmente, nel 2004, fu istituito il “Giorno del Ricordo”, una solennità civile, il 10 febbraio di ogni anno.

Ma raccontare gli eccidi fatti dagli iugoslavi dal 1943 al 1945, tacendo quanto accaduto in quell’area dalla fine della Prima Guerra Mondiale, darebbe una visione incompleta e distorta dei fatti. Riassumiamo le vicende più significative.

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CHI È VERAMENTE DIEGO FUSARO

Davvero arroganti e imprudenti, questi ragazzotti che si auto proclamano filosofi pur non avendo scritto un solo libro di teoria filosofica, ma che diventano noti perché propagandati da talk show per casalinghe. E non sono nemmeno originali: già ai miei tempi, nell’Università di Roma i fascisti, nell’euforia del ’68, inventarono un movimento chiamato “nazimaoismo”. Che raccoglieva tutto il pattume di due dittature terrificanti. Rieccoli.

Ugualmente Diego Fusaro, filosofo televisivo di estrema destra-sinistra, fa la sua crociata contro quel mostro del capitalismo, contro quella strega della globalizzazione, contro i complotti che dominano il mondo. Il tutto  nel nome dello stalinismo, del fascismo anticapitalistico e di tutte le bufale che invadono la Rete. Siamo sicuri, il suo prossimo passo sarà l’adesione al terrapiattismo.

Veramente tragica e divertente è la sua scivolata di oggi:

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I NUOVI BARBARI: OLIVIERO TOSCANI

Seconda puntata della nuova rubrica  di critica liberale in cui inventariamo parole e atti dei nuovi barbari, di coloro che – pur ricoprendo spesso ruoli pubblici – lavorano a tempo pieno per far precipitare il paese in una ignoranza, volgarità e inciviltà senza rimedio.

Oliviero Toscani, ospite a Un giorno da pecora su Radio1, ha detto la sua:  “ma a chi interessa che caschi un ponte” , dopo le polemiche sullo scatto che ritraeva insieme  le Sardine e Luciano Benetton, committente da decenni di Oliviero Toscani. Appunto.

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DUE “DOMANDE GIUSTE” A BERLUSCONI

Il Ppe ha prolungato la sospensione deliberata prima delle elezioni europee nei confronti di Fidesz, il partito del premier ungherese Viktor Orbàn, accusato più che giustamente d’essere antisemita, antieuropeo, ma soprattutto di aver stabilito in Ungheria un regime dichiaratamente illiberale e liquidatore dello stato di diritto.

«Caro Berlusconi, lei da trent’anni si dichiara liberale e continua a farlo tuttora, nonostante le sue politiche pubbliche. I suoi ghost rider e i liberaloidi insistono contro ogni evidenza. Lo sappiamo che lei non ci crede, ma perché continua ad avallare questa bufala che, tanto per fare un esempio, potrà metterla in difficoltà a Palazzo Grazioli dove ha invitato a pranzo l’antisemita Orbàn, che potrebbe chiederle: “Lei che mi vuole ostinatamente nel gruppo europeo dei popolari  – e la ringrazio – perché non ha il coraggio di affermare pubblicamente, come faccio io, il suo odio per il liberalismo?’’». [e.ma.]

la domanda giusta

[Nella foto, Matteo Salvini con Alexander Dugin, ideologo di Putin e fondatore del partito nazional-bolscevico]

di enzo marzo

È l’”uovo di Colombo”, ma nessun politico e/o giornalista da anni sa far reggere in piedi sul tavolo un uovo. La nuova Cristoforo Colombo è Elly Schlein, la giovane “Coraggiosa” che ha preso il massimo delle preferenze in Emilia-Romagna. Semplice, spiega lei: «Bisogna fare la “domanda giusta”». E ha dato l’esempio affrontando Salvini per chiedergli: «Ma perché per 22 volte non ti sei presentato alle riunioni sui negoziati di Dublino?». E Salvini fa scena muta. Bocciato.

In questi ultimi due anni quante domande avrebbero potuto rivolgere al Demagogo dell’estrema destra i nostri assonnati politici o coloro che lo dovrebbero fare per professione e invece sono imboscati nella nebbia del potere, al motto di “non si sa mai”?. Elly Schlein non lo afferma espressamente ma sottintende che, se nessuno fa la “domanda giusta”, vuol dire che c’è una rete soffocante di complicità che stringe politica e informazione, anche quella politica e quella informazione che nel teatrino della comunicazione recitano (male) il ruolo dei due avversari che imprecano l’un contro l’altro, ad uso della massa che deve restare sempre più immersa nell’ignoranza fino alla cima dei capelli. 

Le domande giuste sono anche quelle semplici. E ce ne è per tutti.

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USCITO IL N. 57 DI “NONMOLLARE” – SCARICABILE GRATIS QUI E ANCHE SUL FATTOQUOTIDIANO.IT

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Sommario
l’osservatore laico – in esclusiva
3. emanuela provera, pedofilia ecclesiastica, il caso del cardinale barbarin
cosmopolis
4. claudia lopedote – andrew morris, brexit day -unintended consequences
res publica
6. maurizio fumo, una modesta proposta in tema di prescrizione, anzi due
8. le peripezie di un avventuriero
10. riccardo mastrorillo, il virus e gli sciacalli nell’era dei social
la biscondola
9. paolo bagnoli, tragica mediocrità e ridicolo populismo
nota quacchera
11. gianmarco pondrano altavilla, cina, coronavirus e libertà di informazione
la vita buona
12. valerio pocar, pena certa ma proporzionata
lo spaccio delle idee
14. paolo fai, riflessioni sulla shoah
17. winston churchill, lasciate che l’europa sorga
in fondo
19. enzo marzo, la domanda giusta
23. comitato di direzione
23. hanno collaborato
9. bêtise d’oro
4-11. bêtise

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