IL CALDO ABBRACCIO DELLA PUBBLICITÀ TRUFFALDINA. COME “LA REPUBBLICA 3.0” DIVENTA “LA REPUBBLICA  MARCHETTARA”

[nella foto: i soldati di coccio in redazione]

di enzo marzo

Detto Fatto. Da due giorni gira il Documento sui Valori di tutto il Gruppo Gedi, che è stato presentato ai Direttori e ai giornalisti della più grande concentrazione dell’informazione stampata in Italia.

Il testo fa sorridere perché ha lo stile di quei documenti aziendali all’americana che vengono esibiti nei meeting in hotel vacanzieri per “motivare” i dipendenti che poi devono spargersi in tutto il Paese a vendere pentole o cosmetici.

Ma dopo aver sorriso, viene voglia di piangere: in queste pagine la figura del giornalista scompare, riducendosi a quella di soldatino inquadrato in una falange “cinese” agli ordini esclusivi della politica e degli interessi del Padrone. A realizzare l’una e gli altri ci pensano i Direttori-Kapò. (Come commenta “Professione Reporter”: «i giornalisti devono accettare maggiore flessibilità. Una indicazione per il nuovo contratto di lavoro». D’altronde il Documento è chiaro e proclama la «fine della solitaria indipendenza proclamata dai giornalisti, con il loro Ordine e la loro deontologia. P.R.». E basta con l’etica!, altrimenti come si truffa in santa pace? Ai brontoloni è garantita una «maggiore flessibilità». Che sfacciatamente viene minacciata oltre che per il Gruppo Gedi, addirittura per tutti i giornalisti italiani con il futuro Contratto di lavoro. Anticipando arrogantemente persino la Federazione Italiana Editori giornali.

E non finisce qui, anzi, «il primo messaggio: fra gli strumenti del rilancio c’è l’interazione dell’attività giornalistica e di quella del marketing». Il giornale si tramuta così da involucro per inserzioni pubblicitarie a strumento per truffare il lettore nascondendo il messaggio propagandistico nella parte redazionale. E tutto ciò viene dichiarato sfacciatamente, predicando la violazione di tutti i codici deontologici dei giornalisti e persino degli agenti pubblicitari. Ovviamente i Comitati di redazione, i giornalisti (sotto un così pesante ricatto), l’Ordine, la Federazione della Stampa, i maggiori editorialisti e il Fondatore del quotidiano tacciono complici.

Due Giorni Dopo. Su “Repubblica Marchettara 3.0” di domenica 13 dicembre, dopo la cronaca dei funerali di Paolo Rossi e prima del Settore economia, un’intera pagina è dedicata a uno scoop davvero clamoroso che brucia sul tempo tutti gli altri giornali italiani ed esteri: tra due mesi la famiglia Missoni celebrerà il centenario della nascita di papà Ottavio. Ovviamente la notizia è annunciata anche in prima pagina. (Da notare che “Repubblica Marchettara 3.0” si è dimenticata nell’ottobre scorso di commemorare il centenario della nascita di uno dei più grandi economisti del ‘900, Paolo Sylos Labini, peraltro tra i collaboratori più illustri di “Repubblica 1.0”). Purtroppo Sylos Labini non faceva piumini che ti abbracciano caldi. Infatti, nella stessa pagina una colonna, vera e propria “marchetta” propagandistica con tanto di firma di una giornalista, si affianca alla grande foto della signora Missoni. Non mancano le immagini dei piumini del catalogo Missoni. Si lamenta la mancanza dei prezzi.  

Scusate, devo finirla qui, perché devo tornare dal mio giornalaio per farmi restituire l’euro e mezzo che “Repubblica marchettara 3.0” oggi mi ha truffato.

La “Società Pannunzio per la libertà di informazione” e la corrente sindacale “Senza bavaglio” hanno deciso di denunciare il Direttore di “Repubblica Marchettara 3.0”, Maurizio Molinari, agli organi disciplinari dell’Ordine dei giornalisti, per grave violazione del Codice deontologico, nonché di accertare tutti i presupposti per una denuncia penale per truffa in commercio.

Società Pannunzio e Senza bavaglio

Da “Repubblica Marchettara 3.0”, 13 dicembre 2020, p.29

IL PIUMINO

Il caldo abbraccio
che protegge come una coperta di Linus

di Laura Asnaghi

Siete pronti alla sfida al grande freddo? Allora infilatevi un bel piumino e godetevi l’inverno avvolti in una “buccia” calda che vi fa sentire al riparo. Il piumino, infatti, oltre a essere un alleato contro il gelo, funziona anche come coperta di Linus:

coccola, abbraccia e protegge. Dagli anni 90 veleggia sicuro nel mondo della moda. Ha un posto di primo piano nel guardaroba anche se a ogni stagione cambia

 

proporzioni, colori, tessuti e imbottiture. Non solo piume ma anche nuovi materiali super tecnologici o naturali e sostenibili. Il piumino è capace di conquistare un pubblico trasversale con una gamma estetica molto ampia. Il modello più familiare è il giaccone imbottito ma, tutto sommato, molto slim, attrezzato con tasche e comodo da indossare.

Ma per chi vuole essere fashionista è d’obbligo il modello oversize, voluminoso quanto basta per non passare inosservati.

 

Tra i due estremi si piazza il cappotto con l’“anima” di piumino, che aderisce come una seconda pelle. Sul fronte dei colori tutto è concesso, da quelli brillanti ai più classici nero-blu-beige: gli evergreen che non stancano mai.

 

 

DOPO 23.208 MORTI DA COVID IN LOMBARDIA. I CONSIGLI DEL PRESIDENTE REGIONALE E DI UN GIORNALE CIALTRONE

 

«HA RAGIONE IL GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA – IMPORTANTE È DISOBBEDIRE»

Così “Libero” di oggi 9 dicembre. Titolo a tutta pagina in “prima”. Articolo firmato “Filippo Facci”. Così il giornale più negazionista e salviniano d’Italia continua la sua campagna scellerata, circondato da montagne di morti. Che Attilio Fontana sostenga questa tesi è quasi ovvio. Disobbedire alle leggi per lui è cosa abitudinaria. (Vedi le vicende giudiziarie di Attilio Fontana riportate qui sotto da Wikipedia), per lui è normale tenersi milioni in Svizzera, dando così un bell’esempio sia ai Lombardi sia agli evasori di tutto il nostro Bel Paese. Ugualmente, per questa ineffabile caricatura di politico è normale che la Regione che presiede dia appalti a sua moglie e a suo cognato. Ovviamente la colpa è dei Lombardi che lo hanno votato e dei partiti che lo sostengono ancora nonostante la sua palese indegnità. Non è bastata loro la lezione di aver eletto precedentemente persino uno come Formigoni. Ma ora si esagera. Il caro Attilio non può continuare a fare danni in un momento di acuta crisi come l’attuale.

Fontana, da tempo, avrebbe dovuto dimettersi  in silenzio e cospargersi il capo di cenere per le sue responsabilità nella gestione del COVID che, con la collaborazione dell’Assessore alla Sanità, Gallera, è stata la più catastrofica del paese. E invece ancora ha coraggio di parlare e incitare i cittadini a “disobbedire” a norme di prudenza. Con la complicità di un giornalista, Filippo Facci, che non dovrebbe più radersi la mattina per non correre il rischio di vedere allo specchio il viso di un cialtrone che in piena prima pandemia (12 aprile 2020, ripeto 12 aprile, il giorno in cui scriveva c’erano stati 273 morti solo in Lombardia), raggiunse il massimo del cinismo incosciente e mascalzone scrivendo sempre sul suo giornale spazzatura «Adesso basta, spezzo le catene, domani me ne vado al mare. Uscirò liberamente e sfacciatamente per le strade del mio Paese, e lo farò in spregio a un governo indegno e cialtrone che si illude di poter giocare a tempo indeterminato con le mie libertà individuali». Uno che scrive su “Libero” ne ha ben altre di catene.

P.S.: In margine, noto che davvero la politica è finita nella regione Lombardia. Ma è mai possibile che cialtronate del genere, così rovinose e demagogiche, non spingano a Milano dieci persone (o anche una) ad andare davanti a “Libero” o davanti al Pirellone per protestare civilmente con dei cartelli contro titoli di giornale o prediche presidenziali così pericolose? La reazione potrebbe essere organizzata dal Pd o dal M5s. Ma è utopico aspettarselo: sono solo due scheletri che giacciono inerti sulle poltrone del potere.

NOTA GIUDIZIARIA

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La legge sul divorzio: 50 anni di civiltà laica

La registrazione dell’evento sul canale YouTube della Fondazione

1 dicembre 1970 – 1 dicembre 2020

La legge sul divorzio: 50 anni di civiltà laica

la lunga battaglia parlamentare, la vittoria dei laici, la memoria dei protagonisti

ne parleranno:

Giovanni Crema (già deputato socialista),

Maria Mantello

(Presidente Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno”),

Enzo Marzo (Presidente Critica Liberale),

Gianfranco Spadaccia (già deputato radicale)

con un breve contributo di Beatrice Rangoni Machiavelli

modera Riccardo Mastrorillo (critica liberale)

MARTEDI 1 DICEMBRE ore 18,30

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IO VI ACCUSO

di  marco galice 

Barbara D’Urso, Maria De Filippi, Alfonso Signorini, Alessia Marcuzzi e tutta la schiera della vostra bolgia infernale… io vi accuso.

Vi accuso di essere tra i principali responsabili del decadimento culturale del nostro Paese, del suo imbarbarimento sociale, della sua corruzione e corrosione morale, della destabilizzazione mentale delle nuove generazioni, dell’impoverimento etico dei nostri giovani, della distorsione educativa dei nostri ragazzi.

Voi, con la vostra televisione trash, i vostri programmi spazzatura, i vostri pseudo spettacoli artefatti, falsi, ingannevoli, meschini, avete contribuito in prima persona e senza scrupoli al Decadentismo del terzo millennio che stavolta, purtroppo, non porta con sé alcun valore ma solo il nulla cosmico.

Siete complici e consapevoli promotori di quel perverso processo mediatico che ha inculcato la convinzione di una realizzazione di sé stessi basata esclusivamente sull’apparenza, sull’ostentazione della fama, del successo e della bellezza, sulla costante ricerca dell’applauso, sull’approvazione del pubblico, sulla costruzione di ciò che gli altri vogliono e non di ciò che siamo.

Questo è il vostro mondo, questo è ciò che da anni vomitate dai vostri studi televisivi.

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IO SONO UN NO-SEM (con una postilla)

«Ma perché dovrebbe esserci una seconda ondata di contagi?  ‘Sta roba che stanno dicendo, ‘attenzione!, attenzione!, e a ottobre, e a novembre’: è inutile continuare a terrorizzare le persone!». Matteo Salvini, virologo profeta padano, “aria pulita”, 25 giugno 2020

“IO HO DECISO, NON MI FERMO AI SEMAFORI!
Io sono un NO-SEM.
Cioè, se tu vuoi fermarti ai semafori, liberissimo, mica te lo proibisco. Ma io no.
Il semaforo limita la mia libertà di movimento e la mia libertà di scelta individuale. Cose previste dalla Costituzione e dal trattato di Schengen, libertà di circolazione, avete presente?
Io ammiro chi crede davvero che i semafori siano stati concepiti per la nostra “sicurezza”. Sul serio, capisco chi pensa che la vecchietta che attraversa la strada e non finisce sotto la mia macchina, poi PER QUESTO motivo campi altri cent’anni. E’ una cosa che ci hanno indotto a credere da sempre, indottrinandoci ben bene a partire dai nostri genitori (servi inconsapevoli, ahiloro).
Che poi, quelli investiti sulle strisce, siamo sicuri che non avessero altre patologie? Il 70% aveva problemi cardiaci, o problemi respiratori da raffreddore….sono morti PER schiacciamento da auto o CON schiacciamento da auto, ma prima o poi sarebbero morti lo stesso? Non ce lo dicono…..
Fatto sta che nessuno sottolinea mai quanto i semafori consumino elettricità (SOLDI NOSTRI), deturpino il paesaggio e discriminino i daltonici, perché queste sono verità scomode.
E il mainstream non vi verrà mai neanche a dire che ci sono fior di studi SCIENTIFICI che dimostrano al 100% che se un’automobile o un motorino va a forte velocità contro il palo di un semaforo si schianta col rischio anche di MORTE. C’è tutta una letteratura al riguardo per cui i morti contro i pali dei semafori sono milioni. Però i media ne parlano bene e le autorità li impongono cercando di farci passare i semafori come una cosa per il “nostro bene”. (ah ah, sì vabbe’).
Si sa da tempo immemore che anche se una persona a piedi sbatte su un palo di semaforo poi ha delle conseguenze anche permanenti.
Ecco, tutto questo e tanto altro dovrebbe bastare ma non mi interessa fare proseliti, io racconto solo la verità, poi voi fate come volete, intanto io penso con la mia testa pur continuando a prendere multe e sanzioni perché ovviamente vado contro il sistema.
No problem, io proseguo nella mia battaglia illuminata e dico:
No, grazie, io non mi fermo ai semafori”.
(Grazie Amicojo)

[dalla Rete]

[POSTILLA: Apprezziamo lo spirito surreale che anima la Rete e schernisce il negazionismo che parla a vanvera della “libertà”, senza sapere neppure cosa sia. Purtroppo, però, dato che l’idiozia della realtà anticipa la fantasia, dobbiamo constatare che da un paio di decenni l’ignoranza e spesso la malafede hanno distorto l’uso dei concetti e delle parole. Ricordiamo con dispiacere che un liberaloide come Piero Ostellino, imperante un truffatore/corruttore, scrisse un articolo sul Giornale di questo pregiudicato per sostenere la tesi che anche il rosso del semaforo limitava la sua libertà.       e.ma.]

tra austerità e riforme: chi pagherà la crisi?

DIALOGO TRA GIOVANNI PERAZZOLI E VERONICA DE ROMANIS

Giovanni Perazzoli: La resistenza nel chiedere l’attivazione del Mes sembra un’impuntatura priva di senso che, oltre ad incidere negativamente sulle risorse della sanità, continua ad alimentare nell’opinione pubblica italiana una forte diffidenza verso l’Europa. C’è chi congettura clausole nascoste e trappole che avrebbero lo scopo di porre all’Italia delle condizioni insostenibili dopo l’adesione. Non sono solo i populisti a seguire questa linea.  Lei ha detto più volte che, se parliamo di numeri e di fatti oggettivi, non dovremmo temere il Mes. Una delle obiezioni che circolano è però che gli altri paesi non hanno richiesto l’attivazione del MES.

 Veronica de Romanis: Il ministro Gualtieri è stato chiarissimo. Il MES non ha altre condizionalità se non quelle sanitarie e lui lo sa, visto che lui ha negoziato il trattato.  Dal punto di vista tecnico non ci sono dubbi. Non ci sono condizioni ex post, come, del resto, non ci sono mai state in nessuno strumento europeo, neanche con il Mes precedente. Il risparmio per l’Italia è calcolato intorno ai 300 milioni l’anno. Non è poco. Quanto al rischio di sorveglianza, bisogna ricordare che la sorveglianza è indipendente dal MES. Per adesso il patto di stabilità è stato sospeso, ma quando verrà ripreso, è chiaro che riprenderà anche la sorveglianza per la stabilità dei conti pubblici. Ma questo non c’entra con il Mes, c’entra con il coordinamento legato al semestre europeo. Sgombrato dunque il campo dalle critiche tecniche, rimane il punto su cui insiste Conte: perché non ne usufruiscono gli altri?  Intanto, un paese grande come l’Italia dovrebbe avere una leadership per fare quello che deve fare, senza doversi accodare con gli altri paesi. Inoltre, mi pare che porsi questa domanda significhi semplicemente non capire la logica degli aiuti europei. L’Europa interviene come mai prima con due tipi di aiuti, uno per l’emergenza e l’altro per la ricostruzione. L’emergenza comprende un fondo della Banca europea per gli investimenti destinato alle imprese, un fondo per il mercato del lavoro (Sure) e infine il Mes. Sono tre strumenti da utilizzare subito per l’emergenza. Con il Mes potremmo comprare vaccini antinfluenzali, ma potremmo anche utilizzarli per migliorare il servizio dei trasporti pubblici, che è una spesa sanitaria indiretta perché siamo in una pandemia. Non mi dilungo in altri esempi.  Si tratta in breve di uno strumento per fronteggiare l’impatto dell’emergenza. Poi è chiaro che ogni paese valuta in relazione alla propria situazione particolare, ovvero in base a quanto gli costa finanziare il proprio debito, oppure in relazione ai problemi nel sistema sanitario ecc. Al MES si può anche ricorrere in modo parziale.  Ogni paese valuta in base alla propria condizione di fatto. Il ministro francese Bruno Le Maire ha detto che per ora non farà ricorso al MES. Ma in futuro potrebbe farlo. La logica dell’Unione europea di lasciare un largo margine di scelta.

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la recensione di pierfranco pellizzetti su Micromega al libro di enzo marzo: “I diritti dei lettori”

http://temi.repubblica.it/micromega-online/l-informazione-puo-ancora-essere-salvata/

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https://www.libreriauniversitaria.it/diritti-lettori-proposta-liberale-informazione/libro/9788833831169

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“I DIRITTI DEI LETTORI”, UN NUOVO LIBRO DI ENZO MARZO, SCARICABILE QUI GRATUITAMENTE

La libertà di informazione è, bene o male, garantita da costituzioni e da leggi. I media, che avvolgono il globo con le loro reti, si dichiarano liberi, ma sono ovunque in catene. Questo libro di Enzo Marzo, I diritti dei lettori. Una proposta liberale per l’informazione in catene, con interventi di Luigi Ferrajoli e Stefano Rodotà (Biblion edizioni), non vuole essere solo un contributo al dibattito sul degrado avvilente della nostra stampa e televisione, ma soprattutto una proposta politica che deve coinvolgere quanti sono convinti che una delle basi fondamentali di un regime democratico è una comunicazione libera. Il tentativo è di far riconoscere che la comunicazione non ha due protagonisti, editori e giornalisti, bensì tre. Esiste anche il lettore, che oggi non possiede alcun diritto, ma è solo oggetto (pagante) di propaganda, di vere e proprie truffe e vittima di una assoluta opacità del prodotto che acquista.

Essendo una battaglia, vogliamo fare con l’esempio un piccolo passo verso la de-mercificazione dei prodotti culturali che, se fossero riconosciuti quel che sono, ovvero un bene pubblico, dovrebbero avere una circolazione gratuita. Per questo offriamo a chiunque di scaricare il testo integrale del libro. Vi chiediamo in cambio soltanto di contribuire alla diffusione del libro inoltrando a tutti i vostri conoscenti il link da cui lo si può scaricare  e di partecipare al dibattito sulle nostre idee con commenti, critiche e proposte, cui cercheremo di dare la massima diffusione.

Grazie

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BIBLION EDIZIONI

I DIRITTI DEI LETTORI: PER UN’INFORMAZIONE “LIBERATA”

Biblion Edizioni annuncia l’uscita di una nuova pubblicazione: I diritti dei lettori. Una proposta liberale per l’informazione in catene di Enzo Marzo, direttore di “Critica Liberale” e portavoce della “Società Pannunzio per la libertà d’informazione”.

I diritti dei lettori, primo volume della collana “Biblioteca di Critica Liberale”, si concentra sulla necessità di proteggere il lettore, consumatore, oggi, di un’informazione non libera, mediante una politica autenticamente liberale volta a garantire una comunicazione di qualità. L’importanza di uno Statuto, ideato da Enzo Marzo e sostenuto dagli interventi di Luigi Ferrajoli e Stefano Rodotà, si concretizza non solo nel far rispettare finalmente le norme vigenti, ma nel fondare un vero “diritto dei lettori” a un’informazione non inquinata e trasparente. Sono infatti proprio i lettori i protagonisti di un processo conoscitivo essenziale affinché una democrazia sia davvero tale.

«La libertà di informazione è, bene o male, garantita da costituzioni e da leggi. I media che avvolgono il globo con le loro reti si dichiarano liberi, ma sono ovunque in catene. I vincoli, beninteso, sono sempre più virtuali, invisibili, legano le menti e le indirizzano. Quando ci decideremo a fondare giornali strutturalmente liberi? Quando i lettori saranno riconosciuti soggetti di diritti da tutelare?»

 Enzo Marzo, giornalista del “Corriere della Sera” per 35 anni, ha fondato nel 1969 il periodico “Critica liberale” che ancora dirige. È direttore di “Nonmollare – quindicinale online post azionista” e presidente della Fondazione Critica Liberale. Nel 1998 è stato ideatore del “Manifesto laico”, nonché coautore dell’omonimo libro edito da Laterza. Insieme con Paolo Sylos Labini ed Elio Veltri ha fondato “Opposizione civile”, una delle prime associazioni della società civile che si è adoperata contro il regime berlusconiano. Già docente di Profili deontologici della professione giornalistica presso la Scuola Superiore di Giornalismo (LUISS), è tra i fondatori e portavoce della “Società Pannunzio per la libertà d’informazione”. Ha scritto: La voce del padrone. Saggio di liberalismo applicato alla servitù dei media, Edizioni Dedalo, 2006.

Giulia Orsenigo

giuliaorsenigo1@gmail.com

mp 3315634222

BIBLION EDIZIONI srl

Via Mascheroni, 3 – 20123 Milano

Telefono: 02.39.66.00.70

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LA RACCOLTA DEI TITOLI PIU’ GRULLI DEL REAME

«IL NUOVO PATTO DEL NAZARENO NON È UNA MARCHETTA» – “IL FOGLIO”

“IL FOGLIO” – prima pagina, su art. di Claudio Cerasa

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«ZANGRILLO DÀ LE PAGELLE AI TELE-MEDICI «TANTI SCIENZIATI, POCA SCIENZA» IL VIRUS HA FATTO SPUNTARE TROPPI ESPERTI DELL’ULTIMA ORA – LA STAMPA TERRORIZZA LA GENTE, CHE NON SI RESPONSABILIZZA» – “LIBERO”

PRIMO POSTO: “LIBERO”   pag. 1 – 3 su art. Pietro Senaldi

ESCLUSIVO – I DIARI DEL PRESIDENTE DI OPEN- “RENZI DICE CHE LA BOSCHI È UNA DONNA, QUINDI È XXXXX” [CENSURA DEL SITO] – BIANCHI HA ANNOTATO TUTTO, COMPRESI I COMMENTI SESSISTI DEL PRINCIPALE – E IL FATTO CHE IL ROTTAMATORE CONSIGLIASSE A MEB DI TROVARSI UN FIDANZATO PER ALLONTANARE LE VOCI SU LORO DUE». “LA VERITÀ”

“LA VERITÀ” – 8 colonne , prima pagina, su art. di Giacomo Amadori

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 1. «Trentamila intellettuali contro questo esecutivo» – “LIBERO” – 2. «COSE TURCHE – SOLAMENTE A NAPOLI SI PUÒ CREPARE NEL CESSO IN CORSIA» – “LIBERO” – 3. «“Non svuotare le carceri è folle” Bernardini digiuna» – “IL RIFORMISTA”

PRIMO POSTO:

“LIBERO”   pag. 1 – 5 su art. Gianluca Veneziani

SECONDO POSTO: 

“LIBERO”   pag. 1 su art. Vittorio Feltri

TERZO POSTO: 

“IL RIFORMISTA”  PAG.1 

13-11-2020

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«SOCIETÀ SPACCATA – DA BERGOGLIO A MATTARELLA, ARBITRI DI PARTE. E L’ODIO DILAGA» . “LA VERITA’”

giovedì 12 novembre 2020

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IL BUCO DI “LIBERO”

 [Ci siamo precipitati sulla la prima pagina di “Libero” per segnalare come Feltri-Senaldi avevano dato la notizia della vittoria di Biden, convinti di leggere un bel titolo grullo, ma siamo rimasti delusi, non abbiamo trovato nulla: l’esito finale dello scontro con Trump atteso da tutto il mondo per giorni per “Libero” non è una notizia di prima pagina.]

SECONDO POSTO: 

«CONSOLIAMOCI. GLI ANTI TRUMP DESTINATI ALL’ESTINZIONE»

“LA VERITÀ” – pag.1-15 su art. Marcello Veneziani

domenica 8 novembre 2020

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«IL GOVERNO ODIA IL NORD» – “LIBERO”

PRIMO POSTO:

«IL GOVERNO ODIA IL NORD» – “LIBERO”

“LIBERO”   pag. 1 – 9 col.-13 su art. Pietro Senaldi

SECONDO POSTO: 

«NEGLI STATI UNITI HA VINTO IL PIÙ TONTO»

“LIBERO” – pag.1-11 su art. Giovanni Sallusti

6 novembre 2020
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“LA VERITÀ” – pag. 1-13 su art. Maria Giovanna Maglie

SECONDO POSTO: 

«L’INTERVISTA Luigi Marco Bassani – Quanti pregiudizi su Trump da chi non conosce gli Usa – Lo storico delle dottrine politiche: “Stereotipi ideologici nati dall’invidia per la ricchezza e il successo americano”».

“IL GIORNALE” – pag.18 su art. Eleonora Barbieri

Giovedì 5 novembre 2020

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«ABOLITA LA LIBERTÀ» – “LIBERO”
“LIBERO”, pag. 1 – su art. di Pietro Senaldi     
             SECONDO POSTO:          «ASSALTO SENZA FINE ALLA POLITICA: VERDINI VA IN CELLA»       “Il riformista”, pag 1-5 su art. Paolo Comi Mercoledi 4 novembre 2020

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«OCCIDENTE IMBELLE – SE NOI SIAMO CHARLIE, LO SCONTRO È GIÀ PERSO – PER NON “OFFENDERE LE MINORANZE” L’OCCIDENTE SI NEGA IL PRESEPE, CENSURA LA BELLEZZA DEL CRISTIANESIMO, MUTILA LA PROPRIA LIBERTÀ»

LA VERITÀ”, pag. 1 -13 – su art. Silvana De Mari

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«VIETATO USCIRE SE HAI 70 ANNI – VOGLIONO RINCHIUDERE I VECCHI NELL’ARMADIO – PURE GRILLO SOGNA DI TOGLIERE IL DIRITTO DI VOTO AI NONNI» -“LIBERO”

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La figlia di un onesto cappellaio che diventò partigiana e giornalista

 di maria pia di nonno

Gianna Radiconcini si è spenta all’età di 94 anni. Una donna, una giornalista che ha segnato la storia dell’informazione europea: corrispondente della Rai da Bruxelles e da Strasburgo, Gianna seppe raccontare gli sviluppi dell’integrazione, con le prime elezioni a suffragio universale del Parlamento europeo, così come altri momenti topici di quelle vicende europee tra Anni Settanta e Ottanta, con passione e competenza. Dietro le quinte della cronista, Gianna ha seguito tutti i più grandi eventi di quella fase, difficile, ma dalla metà degli Anni Ottanta, entusiasmante, della Comunità europea: la firma dei Trattati di Roma nel 1957; le elezioni del Parlamento europeo del 1979 – fu, ad esempio, la prima giornalista ad intervistare Simone Veil dopo la sua elezione il 17 luglio – e la caduta del Muro di Berlino nel 1989. 

Ma l’impegno politico e sociale di Gianna non inizia con l’Europa. Ha radici ben più lontane. Ha soli nove anni quando – a seguito di una correzione di una maestra, da lei ritenuta ingiusta, a un suo tema – capisce di voler diventare antifascista. È troppo giovane, probabilmente, per rendersi pienamente conto dei reali rischi che quella scelta comporta, ma non si lascia intimidire. Dopo l’8 Settembre, nella Roma occupata dai nazisti, inizia con i compiti più semplici, come la consegna del cibo ai detenuti politici rinchiusi nel Carcere di Regina Coeli, per poi assumere incarichi via, via sempre più delicati.

Tra i vari avvenimenti che la segnano, ve n’è uno in particolare sempre vivo nella sua memoria e spesso da lei raccontato: il brutale omicidio di Teresa Gullace. Madre, e in attesa di un altro figlio, Teresa è nei pressi della Caserma di Giulio Cesare a Roma per protestare, assieme ad altre donne, contro la reclusione dei propri figli e mariti quando viene colpita a morte da colpi sparati da due giovani SS in motocicletta. Anche Gianna è lì e assiste, impotente, a quella scena. 

Ma accanto all’Europa e all’antifascismo, c’è un’altra battaglia condotta da Gianna. Entrata nelle fila del Partito Repubblicano, inizia ad occuparsi di diritti delle donne e, in particolare, di diritto di famiglia. Le sue idee sono talmente innovative da non essere comprese e da causarne un allontanamento dal partito stesso. Eppure, qualche tempo dopo, quelle idee vengono riprese proprio da Oronzo Reale, divenuto ministro della Giustizia, e conducono, seppur lentamente, ad una rivisitazione delle norme del Codice Civile concernenti il diritto di famiglia e delle successioni. Gianna non lo hai mai detto esplicitamente ma, forse, si sarà sentita orgogliosa di aver aperto la strada, con discrezione e senza ricevere i giusti riconoscimenti, alla riforma del diritto di famiglia del 1975. 

Tutte queste battaglie – tenute vive fino all’ultimo – sono state raccontate da Gianna nella propria autobiografia, pubblicata nel 2015, Memorie di una militante azionista – Storia della figlia di un onesto cappellaio (2015).  Gianna ha inoltre pubblicato più di recente, nel 2019, anche un romanzo in parte autobiografico, Semafori Rossi. 

da Professione reporter

CONVEGNO: LA LEGGE SUL DIVORZIO, 50 ANNI DI CIVILTÀ LAICA

1 dicembre 1970 – 1 dicembre 2020

La legge sul divorzio: 50 anni di civiltà laica

la lunga battaglia parlamentare, la vittoria dei laici, la memoria dei protagonisti

ne parleranno:

Giovanni Crema (già deputato socialista),

Maria Mantello

(Presidente Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno”),

Enzo Marzo (Presidente Critica Liberale),

Gianfranco Spadaccia (già deputato radicale)

con un breve contributo di Beatrice Rangoni Machiavelli

modera Riccardo Mastrorillo (critica liberale)

MARTEDI 1 DICEMBRE ore 18,30

il convegno sarà trasmesso in diretta su facebook https://www.facebook.com/fondazionecriticaliberale

e sul canale youtube di Critica liberale

https://www.youtube.com/channel/UCh6IWhBg-moTHMmE6tWcB7Q

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