PAPEETE DUE. CRISI? MA QUALE CRISI?

[h.16.09] [e.ma.] Non mi dilungo in un giudizio su Renzi per non turbare la sensibilità dei lettori e per non violare il codice penale. Chi è Renzi ormai lo sanno tutti, anche all’estero. Persino il Pd. Persino la Destra, per cui egli sta lavorando da anni sotto la guida di Verdini. Ormai lo definiscono «un bullo» [vedi “la Verità” e “La Repubblica 3.0”]. Non mi dilungo nel descrivere la situazione di crisi sanitaria ed economica del paese perché ci stiamo immersi fino al collo. Noi abbiamo sempre criticato Conte su singole decisioni, ma tenendo conto delle forze in campo e del pericolo rappresentato dall’estrema destra antieuropea e razzista. Non siamo stati mai contro il governo in modo aprioristico. Per esserlo avremmo dovuto indicare una proposta alternativa. Ma questa non c’è. Inoltre, realisticamente, questo è il miglior governo possibile, Conte ha fatto miracoli date le carenze della burocrazia, la guerra furiosa dell’opposizione (caso unico in Europa), la corruzione generalizzata e una sanità pubblica ridotta a pezzi. La gestione della pandemia in mano ai negazionisti e a gente come Fontana + cognato-Gallera-Zangrillo-Bertolaso fa rabbrividire; i rapporti con l’Europa in mano ai sovranisti nostrani ci avrebbe sprofondato e ci sprofonderebbe in un pozzo di miseria senza fondo.

E allora la crisi? Ma quale crisi? È obbligatorio arrivare al semestre bianco con questo Parlamento, eleggere un Presidente della Repubblica democratico, e poi vada come vada. Per ora si sono dimesse due ministre di un partitino alla ventura. Non le rimpiangiamo e andiamo avanti. Conte si presenti alle Camere e chieda il voto. Se in parlamento prevale il masochismo suicida e il sadismo nei confronti del paese, si va al voto. Vogliono sostituire la campagna vaccinale con la campagna elettorale? Ognuno si assuma le proprie responsabilità. 

situazione critica “una crisi inspiegabile”

Lunedì 8 febbraio Critica liberale, riprende i suoi appuntamenti periodici di approfondimento e confronto.

Lunedì 8 febbraio alle ore 17,30
situazione critica
“una crisi inspiegabile”
gli incontri di Critica liberale

 

L’argomento del confronto tra gli amici di Critica Liberale sarà l’attualità politica e l’epilogo della crisi di governo.

Chi volesse partecipare all’incontro, che sarà comunque trasmesso in diretta sul canale facebook di critica liberale può registrarsi mandando una mail a info@criticaliberale.it, tutti i partecipanti registrati potranno intervenire per partecipare al confronto

ai registrati sarà mandato l’invito per connettersi tramite la piattaforma zoom

LE BUFALE DI REPUBBLICA 3.0 (NON CORRETTE)

TESTI di nicola vallinoto, lucio levi e antonella braga (con una premessa di e.ma.)

 Ormai il disfacimento del giornalismo nel nostro paese avanza a grandi passi. E così la prevalenza delle bufale e degli errori marchiani. Nonché della scorrettezza dei Direttori che, senza alcun rispetto per i lettori, evitano di correggerli. La vicenda raccontata qui di seguito è clamorosa: su “Repubblica 3.0” (quella della gestione Molinari) compare un’intervista di tre pagine a Scalfari firmata addirittura dallo stesso Direttore. Scalfari se ne esce con uno svarione incredibile per uno che si autoproclama l’ultimo grande discendente del mondo liberalsocialista, federalista, pannunziano. Il Fondatore confonde il federalismo con il modello confederale (che è l’opposto e che viene sostenuto da Meloni). Insomma viene scambiato Spinelli con la capa di Fratelli d’Italia. In tutta “Repubblica 0.3” nessuno si accorge dell’errore, addirittura ripetuto due volte, talmente dilagante è l’ignoranza o la trascuratezza.  O forse nessuno vuole contraddire il Direttore e il Fondatore. Il Direttore stesso dà il cattivo esempio: almeno le interviste da lui firmate se le potrebbe leggere. I Federalisti ovviamente si arrabbiano, inviano la smentita, ma Molinari la fa pubblicare sull’online ma sul quotidiano cartaceo (dove la bufala è stata pubblicata) furbescamente la nasconde in una rubrica di solito dedicata a tutt’altri problemi. Nello spazio delle Lettere al giornale, luogo destinato ad accogliere le rettifiche, la segnalazione dell’errore è censurata. Ci dispiace constatare che gli editori e i Direttori ancora non capiscano che la concorrenza micidiale del web può essere contrastata soltanto con la maggiore autorevolezza e attendibilità della carta stampata e non con la rincorsa alla sciatteria e all’approssimazione tipica della Rete. [e.ma.]

 LA CONFEDERAZIONE EUROPEA È L’OBIETTIVO CHE UNISCE ALTIERO SPINELLI E GIORGIA MELONI?

di nicola vallinoto

Sembra incredibile ma è quanto si potrebbe dedurre dalla lunga intervista realizzata dal direttore de La Repubblica, Maurizio Molinari, al fondatore del giornale Eugenio Scalfari (edizione del 2 gennaio 2021). Nella parte conclusiva dell’intervista si legge che «Rinnovare il nostro paese non basta più. Serve la Confederazione europea di cui parlava Altiero Spinelli». Si potrebbe pensare a un semplice svarione ma qualche riga dopo l’intervista viene conclusa così: «C’è qui un ruolo per l’Europa: dare vita ad una grande confederazione partendo dalle coste più minacciate, dal Baltico fino al Mediterraneo».

Federazione e confederazione sono due termini che contraddistinguono due proposte politiche distanti, come ci ricordano bene gli studiosi federalisti Lucio Levi ed Antonella Braga in due lettere inviate al direttore Molinari dopo la pubblicazione dell’intervista. A conferma di ciò la leader dei Fratelli d’Italia e dei Conservatori europei, pochi giorni prima, in una lettera pubblicata sul Corriere della Sera (28 dicembre 2020) ha voluto ribadire la sua visione di Europa basata su un modello confederale alternativo al modello federalista.

È possibile che Eugenio Scalfari non conosca la differenza tra i due modelli? E se così fosse il direttore Maurizio Molinari non avrebbe potuto farglielo notare? L’aspetto più inquietante è che entrambi possano non conoscere la differenza. Il che pare da escludere perché in passato sia Molinari che Scalfari hanno già usato questo termine. Il primo ne ha parlato come possibile soluzione per la situazione israelo palestinese facendo riferimento alla proposta di Confederazione avanzata da Reuven Rivlin come «un modo per far vivere i due Stati assieme tenendoli separati». Il secondo in uno dei tanti editoriali come quello del 5 luglio 2015 «Non navi d’altomare ma scialuppe senza un futuro» in cui, parlando dell’integrazione europea, disse che «I governi confederati si rassegnano ad una normale integrazione purché non metta in discussione la sovranità politica. Non vogliono essere federati, non vogliono gli Stati Uniti d’Europa che li declasserebbero».

Per tutti questi motivi è auspicabile che il direttore Molinari pubblichi la dovuta rettifica certi che i lettori del quotidiano non gradirebbero vedere Giorgia Meloni sullo stesso piano di Altiero Spinelli. 

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L’eutanasia della democrazia, tragedia o farsa?

di riccardo mastrorillo

Le sconvolgenti immagini di subumani, travestiti e armati, come se partecipassero alla peggiore farsa di una subcultura indefinibile e indecente, che violentano il Parlamento, ha sconvolto tutto il mondo. Come in un appassionato confronto tra due concezioni del nichilismo, che non mi stanco mai di rileggere, Jüngher ed Heidegger in Über die Linie; la domanda esiziale è comprendere se non abbiamo ancora toccato il fondo o se, dopo l’epilogo del 7 gennaio, possiamo auspicare una rafforzamento della democrazia e dei suoi principi. Continua la lettura di L’eutanasia della democrazia, tragedia o farsa?

USCITO IL N. 77 DI “NONMOLLARE” – SCARICABILE GRATIS QUI E SUL FATTOQUOTDIANO.IT

per scaricare il pdf clicca qui e su https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/01/06/a-guardare-la-situazione-politica-meglio-lepifania-dei-re-magi-che-quella-dei-mediocri/6055836/

Sommario
3. la frase storica del 2020
3. le frasi miliari del 2020
stati uniti d’europa
4. appello, «l’europa diventi una potenza democratica globale»
7. giovanni perazzoli, pazienza e passo dopo passo
memorandum
9. primo levi, l’ultimo natale di guerra
la biscondola
9. paolo bagnoli, dal risorgimento alla liberazione
10. il furbo più furbo nel reame dei furbi
cronache da palazzo
11. riccardo mastrorillo, l’epifania dei mediocri
12. bêtise d’oro
la vita buona
12. valerio pocar, ma la scuola è proprio di tutti?
cosmopolis
14. angelo perrone, il trumpismo dopo trump
lo spaccio delle idee
17. lettera di ernesto rossi a marion rosselli, «più giellista che mai»
18. comitato di direzione
18. hanno collaborato

POLITICA POLITICANTE

L’ex presidente del Consiglio Renzi ha “ringraziato” il capo dello Stato per le necessità indicate nel discorso di Capodanno, che coinciderebbero con quelle da lui sostenute contro Conte. Mentre Conte si dichiara d’accordo con Mattarella che elogia per il suo discorso. Altrettanto fanno Salvini, Berlusconi, Meloni e Zingaretti… a mia volta confesso di condividere ciò che ha detto il Presidente Mattarella.

SIRI: L’UOMO GIUSTO AL POSTO GIUSTO

Armando Siri, già Sottosegretario leghista cacciato con ignominia dal primo governo Conte, è fatto entrare trionfalmente da Salvini nella Segreteria nazionale della Lega. Col compito specifico di curare il Programma della Lega. Scelta ineccepibile: nessuno meglio di lui avrebbe potuto dare continuità  alla linea dei 49 milioni truffati allo Stato e dei commercialisti arrestati. Il suo curriculum (che qui riportiamo di seguito) è ineccepibile: la sua vita è tutta un Programma.

Bancarotta fraudolenta (2014)

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Sgarbi, assenteista e banderuola

[nella foto, Vittorio Sgarbi, mentre lavora alla Camera]

Il fatto delle giornata: Il deputato Sgarbi ci dà due notizie: 1) Virginia Raggi ha fatto la cameriera e 2) egli lancia possibilità di un’alleanza elettorale con Calenda per conquistare il Campidoglio. Il che la dice lunghissima su questi due soldati di ventura, esemplari massimi del trasformismo italico.

Riprendo dal titolo di Repubblica.it: «Il “senatore” Sgarbi (ulteriore prova del rovinoso decadimento di professionalità giornalistica della “La Repubblica 3.0”) presenta la sua lista e poi attacca: “Prima di fare il sindaco, faceva la cameriera in uno studio di avvocati”. Inevitabile la replica su twitter». Poi: «Rinascimento …o andrà da sola o in alleanza con il centrodestra in modo stabile. Oppure, in modo spericolato, ho proposto una lista Calenda-Sgarbi». Per l’avventuriero, Salvini, Meloni o Calenda pari sono. Non ha del tutto torto.

Ovviamente Raggi ha replicato che non è disonorevole il mestiere della cameriera. Ma ci poteva andare ancora più pesante, ricordando al deputato e all’elettorato tutto che è meglio lavorare che essere assenteista dal lavoro e truffare lo Stato.

Consigliamo alla Sindaca di Roma di diffondere il curriculum di questo guitto che è costretto a urlare quotidianamente scurrilità a destra e a manca per stare sul palcoscenico e per far dimenticare il suo passato.

Infatti. Nel 1996 passa in giudicato la sentenza che lo condanna per truffa aggravata e continuata e falso ai danni dello Stato, per produzione di documenti falsi e assenteismo nel periodo 1989-1990, mentre era dipendente del Ministero dei Beni culturali. La condanna è a 6 mesi e 10 giorni di reclusione e 700 mila lire di multa.

Nonché. Sgarbi ha il record mondiale di trasformismo. Ha cambiato casacca una ventina di volte (il calcolo preciso è difficile), pur di acchiappare uno stipendio pubblico :

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USCITO IL N. 76 DI “NONMOLLARE” – SCARICABILE GRATIS QUI E ANCHE SUL FATTOQUOTIDIANO.IT

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Sommario
cronache da palazzo
4. riccardo mastrorillo, l’orlo del baratro
la biscondola
6. paolo bagnoli, ciampi e l’azionismo sempre vivo
res publica
7. angelo perrone, natale 2020, come il virus ci ha cambiati
la vita buona
10. valerio pocar, parole sante
l’osservatore laico
12. francesca palazzi arduini, bergoglio e la “buona-novela”
lo spaccio delle idee
14. tristano codignola, l’eresia riconosciuta
18. comitato di direzione
18. hanno collaborato
4. bêtise d’oro
5-9-11-13-16-17. bêtise
 

C’è poco da festeggiare – ORMAI È VIETATO VIVERE (“LIBERO”)

C’è poco da festeggiare
ORMAI È VIETATO VIVERE
Con la scusa di preservare la salute, il governo ci seppellisce in casa e ci tratta da malati. Regole insensate e aggirabili, figlie di una visione comunista dello Stato, ci rovinano l’esistenza senza produrre reali benefici
“Libero”, 21 dicembre 2020 pag 1 su art. di Renato Farina (più propriamente Betulla) segue ➔ a pagina 3

EPPUR SI MUOVONO… LA REAZIONE DEI COMITATI DI REDAZIONE AL MANIFESTO GEDI (CON UNA POSTILLA DI E.MA)

[e.ma. : Cominciano le prime reazioni al Documento dei valori emanato dal Gruppo Gedi (qui allegato nel testo integrale). Per ora si si son mossi i Comitati di redazione di tutti i quotidiani del Gruppo, a cominciare da “Repubblica”. Ci auguriamo che questo sia un primo passo per far comprendere come la linea avviata dalla Gedi sia davvero suicida, perché la carta stampata ha un sola via per la sopravvivenza: essere autorevole e differenziarsi così con la qualità del prodotto dalla comunicazione via Rete. Ogni forma di omologazione porta in breve tempo alla morte dell’informazione stampata. I proprietari – e purtroppo soprattutto i manager-giornalisti che li consigliano male – pensano invece di rimediare avvilendo la carta stampata a una omogeneità suicida e a puro ricettacolo mascherato della pubblicità.

Ma i lettori non sono così ingenui, e – soprattutto alla lunga – capiranno che non possono pagare le truffe che vengono loro propinate]. 

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