Archivi categoria: volentieri ripubblichiamo

ABORTO, APPELLO DI QUATTRO GINECOLOGHE ALLA MINISTRA GRILLO: “GARANTISCA PIENA APPLICAZIONE DELLA LEGGE 194”

È partita solo il 6 novembre scorso, ma in pochi giorni ha già raggiunto oltre 72mila firme. È la petizione, lanciata su Change.org da quattro ginecologhe e diretta al ministro della Salute Giulia Grillo che chiede la piena applicazione della legge 194, quella che tutela la possibilità di abortire. Tre le richieste fatte alla ministra: garantire in ogni ospedale la presenza di ginecologi non obiettori 24 ore su 24, sanzionare le direzioni sanitarie che non assicurano il servizio e istituire una “helpline” nazionale e gratuita, gestita direttamente dal ministero, per supportare le donne respinte da medici obiettori.

Continua la lettura di ABORTO, APPELLO DI QUATTRO GINECOLOGHE ALLA MINISTRA GRILLO: “GARANTISCA PIENA APPLICAZIONE DELLA LEGGE 194”

CARI DI MAIO E DI BATTISTA, CHI SONO LE PUTTANE?

di ferruccio sansa  (da ilfattoquotidiano.it)

C’è soprattutto disprezzo in quella parola, “puttane”, usata da Di Battista. Per i giornalisti, ma anche per le prostitute. Per le persone in generale. Un modo di esprimersi misero e inadeguato. Prima ancora che grave. Non voglio difendere i giornalisti. Abbiamo le nostre colpe. Tanti sono stati servili in questi anni, invece che vigili. Hanno preferito la dipendenza alla libertà. Come gli italiani, del resto, che hanno osannato prima Berlusconi, poi Monti, poi Renzi e ora Salvini e Di Maio. Come la nostra classe politica peraltro. E qui verrebbe da fare qualche domanda al duo di statisti Di Maio-Di Battista.

Sono puttane solo i giornalisti o anche quelli che per anni hanno soltanto detto “sì”, piegando il capo agli ordini del grande capo?

Continua la lettura di CARI DI MAIO E DI BATTISTA, CHI SONO LE PUTTANE?

IL POTERE E GLI ELETTORI TRADITI

di elena fattori, m5s, vice presidente commissione agricoltura del Senato

Alessandro Di Battista nei suoi comizi raccontava una interessante metafora: «Immaginate una pentola di acqua bollente. Una rana non ci entrerebbe mai e se qualcuno ce la buttasse dentro, darebbe un colpo di zampa e si salverebbe. Ora immaginate la stessa rana in una pentola di acqua fredda. Il fuoco è acceso e l’ acqua si scalda poco a poco. La rana non si preoccupa. Ma la temperatura sale ancora, l’ acqua inizia a scottare. La rana ormai è debole, non ha più forza di reagire. Prova a sopportare. Poi non ce la fa più e muore bollita. Abituarsi è deleterio. Sono gli “abituati” i cittadini più amati dal governo. Io credo che siamo ancora in tempo a dare quel colpo di zampa prima di finire bolliti. Dipende soltanto da noi. A riveder le stelle!».

Ecco, ora immaginate se in uno dei tanti comizi e convegni appena qualche mese fa avessi raccontato questo:

Continua la lettura di IL POTERE E GLI ELETTORI TRADITI

IL SENSO DELLO STATO E DEL DOVERE: DA QUINTINO SELLA A GIOVANNI TRIA

di pippo rao

Quando, nel 1864, Quintino Sella assunse l’incarico di Ministro delle Finanze nel governo Lamarmora, si pose subito l’obiettivo di ridurre il grave deficit dello Stato ricorrendo a due provvedimenti: rigorose economie di spesa e tassa sul macinato, che, essendo stata bocciata dal Parlamento, provocò le sue immediate dimissioni.

Continua la lettura di IL SENSO DELLO STATO E DEL DOVERE: DA QUINTINO SELLA A GIOVANNI TRIA

CASALINO, PERCHÉ LA DIFFUSIONE DELL’AUDIO NON È ILLECITA

di carlo melzi d’eril e giulio enea vigevani

I mezzi di informazione hanno diffuso la registrazione di un messaggio vocale, inviato dal portavoce del presidente del Consiglio Rocco Casalino a due giornalisti, nel corso della quale il primo suggerisce una notizia da pubblicare, badando però di attribuirla a una «fonte parlamentare» del suo stesso partito. Più precisamente, Casalino afferma che nell’ipotesi in cui non fossero trovati i fondi per finanziare il progetto di reddito di cittadinanza, il Movimento Cinque Stelle, ritenendo che la responsabilità non è del ministro Tria, bensì di un certo numero di dirigenti del ministero «che proteggono il solito sistema» attuerà una «megavendetta» e «tutto il 2019 sarà dedicato a far fuori quei pezzi di m…».

In altre parole, se si è ben compreso, l’esponente dei Cinque Stelle dà ai giornalisti una notizia: all’interno del Movimento si pensa che alcuni alti funzionari dello Stato facciano ostruzionismo rispetto ai “desiderata” del partito e che se non venisse ottenuto il risultato che la politica ha promesso, questi pagherebbero con il posto di lavoro.

Al netto delle valutazioni politiche, l’interessato ha lamentato che la pubblicazione del suo audio violerebbe «il principio costituzionale di tutela della riservatezza delle comunicazioni e, se fosse accertato che sia stata volontariamente diffusa ad opera dei destinatari del messaggio [anche] le più elementari regole deontologiche che impongono riserbo in questa tipologia di scambi di opinioni».

Analogamente, anche per un giurista quale l’attuale presidente del Consiglio Conte, la diffusione dell’audio configurerebbe condotte gravemente illegittime che tradiscono fondamentali principi costituzionali e deontologici. Della stessa idea il presidente della Camera Fico, il quale sembra pure lui sottolineare una sorta di violazione deontologica da parte dei giornalisti che non avrebbero rispettato il dovere di segretezza sulla fonte della notizia.

Ma è proprio così? A noi pare di no.

Continua la lettura di CASALINO, PERCHÉ LA DIFFUSIONE DELL’AUDIO NON È ILLECITA

NUMERI DURI CONTRO PROPAGANDA (COME LA “PANCIA” SI BEVE QUALUNQUE MENZOGNA)

di alberto  magnani (da “Sole 24 ore”, 29 agosto 2018)

Migranti, tutti i numeri
dell’«invasione» che non c’
è.

La gestione dei migranti è una polemica a scatto fisso fra Roma e Bruxelles. O meglio, a scatto ritardato: nonostante le tensioni politiche e la sovraesposizione mediatica, l’arrivo di stranieri su scala quotidiana è diminuito di oltre 7 volte rispetto al 2016. Un calo accompagnato, paradossalmente, alla crescita delle ostilità degli italiani al fenomeno migratorio e a una percezione distorta dell’incidenza reale di stranieri sul totale della popolazione residente.

Continua la lettura di NUMERI DURI CONTRO PROPAGANDA (COME LA “PANCIA” SI BEVE QUALUNQUE MENZOGNA)

LIBIA. LA RIVOLTA DEI MIGRANTI NEL LAGER: TEMONO DI ESSERE VENDUTI AI TRAFFICANTI

di paolo lambruschi 

All’improvviso a decine spariscono. Finiscono nelle mani di persone che chiedono un riscatto alla famiglia o li vendono come schiavi. Onu e diplomatici faticano ad avere accesso ai campi di detenzione. 

La tensione accumulata da mesi è esplosa domenica nel sovraffollato centro di detenzione libica di Sharie (o Tarek) al Matar, nei sobborghi di Tripoli, con scontri con le guardie e tre feriti. Le drammatiche testimonianze di alcuni detenuti raccolte da noi in diretta telefonica, le foto dei feriti, gli audio e il video su Facebook postato da Abrham, (ora anche sul nostro canale Youtube, linkato a questo articolo) giovane rifugiato eritreo di Bologna, domenica pomeriggio documentano l’esasperazione e la protesta dei prigionieri per le condizioni da tutti gli osservatori considerate inumane di prigionia e contro trasferimenti in altri centri per paura di essere venduti ai trafficanti di esseri umani. 

Continua la lettura di LIBIA. LA RIVOLTA DEI MIGRANTI NEL LAGER: TEMONO DI ESSERE VENDUTI AI TRAFFICANTI

IL SORTEGGIO E LA LEZIONE DI ATENE

di nadia urbinati

la Repubblica, 31 luglio 2018

Su un punto Beppe Grillo e Sabino Cassese sono d’accordo: non hanno fiducia nei partiti. A modo loro, entrambi traducono la politica in una questione “epistemica”. Grillo ha sollevato la questione se il Parlamento eletto funzioni bene e se la democrazia elettorale sia una buona cosa. Dà una risposta negativa a entrambe le domande e propone un Parlamento con una Camera sorteggiata invece che eletta. La risposta di Cassese mette in dubbio la bontà di questa soluzione perché, dice, ci darebbe un Parlamento di non competenti, meno competenti degli attuali rappresentanti. Una risposta che sta nell’alveo del problema posto da Grillo. Cassese giudica il lavoro del Parlamento come si può giudicare quello di un collegio di esperti. Il fatto è che se si vogliono selezionare tecnici o esperti, meglio non ricorrere alle elezioni. Si tratta di una difesa debole perché centrata sul principio della competenza. Sulla disfunzionalità delle elezioni Cassese non ha probabilmente una visione meno critica di Grillo.

Continua la lettura di IL SORTEGGIO E LA LEZIONE DI ATENE

SALVINI IN DIVISA

di Paolo Berizzi (da repubblica.it)Salvini e quella foto con la maglietta degli ultrà di estrema destra

Dopo il giubbotto di CasaPound sfoggiato all’Olimpico, il leader della Lega posta un’immagine con un altro capo di abbigliamento “identitario”. Una T-shirt venduta su un portale specializzato in gadget dei movimenti neri europei. Con la scritta offence best defence       – 30 luglio 2018

Continua la lettura di SALVINI IN DIVISA

“LIBERO” SOLO DI CENSURARE

di Fatto quotidiano – 20 luglio 2018

[Postilla. e.m. : Ripubblichiamo qui un articolo su come la stampa italiana ha riportato la notizia delle  motivazioni della sentenza del processo in Corte di assise di Palermo sulle commistioni tra parte delle istituzioni e la mafia. Ne esce coinvolto Berlusconi e condannato ulteriormente il già noto colluso con la criminalità organizzata siciliana Dell’Utri. Cose risapute, e certamente non sarà neppure questa sentenza ad aprire gli occhi dei milioni di italiani che, ciechi come talpe, per due decenni hanno votato il partito fondato da Berlusconi, Previti, Dell’Utri. Ovvero, caso unico nella storia delle democrazie occidentali, da tre pregiudicati per reati gravissimi. Troppi italiani saranno anche ciechi, ma il loro offuscamento è stato anche indotto dalla stampa nazionale, da sempre conformista e cortigiano verso il potere. Ancora una volta assistiamo al cerchiobottismo inventato dal Corriere e la prudente sordina messa da quasi tutti gli organi d’informazione. Unica eccezione è “Libero” che, la notizia delle 5252 pagine delle motivazioni, non la mette proprio, neppure per criticarle, anche pesantemente. No, Feltri questa volta si risparmia persino le sue solite scurrilità e ostenta  il silenzio. Quel silenzio che si addice ai servi obbedienti e ben prezzolati].

Trattativa, su molti giornali il ruolo di Berlusconi scompare dai titoli

Quello del Patto Stato-mafia con i quotidiano italiani, insomma, si conferma un rapporto difficile. Per carità: si tratta pure sempre di un provvedimento di primo grado, su una vicenda complicata e contestatissima. Le motivazioni della corte d’Assise non sono vangelo: sono criticabili, contestabili e confutabili. Ma per criticare una notizia bisogna darla.

Continua la lettura di “LIBERO” SOLO DI CENSURARE