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IL CANGIANTE

Nella scelta tra i due avventurieri provinciali che infestano la politica italiana non abbiamo dubbi. Preferiamo il Padano perché è cangiante. Nulla a che vedere con il noioso Renzi, che non cambia mai, rigorosamente a destra da sempre è appassionato solo di pensiero autoritario e va a rendergli omaggio là dove lo porta il cuore, da Arcore a Riad. Manca di fantasia anche con i maestri e compagni. Segue Verdini da sempre come il più fedele degli affiliati, dal Nazareno a Rebibbia, e come un famoso banchiere si disegna il suo cerchio magico attorno a sé. Sempre più stretto. Che mancanza di fantasia. Persino nelle sconfitte è ripetitivo. Che tristezza.

Il Cangiante, invece sì che ci fa ridere. Ogni sua apparizione è una sorpresa: è un pagliaccio spettacolare, mai una felpa uguale all’altra, e adesso il doppiopetto… “Prima gli italiani”, poi “prima i sardi”, poi “prima gli umbri”, e così via senza saltare una regione…. Tutti prima. Da comunista a anticomunista, dai nazisti di Forza Nuova ai truffatori di Forza Italia, dall’estrema destra a moderato, da secessionista a patriota, da sovranista antieuro al governo più europeista, dall’incontro con Orban a quello con Draghi. Riesce ad assommare in sé Ridolini e Fregoli. Li batte entrambi in velocità. Non avendo alcuna idea politica le può assumere tutte nella stessa giornata. Avremmo pagato qualunque somma per assistere all’incontro tra Salvini e Pera: i due camaleonti non avranno avuto modo di riconoscersi, mutando entrambi così in fretta…

Durante la pandemia siamo al carosello finale: assume vertiginosamente tutte le posizioni possibili e il loro contrario, accetta di mettersi la mascherina solo per incitare al voto per Trump, ma poi, visti i risultati, se la toglie subito. La mattina è consuetudine degli italiani, come prima cosa, compulsare il meteo per vedere come cambia il tempo in giornata, poi come seconda cosa cercare qual è la nuova opinione espressa dal loro buffone preferito. Ne siamo sicuri: un giorno, prima o poi, leggeranno che il bigotto Salvini è passato dalla Messa di Fatima alle Messe nere. Dal santo rosario alla collana di agli. Non se ne meraviglieranno, come noi non ci meravigliamo più della gran massa degli italiani.

la lepre marzolina – martedì 8 giugno 2021

RESPONSABILITA’ E IRRESPONSABILITA’

Dopo un giorno in cui il covid pare in calo (finalmente, ma bisognerà vedere i dati dopo due settimane dalle aperture di maggio), Salvini si loda e si sbroda: il merito è tutto suo. Ma delle due l’una: se il demagogo della Lega si attribuisce il merito della sua battaglia contro le chiusure, si deve accollare la responsabilità morale delle decine di migliaia di morti causati dalle sue campagne negazioniste e aperturiste dello scorso anno. O no?

la lepre marzolina – sabato 8 maggio 2021

I MAGNIFICI TRE

Tutti i giornali argomentano e deprecano, battono e ribattono su tre casi che stanno annoiando l’opinione pubblica. Eppure in questi giorni non mancano argomenti un po’ più interessanti. Gratteri, Scalzi e Boldrini sono sotto attacco: il magistrato che legge troppo distrattamente le carte, il giornalista-star che chiede d’essere ringraziato per aver illustrato col salto delle fila una tipica qualità italica, la deputata ZTL col braccio assai corto e dal motto anch’esso italianissimo “così fan tutti”. La Destra, pure quella che non se lo potrebbe proprio permettere, fa del moralismo e trascina la polemica. I “garantisti” chiedono persino sanzioni. Ma la colpa è dei tre protagonisti, che avrebbero potuto chiudere la vicenda all’inizio dichiarando ciascuno schiettamente, con le mani nei capelli: «Ho fatto una cazzata».

la lepre marzolina – mercoledì 7 aprile 2021

un golpe solo

«Cassese: “Con Draghi democrazia in pericolo? Facciamo i seri”». Così titola sfacciatamente “il Foglio” in un’intervista in ginocchio a chi nell’ultimo anno si è fatto usare da tutti i giornali di destra per urlare contro chi, come Conte, aveva realizzato «un golpe», altro che un semplice avvertimento di “democrazia in pericolo”. Così, dopo aver fiancheggiato l’opposizione salviniana e quella berluscon-rifondarola, l’esimio ex-giudice della Consulta invita di nuovo sé stesso e tutti gli altri alla serietà e quindi auspica che Draghi faccia un “golpe” solo, come Pinochet.

la lepre marzolina – mercoledì 10 marzo 2021

E’ TEMPO DI INCARTARCI IL PESCE

“C’è una piccola novità arrivata ieri sera dal vertice di Mario Draghi con ministri ed esperti del Cts sulla situazione del virus in Italia: andranno in pensione i dpcm che sono stati il simbolo del governo
di Giuseppe Conte”: così l’incipit dell’editoriale odierno del “Tempo” firmato da Bechis. “Il Tempo”,  già quotidiano per generali in pensione, da qualche stagione si è messo in concorrenza con gli urlatori di estrema destra come “Libero” e “La Verità” e giù bufale e ingiurie. Poche notizie, ma tanti giudizi faziosissimi  e anticipazioni sballate. Si pensava che il quotidiano non potesse peggiorare, ma da quando Bechis, da direttore, è di fatto retrocesso a spalla del fascistissimo Storace, non c’è fine al  peggio. Così vuole Angelucci, editore impurissimo . In attesa dell’imminente dpcm di Draghi (e di conseguenza anche delle filippiche antitiranniche di Sabino Cassese), mangiamoci un po’ di pesce. Abbiamo il Tempo per incartarne i resti.

la lepre marzolina – mercoledì 24 febbraio 2021

SI’ PADRONE!

Titolo a tutta pagina di Alessandro Sallusti sul “Giornale”: 

“Caos governo

IN CAMPO ANCHE LE TOGHE

Cesa indagato per ‘ndrangheta, la tegola piomba sull’allargamento della maggioranza all’Udc”

P.s. non pubblicato: “caro Silvio, lo hai notato quanto sono stato bravo? Ho caricato sulla maggioranza la vicenda Cesa. Così i lettori si dimenticano che Cesa, fedele alleato, qualche ora, fa ha partecipato al vertice di tutto il Centrodestra di cui fa parte da anni, e ha fatto votare tutti i suoi contro il Governo sia alla Camera sia al Senato. Come ha detto la nostra Giorgia, noi siamo sempre tutti “coesi”. Per onestà devo dire che però Storace sul “Tempo ” è stato più bravo e obiettivo di me. Ha messo la notizia di Cesa in una colonnina e l’ha intitolata: “Se per un incarico politico e una cena si diventa mafiosi”. Ha ragione il nostro Storace: è grave accusare qualcuno di collusione mafiose quando ancora non è stato accertato se ci ha fatto sesso, con la mafia. Cordiali saluti. Se passo per Arcore le vengo a baciare la pantofola.  il tuo Alessandro Sallusti

la lepre marzolina – venerdì 22 gennaio 2021