Archivi categoria: l’italia tagliata in due

+EUROPA, OVVERO IL  PARTITINO DEGLI IRRESPONSABILI

Il trasformismo dei Responsabili e il trasformismo del partitino degli Irresponsabili dominano la scena. L’oscar della faccia tosta è conquistato meritatamente dai radicali di +Europa, che supera ogni limite. Però siamo ben lontani dall’affermare che le dichiarazioni rilasciate alla fine della Consultazione al Quirinale dalla senatrice Emma Bonino costituiscano il massimo dell’improntitudine che si possa raggiungere. La stessa Emma sicuramente sarà in grado di superarsi.

La più trasformista della tradizione radicale ha dichiarato la sua ferma opposizione a Conte, e questa già si sapeva; ovviamente non ha offerto alcuna decente alternativa, e anche questo lo sospettavamo, ma poi ha esagerato davvero entrando sguaiatamente di diritto nell’opera buffa che si sta recitando oggi nella politica italiana. Cosa ha aggiunto Bonino?:  la sua opposizione a Conte si è accresciuta «a maggior ragione dopo il tentativo di dare vita a suo sostegno in modo piuttosto contraddittorio e disordinato di un gruppo parlamentare senza alcuna coerenza politica, che utilizza come mero schermo il richiamo all’europeismo». E il ritratto “sputato” di + Europa. Ma no, Bonino non parla di sé stessa, né del suo partitino: lei davvero non sopporta proprio l’incoerenza politica: «Ci sono responsabili la mattina che il pomeriggio poi cambiano idea» Oibò.

Ci sono invece irresponsabili che viaggiano da decenni su tutto l’arco costituzionale cogliendo fior da fiore. Per esempio, c’è chi come lei che, dopo molte legislature da deputata radicale, si fa eleggere più volte con Forza Italia  e addirittura entra nel gruppo parlamentare berlusconiano. Evidentemente si trova bene a sedere accanto a Matacena, Previti e Dell’Utri ecc. Come ricompensa per il suo sacrificio si fa nominare dal Presidente Berlusconi Commissaria europea dal 1995 al 1999. Quando l’èra berlusconiana accenna a declinare, Bonino, per attestare la sua «coerenza politica», si scopre di sinistra e con la “Rosa nel pugno” conquista ancora il seggio parlamentare con il socialista di Boselli, poi la sua lista a Roma appoggia Veltroni. Così comincia la sua carriera nel centro sinistra, fino diventare ministro nei governi Prodi, poi Letta…

Adesso, in questa situazione davvero tragica ed emergenziale, si affianca ai sovranisti e agli euroscettici filo Orbàn per votare contro il governo che ha la politica più efficace e apprezzata dall’Europa degli ultimi decenni. Poi sostiene la “formula Ursula: che vuol dire soltanto l’allargamento dell’attuale maggioranza, contro cui ha sempre votato, con il pregiudicato Berlusconi, il quale – peccato – si rifiuta di rompere con gli “Zero Europa”. Un tipo così, evidentemente, costituirebbe il “valore aggiunto”. Si torna ai vecchi amori.

Adesso, odiando i gruppi parlamentari «senza coerenza politica» è la bandiera di + Europa, fondata con Della Vedova, che con l’alleanza con Calenda ha aggiunto l’ottava bandierina al suo curriculum di trasformista professionista.

Mancandole soltanto l’esperienza diretta di Rifondazione comunista, Bonino cerca di rimediare a questa lacuna scrivendo, assieme a Bertinotti e altri radicali, sul “Riformista”, quotidiano berlusconian-exrifondarolo.

Ripeto sempre la domanda angosciosa di Paolo Sylos Labini: «Ma questa gente, quando si guarda allo specchio, non prova neppure un briciolo di vergogna?» Aggiungo io: «Quale sortilegio ha completamente cancellato dalla loro memoria il ricordo di Ernesto ed Ada Rossi, di Galante Garrone e delle migliaia di persone perbene che per decenni hanno lottato disinteressatamente per la civiltà liberale e per un’Europa federata?» Ma conosco la risposta: l’amore sfrenato per il potere.

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La destra coesa: gli sciamani italiani

L’Italia non ha proprio memoria. Noi ci permettiamo di riportare gli italiani a un minimo di decenza. I giornali di destra e di estrema destra in  Italia costituiscono nella quasi totalità un fattore tra i più determinanti del degrado informativo e culturale in cui siamo precipitati. Ognuno può avere ed esprimere tutte le idee che vuole, ma un minimo di contatto con i fatti, la realtà e alcuni limiti linguistici e della creanza deve pur sempre persistere.  Per non parlare di un minimo di coerenza. Altrimenti non è giornalismo. A rileggere come quei giornali celebrarono l’elezione di Trump quattro anni fa viene da ridere. Le prime pagine di quel giorno sono davvero esemplificative. Ci dispiace per Belpietro  e per il “Tempo” di Storace-Bechis che ce la mettono tutta, ma la palma del peggiore resta sempre a “Libero”, che quando è stato eletto Biden si è dimenticato di mettere la foto di Trump con il titolo molto fine che dedicò a Hillary Clinton: “Cornuta e mazziata”. Al maschile, ovviamente. Invece a Fausto Carioti sarebbe bastato un semplice copia-incolla per il suo articolo “Dio mio quanti fessi ancora devono capire che il vento è girato”. Sarebbe stato perfetto. E anche Filippo Facci, che su tre colonne fu categorico: “Ha vinto Berlusconi”.  Adesso avrebbe dovuto scrivere : “Berlusconi ha perduto”. Semplice. Ma Facci era evidentemente in vacanza.

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L’ITALIA TAGLIATA IN DUE

di enzo marzo

1. LA FAGLIA BEANTE. Non ci preoccupano i numeri, i voti, i transfughi, le parole pronunciate nel più miserabile dibattito parlamentare degli ultimi decenni. Non ci preoccupa il presente, perché si andrà avanti nella lotta alla pandemia, si proseguirà a vaccinare gli italiani, in qualche modo arriveranno ristori (anche per gli evasori e per il malaffare), il governo troverà la maniera per continuare la sua opera in un paese dove il berlusconismo ha distrutto alle radici ogni etica pubblica e privata. Dove non è stato solo sdoganato il neofascismo, ma è stato cancellato ogni pudore politico. L’altra sera abbiamo sentito un direttore di giornale adombrare la probabilità che il suo Padrone truffatore e corruttore possa essere eletto Presidente della Repubblica. Ci preoccupa anche solo che si possa concepire ed esprimere tale idea in Tv senza morire di vergogna. Ci preoccupa che in un’aula parlamentare si possa evocare la morte degli avversari politici. Ci preoccupa la fine dello scandalizzarsi e dell’indignazione. Ci preoccupa l’Italia tagliata in due.

Dal ‘48 ad oggi il paese non è stato mai così diviso. Ma non tra partiti di destra e di sinistra (da decenni anche troppo ansiosi di inciuciare), tra terrorismo nero e cittadini (il secondo Stato non ha rappresentato che una minoranza estrema con tendenze golpiste che ha intimorito lo Stato ma non lo ha fatto crollare), tra terrorismo rosso e cittadini (i proclami fanatici di pochissimi sono stati sempre incomprensibili ai più). Questi squarci sono stati gravissimi, ma hanno solo sfiorato il tessuto connettivo del paese. Per questo sono stati ricomposti.

Ci preoccupa invece, e molto, la faglia beante che sta spaccando la società italiana. È una frattura complessa, con molte motivazioni.

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LA STAGIONE DELLE SCELTE – APPELLO DEI REPUBBLICANI EUROPEI

[Pubblicheremo qui tutte gli appelli individuali e collettivi provenienti dalla sinistra laica e democratica consapevoli della drammaticità di questa fase politica e del pericolo che sta attraversando il paese]

di niccolò rinaldi

Non so con quanta trepidazione, o sorpresa, o noia, gli italiani seguano gli sviluppi della crisi. Ma so che io non avrei alcuna voglia di alzarmi domattina sapendo che a giugno torniamo a votare, o che all’ennesimo governo tecnico è dato il compito di salvare il paese. Leggo molte analisi condivisibili e da punti di vista anche opposti. Ma questa non è più la stagione delle analisi, dei distinguo, ma quella delle scelte, che si fanno sulla base del possibile. Per questo all’invito rivolto dal Partito Democratico agli “europeisti” e ai “liberali”, con Luciana Sbarbati e a nome dei repubblicani di centrosinistra, abbiano risposto con questa nostra dichiarazione.

APPELLO DEI REPUBBLICANI EUROPEI

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