Archivi categoria: astrolabio

DEMOCRAZIA E SORTEGGIO. A PROPOSITO DI UN ARTICOLO DI NADIA URBINATI

di paolo fai

La democrazia nell’antica Atene era regolata da elezioni per alzata di mano e per sorteggio. Le più diffuse erano quelle per sorteggio. La fonte antica più autorevole, che più e meglio di tutte quelle in nostro possesso illustra le procedure elettorali in Atene, è la Costituzione degli Ateniesi di Aristotele, testo fondamentale per conoscere la storia, politica e costituzionale, di Atene, composto dal filosofo forse pochi anni prima della sua morte, avvenuta nel 322/21 a.C.
Diviso in due parti, dall’inizio al cap. 41, il trattato offre una panoramica degli avvenimenti storici dalla figura del mitico Teseo fino alla restaurazione della democrazia nel 401 a.C.; a partire dal cap. 42 fino alla fine (cap. 69), invece, lo sguardo di Aristotele si appunta sulla “macchina” costituzionale, sulle cariche pubbliche e sull’organizzazione dei tribunali in Atene.

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IL SALVIMAIO NON PUÒ DURARE PERCHÉ É NATO MALE

di andrea ciandri

Il governo Carneade è nato dall’esito di una strana e inedita inversione della procedura costituzionale di formazione del governo, che presuppone prima un incarico, o un preincarico, all’esponente politico, o al “tecnico”, che il Presidente della Repubblica ritiene idoneo ad assumere l’incarico di Presidente del Consiglio; poi le consultazioni di quest’ultimo con i gruppi parlamentari e l’elaborazione di un programma di governo sul quale chiedere la fiducia alle Camere; quindi l’accettazione dell’incarico e la proposizione dei ministri al Capo dello Stato.

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Asso Ventotto: domande e proposte a Antonio Guterres e Federica Mogherini

di Pier Virgilio Dastoli*

La vicenda del rimorchiatore Asso Ventotto solleva inquietanti interrogativi. Essi non hanno avuto finora risposte adeguate da parte delle autorità che avrebbero dovuto garantire il rispetto delle regole essenziali delle convenzioni internazionali e del diritto europeo.

Quel che è avvenuto in queste ore rischia di creare una situazione nuova nel Mediterraneo che richiede una reazione forte e rapida da parte dell’Unione europea e della comunità internazionale per evitare che un singolo atto compiuto ignorando il diritto internazionale sia accettato e condiviso come il segnale di avvio di un’azione politica deliberata del governo italiano e poi dei governi europei.

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MODELLO ALABAMA

di giuseppe civati

«Salvini dice che il suo modello non sono gli Stati Uniti di Trump: ha ragione, il suo modello è l’Alabama degli anni Sessanta, con aggiunta di citazioni fasciste, di falsità’ a ogni occasione, accompagnate da parole che vengono dalle stagioni più buie della storia italiana recente. Chiediamo alle opposizioni di portare in Parlamento una discussione che non è più rinviabile, sul ruolo e sull’operato del ministro della propaganda. Tutto è legato al colore della pelle, all’insegna del razzismo più schifoso e la vicenda di Daisy Osakue, atleta della Nazionale, lo dimostra fino all’estremo.

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CHI DAVVERO DA’ I NUMERI

di giovanni vetritto

 La polemica che si è innestata sulla questione dei “numeri” forniti dal Presidente dell’INPS Tito Boeri per la formulazione del “decreto dignità” rivela la voragine di inconsapevolezza delle cose istituzionali in cui sono caduti ormai non solo i politici, ma anche i giornalisti e più in generale gli osservatori della cosa pubblica.

Il caso però può fornire l’occasione per rimettere in ordine qualche concetto utile perché nel dibattito pubblico si torni a sillabare i temi istituzionali in maniera meno rozza.

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INTEGRALISMO CELTICO O ISLAMICO?

di giovanni perazzoli

[nella foto, Mario Borghezio, un rappresentante della civiltà celtica presso il parlamento europeo a nome della Lega]

Basta avare un minimo di percezione di che cosa sia la storia per restare sgomenti davanti ai buffoni che mettono l’elmo … celtico. Un po’ come se degli americani si vestissero da indiani, esibendo la loro identità con tanto di penne sulla testa. Nessuna percezione di che cosa è stato il mondo romano (che non è Roma, la città, altra confusione enorme). Il passato nelle teste senza storia si contrae in un attimo.

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LA FUORIUSCITA DALLA CIVILTA’ CLASSICA

  di paolo fai

Anche se incredibile, pare sia vero che Matteo Salvini abbia fatto il liceo classico. In tutta evidenza, ha male appreso i valori fondamentali della cultura greca, che dell’ospitalità e dell’accoglienza facevano la loro gloria e il loro motivo di vanto.

Non invito il vicepremier e ministro degli Interni a leggere, se non lo ha fatto al liceo, il canto VI dell’Odissea, con l’episodio della giovane Nausicaa che, davanti al malconcio Odisseo naufrago, non esita a condurlo al palazzo, dal padre Alcinoo, il re dei Feaci, promettendogli ospitalità. La lettura resta un’attività solitaria e per niente populistica, che non scatenerebbe lo tsunami del web. Attento come è alle reazioni dei social, Salvini farebbe bene, allora, a scendere a Siracusa, dove in questi giorni, al Teatro greco, vengono messe in scena, per il 54° ciclo delle rappresentazioni classiche organizzato dall’Inda, l’Edipo a Colono di Sofocle e l’Eracle di Euripide, in cui, dopo i protagonisti omonimi delle due tragedie, campeggia Teseo, il leggendario re di Atene.

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PERCHÉ’ RENZI E’ EVERSIVO

di paolo fai

Se è vero quanto asseriva George Steiner, nell’Introduzione di uno dei suoi libri migliori (ma si potrà mai fare una classifica di qualità tra la produzione scientifica di Steiner?), «La lezione dei maestri», che «le arti e gli atti dell’insegnamento sono, nel senso proprio di questo termine abusato, dialettici», perché «il maestro impara dal discepolo ed è modificato da questa interrelazione in quanto essa diventa, idealmente, un processo di scambio», è anche vero che, senza l’impulso magisteriale, le potenzialità responsive del discepolo rimarrebbero allo stato di latenza.

Che le cose stiano così, ne è prova l’impeccabile intervista che Gustavo Zagrebelsky ha rilasciato a Marco Travaglio per “il Fatto Quotidiano” (martedì 1 maggio 2018, pp. 4-5) sulla situazione politica di questi giorni, sullo stallo istituzionale dovuto alle difficoltà di fare un governo da parte di Di Maio per il veto posto da Renzi a qualsiasi forma di dialogo con i 5Stelle.

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