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LA “CONDUCENZA” DI UN MAGISTRATO

904 pagine .  La sentenza di condanna di Lucano: «un esempio di letteratura processuale perversa, dove abbondano i giudizi morali e quelli moralistici, le considerazioni politiche, le riflessioni sociologiche, le analisi di natura generale (proprio quando entra in vigore il decreto legislativo sulla presunzione d’innocenza)», così Luigi Manconi sulla incredibile e inaudita sentenza di condanna a 13 anni e 2 mesi di reclusione di Mimmo Lucano.
Il quadro di un tal modus procedendi fa il paio con le parole del PM di Locri il giorno dopo la lettura del dispositivo  …. «sono progressista» e «la legalità è un valore di sinistra». ( Saranno stati contenti tutti coloro che, magistrati compresi, per una ragione o per l’altra, non sono di sinistra?)!
Lo stesso procuratore ha spiegato che, a suo avviso, la mancata concessione delle attenuanti a Lucano si dovesse al suo «atteggiamento ostruzionistico», dal momento che egli si è rifiutato di farsi interrogare. Il che la dice lunga sul rispetto per le garanzie inviolabili dell’imputato (rafforzate appunto sul tema del diritto al silenzio dal d.lgs. 188 del 2021). Nella sentenza si trova, contraddicendo la pena abnorme inflitta, con grande evidenza, il riconoscimento del fatto che Lucano fosse mosso dalla «pura passione» per quel «mondo nuovo che lui ha saputo creare». … L’esperienza di Riace ha costituito «giustamente un modello e un simbolo di integrazione per tutto il mondo». In ogni caso, l’ex sindaco è stato trovato «senza un euro in tasca». Non è  un dettaglio ancora l’enfasi della neolingua  del provvedimento che usa una parola sconosciuta : «conducenza» , arbitrarietà lessicale che, scrive Manconi  «tradisce l’approssimazione tortuosa della logica giuridica e dell’argomentazione dialettica. In altre parole, Mimmo Lucano è onesto, ancor più: è integerrimo, ma è tutta una apparenza».
«Nulla importa che sia stato trovato senza un euro in tasca, come orgogliosamente egli stesso si è vantato di sostenere a più riprese. Perché ove ci si fermasse a valutare questa condizione di mera apparenza, si rischierebbe di premiare la sua furbizia, travestita da falsa innocenza, ignorando però l’esistenza di un quadro probatorio di elevata conducenza, che ha restituito al Collegio un’immagine ben diversa da quella che egli ha cercato di accreditare all’esterno». Motivazioni che lasciano interdetti  di una condanna abnorme…   «… tra cui l’acquisto di un frantoio e di numerosi beni immobili da destinare ad alberghi per l’accoglienza turistica» – costituivano per il Tribunale «una forma sicura di suo arricchimento personale, su cui egli sapeva di poter contare a fine carriera, per garantirsi una tranquillità economica che riteneva gli spettasse, sentendosi ormai stanco per quanto già realizzato in quello specifico settore». Un passaggio che  pare  un processo alle intenzioni di Lucano (intenzioni proiettate nel futuro). Il frantoio e le strutture che il sindaco Lucano ha finanziato usando legalmente i fondi destinati all’accoglienza erano strutture utili per il suo modello di accoglienza. Infatti ai migranti veniva fornita la possibilità di avere sbocchi professionali e dunque reali opportunità di integrazione. Sappiamo bene che non c’è vera integrazione che non passi attraverso la libertà e la dignità che offre il lavoro. È illogico incolpare Lucano di aver realizzato tutto questo al mero scopo di costruirsi una propria via d’uscita, una volta che fosse terminato il suo mandato politico. Un  passaggio sconcertante che prescinde da fatti e condotte di un arricchimento che non c’è stato, non aveva un euro in tasca secondo lo stesso Tribunale.  Qualche giorno fa sulla mia bacheca Facebook mi interrogavo sulla misteriosa parola “conducenza” e anche l’amico e grande linguista Raffaele Simone mi confermava l’assenza dal vocabolario della parola . Metafora  nel senso dell’arbitrarietà di una sentenza anche incomprensibile oltre che iniquamente sproporzionata. Mi chiedo perché una tal sentenza che nella sua apoditticità sine pietate e nella abnorme entità della pena non aiuta chi vuole avere fiducia nella giustizia

 
 
 
 
 
 

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Sommario
la biscondola
6. paolo bagnoli, un urlo contro un sistema ingiusto


astrolabio
7. valerio pocar, preti e filosofi devoti all’assurdo
7. angelo perrone, politiche sanitarie: il peso dell’irrazionalità
heri dicebamus
11. enzo marzo, cacciari, il “filosofo” televisivo


vocatio in ius/vacatio iuris
12. maurizio fumo, soggetto, verbo, complemento
cronache da palazzo
13. riccardo mastrorillo, contro il monopolio della tim
lo spaccio delle idee
15. b2: candidato pregiudicato e ineleggibile – scritti di giovanni sartori e paolo sylos labini
22. orlando franceschelli, la laicità di un pensatore religioso
ahi! serva stampa
21. sì padrone, li metto in riga io
24. comitato di direzione
24. hanno collaborato
10-13-14-20-21. bêtise d’oro – bêtise
SUPPLEMENTO
sergio lariccia, i miei ricordi di mario galizia

 

NESSUN ARTICOLO IN CRONACA

di stampa romana

  UNA DONNA  E’ STATA SFREGIATA CON L’ACIDO A ROMA. NESSUN PARTICOLARE IN CRONACA. 

Una donna è stata sfregiata con l’acido nel quartiere periferico di San Basilio a Roma parecchi giorni fa.

Le voci iniziano a circolare e i cronisti, come è normale e professionale nel nostro mestiere, chiedono informazioni alla questura.

La polizia, senza fornire dettagli sull’identità della vittima, conferma solo che il grave episodio è accaduto.

Non aggiungono dettagli gli agenti perché “non so se sa che con le nuove disposizioni noi non possiamo dire più niente”.

Per quanto riguarda la procura “con le indagini in corso non credo le direbbero nulla al momento”

Insomma di fronte ad un fatto di allarme sociale, rilevante dal punto di vista giornalistico, di interesse pubblico non sono disponibili informazioni essenziali per i colleghi.

Se questa è l’interpretazione delle nuove norme che regolano la comunicazione sui reati per garantire privacy e presunzione di innocenza possiamo dire che non solo si traducono in un ostacolo all’informazione ma anche in una indebita manipolazione dell’opinione pubblica.

Non dobbiamo ricordare certamente le continue e sacrosante battaglie sul contrasto ai femminicidi e alla violenza sulle donne. Tuttavia in questo modo, non potendo informare in modo completo, ripiombiamo nel silenzio, nell’oscurità, in una omertà che fa malissimo alla nostra democrazia.

Segreteria Associazione Stampa Romana

Julian Assange: un assalto a tutti i giornalisti liberi

SERVIZIO SPECIALE DI SENZA BAVAGLIO E CRITICA LIBERALE

di massimo a. alberizzi

Gli Stati Uniti sono stati dichiarati qualche giorno fa “il faro della democrazia”. Un complimento che mi è apparso fuori luogo, in un momento in cui il mondo sta diventando sempre più autoritario e le tentazioni accentratrici sono ogni giorno più frequenti.

Aprendo il summit per la democrazia una decina di giorni fa, il presidente Joe Biden ha esortato i suoi ospiti a “lottare per i valori che ci uniscono”, tra cui una stampa libera. Ha poi parlato della sua nuova iniziativa per il rinnovamento democratico, comprese le misure a sostegno dell’editoria che, ha detto, deve essere libera e indipendente, per continuare a essere il fondamento della democrazia.

Continua la lettura di Julian Assange: un assalto a tutti i giornalisti liberi

cercasi giornalista che rivolga questa domanda…

Egregia Giorgia Meloni, lei ha affermato che per il Quirinale ci vuole un “Patriota” e che Berlusconi lo è.  La prego, risponda con un Sì o con un No.  Tanto per comprendere meglio quale significato lei dà alla parola “patriota”. 

Secondo lei, anche Mussolini fu un patriota o no? Anche Dell’Utri e Previti, sodali di Berlusconi? O no?

USCITO IL N.97 DI “NONMOLLARE” SCARICABILE GRATIS QUI o su FATTOQUOTIDIANO.IT

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Sommario
vocatio in ius/vacatio iuris
3. maurizio fumo, vocatio in ius/vacatio iuris: la ragione di un titolo
incontro di querceta
5. alleanza giellista e critica liberale, per la rifondazione della politica democratica
6. andrea becherucci, da kairos ad ananke
9. riccardo mastrorillo, l’assenza di cultura politica
la biscondola
11. paolo bagnoli, senza carica ideale non si fa l’europa
la vita buona
12. valerio pocar, il diritto all’affettività
astrolabio
14. angelo perrone, movida e alcolismo, viaggio nella notte
cosmopolis
16. noam chomsky, gli stati uniti e il mondo – intervista a cura di pino nicotri
21. appello per la libertà d’informazione
in vetrina
22. pino nicotri, america is back!
23. comitato di direzione
23. hanno collaborato
8-10-13-15. bêtise di diamante – d’oro – bêtise

PD, SEMPRE E COERENTEMENTE CLERICALE

di raffaello morelli

Il Presidente PD della Commissione Finanze al Senato, D’Alfonso, ha presentato un emendamento al decreto fiscale relativo alla legge di Bilancio ­– emendamento poi accolto dalla Commissione – che costituisce un grave errore giuridico e una esecrabile scelta clericale in materia politica. Non è un caso. E’ il tentativo di correggere la sentenza della Corte di Cassazione dello scorso maggio, che ha dato ragione alla AMA spa (unico socio il Comune di Roma) che esigeva il pagamento della TARI, la tassa sui rifiuti.

L’emendamento recita : “La tassa sui rifiuti di cui all’articolo 1, comma 639, della legge 27 dicembre 2013, n. 147 e la tariffa corrispettiva di cui al successivo comma 668, non sono dovute per gli immobili indicati negli articoli 13, 14, 15 e 16 del Trattato del Laterano dell’11 febbraio 1929 ″.  Il nocciolo dell’emendamento sta qui, a parte il disposto successivo, che giustamente esclude la retroattività.

Il richiamato comma 639 stabilisce che “è istituita l’imposta unica comunale, IUC . Essa si  basa  su due presupposti impositivi, uno costituito dal possesso di immobili …   e   l’altro   collegato all’erogazione e alla  fruizione  di  servizi  comunali. La  IUC  si compone   dell’imposta   municipale di    natura patrimoniale…. e di una componente riferita ai  servizi,  che si articola …… nella tassa sui rifiuti, TARI, destinata a finanziare i costi  del  servizio  di raccolta e smaltimento dei rifiuti, a carico dell’utilizzatore  “. Dunque è indiscusso che la TARI è  legata al servizio dei rifiuti (da qui la sentenza in Cassazione a favore dell’AMA).

Per favorire la Chiesa, il PD D’Alfonso ha indotto la Commissione a sancire che la TARI non è dovuta per gli immobili di cui agli specificati articoli del Concordato 1929. Ha solo dimenticato che tutti quegli articoli specificati nell’emendamento non sono più vigenti perché abrogati dall’art.13, comma 1, ultimo periodo del Concordato del 1984. Quindi non si può neppure sapere a quali immobili si riferisca l’emendamento approvato. Insomma, la libido  servile è stata frettolosa e ha prodotto un mostro giuridico.

Resta, sotto l’aspetto politico,  l’esecrabile scelta clericale. Esentare d’ora in poi la Chiesa cattolica dal pagamento del servizio pubblico di raccolta e smaltimento rifiuti di cui gode, è semplicemente un ossequio vergognoso ad una parte religiosa, non conforme al dettato costituzionale e non rispettoso dell’equa fiscalità verso i cittadini. Comportamento aggravato dal periodo difficile e dall’ emergenza di quel settore nella città di Roma.  

Per  salvare la dignità delle  istituzioni, auspichiamo che un pasticcio del genere  venga escluso dal maxiemendamento finale assistito dalla fiducia, che è previsto concluderà la manovra di Bilancio in Senato. Sarebbe un  gesto di avvedutezza politica, bello e rassicurante. 

CONFUSIONE DISTRUTTIVA

Mi chiedo, conoscendolo da tempo e continuando a stimarlo per il suo genio da sempre un po’ sregolato , a metà tra il filosofo e il poeta un po’ visionario, alla Kerouac, che cosa abbia preso la persona di Massimo Cacciari che si esibisce sul Covid con affermazioni apparentemente prive di logica quasi esoteriche più che dubbiose, nemmeno facendo capire dopo aver messo tutto e il suo contrario in piazza se egli si sia vaccinato e perché no in ipotesi. Forse sta inaugurando un nuovo filone letterario che potremmo definire confusione distruttiva.

DALLA RESISTENZA ALLA DESISTENZA

Il governo della Resistenza viene rovesciato .     E’ il 25 novembre 1945, il Presidente del governo resistenziale, Ferruccio Parri , il mitico comandante Maurizio , defenestrato da una manovra a tenaglia tra la democrazia cristiana e il partito liberale, ha pronunciato nella conferenza stampa di commiato  la parola “colpo di stato” declinando il suo atto di accusa, mite ma senza perdono, contro le forze politiche che ora si apprestano a smantellare quello che era stato fatto, ad arrestare il vento del nord, a restituire allo stato la continuità incrinata dalla Resistenza , ad avviare un imponente processo di restaurazione.  Ferruccio Parri rappresentava “una cosa nascosta e senza nome, uguale in tutti e indeterminata, ripetuta milioni di modi eternamente uguali: i morti freddi sotto la terra, la sofferenza di ogni giorno, il coraggio che la nasconde”. Dicevano che non fosse un uomo politico, perché egli era “costruito con il pallido colore dei morti, con la dolente immagine dei giovani morti, dei fucilati, degli impiccati, con le lacrime e i freddi sudori dei feriti, dei rantolanti, degli angosciati, dei malati, degli organi nelle città e sulle montagne”. ( Carlo Levi, L’orologio). Si aprivano le pagine poco nobili della desistenza

l’ipocrisia pagana della chiesa di roma

di riccardo mastrorillo

Qualche giorno fa ad Andalo hanno tagliato un abete di 113 anni, alto 23 metri e pesante 80 quintali, per inviarlo, con gli omaggi della Provincia Autonoma di Trento, a Piazza San Pietro. Il fatto di per sé non sarebbe una notizia importante, ma promuove alcune non banali riflessioni. Continua la lettura di l’ipocrisia pagana della chiesa di roma