Tutti gli articoli di Critica Liberale

I MISERABILI

Sul “Mattino” di Napoli Clemente Mastella dà utili consigli a Berlusconi per controllare il voto segreto dei Grandi Elettori per il Quirinale: «Alla quarta votazione chieda ad esempio a Fi di far scrivere sulla scheda “Silvio Berlusconi”, alla Lega “Berlusconi Silvio” e a FdI “Berlusconi”. Gli altri partiti potranno utilizzare, a piacimento, “S. Berlusconi” o “Cavalier Berlusconi”, le forme non mancano». È sottinteso che facilmente si può trovare una formula anche per distinguere i parlamentari comprati dal Cavaliere. Il quale nello stesso giorno ha la faccia tosta e l’arroganza di far uscire sui giornali che eleggerlo è «il minimo che può fare l’Italia» per lui. Ormai siamo oltre limite: un rottame della Prima repubblica pubblicamente consiglia una truffa “alla democristiana” a un pregiudicato senza vergogna, il quale – ricordiamolo – debuttò in politica, proprio al Quirinale davanti a Scalfaro, designando come Ministro della Giustizia il suo Previti, ufficiale pagatore in corruzioni di giudici, avvocati e via dicendo…

E contemporaneamente un “intellettuale” di estrema destra come Marco Gervasoni, sul “Giornale” del suo Padrone denuncia come «spregio delle istituzioni» l’idea del Pd di abbandonare l’aula durante la quarta votazione e lasciare i Grandi Elettori da soli a votarsi il più miserabile Presidente della Repubblica di tutti i tempi. Diciamo la verità: da Mastella non ci siamo mai aspettati nulla di meglio. Né dai professori di provincia. Il primo è stato ed è parte integrante di quella classe politica politicante che da decenni sta dando più che una mano allo sfascio politico, sociale e morale del paese, e pur da vecchio continua a rimestare nel fango; così sale in cattedra raccomandando su come trasformare i parlamentari a burattini al guinzaglio stretto del Padrone… Il secondo fa parte di quella sempiterna  categoria di “paglietta” già maltrattata un secolo fa da Salvemini, per cui non c’è bisogno di aggiungere altro…

Aridatece l’Azzolina – il caos nelle scuole italiane

di riccardo mastrorillo

tra meno di due giorni i bambini e i ragazzi italiani dovrebbero rientrare a scuola, dopo le vacanze natalizie, nonostante un serrato confronto nel Governo, lo stesso ha deciso di riaprire le scuole anche se la curva degli infettati (come era largamente prevedibile) è in forte ascesa.

In questi giorni di festa, per evidenti priorità economiche, si è fatto finta di nulla: negozi affollati per lo shopping natalizio, obbligo di mascherina all’aperto largamente inosservato, spesso inosservato anche al chiuso, mezzi di trasporto pubblico affollati, cinema, teatri, stadi e locali aperti. Vaccinazioni a singhiozzo (personalmente ho subito l’annullamento dell’appuntamento per la terza dose, per indisponibilità del vaccino) e tanti, troppi ancora convinti che il virus sia una montatura mediatica e che il vaccino sia uno strumento complottista. Continua la lettura di Aridatece l’Azzolina – il caos nelle scuole italiane

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Sommario
editoriale
3. giovanni perazzoli, i fantasmi giacobini dell’occidente: i nuovi autoritarismi mascherati
6. angelo perrone, il virus dell’intolleranza e del dogmatismo
contro la sinistra illiberale
9. the economist, la minaccia della sinistra illiberale
12. the economist, echi dello stato confessionale
14. harper’s letter – lettera sulla giustizia e il dibattito aperto
il dibattito
16. dino cofrancesco, hate speech e free speech
18. mattia ferraresi, la “sinistra illiberale” che non piace all’economist è figlia del liberalismo
21. roberta de monticelli, fare chiarezza sul conflitto fra liberali e illiberali
22. nadia urbinati, la crociata contro il politicamente corretto e la difesa di vecchie gerarchie
24. gad lerner, la libertà, ultima maschera a destra
26. luca ricolfi, le cinque varianti delle parole
28. chiara valerio, parlar “giusto” non è questione di etichetta
29. natalino irti, la fatica di pensare e il facile conformismo
30. michela murgia, il liberal-conformista difende il suo privilegio
31. massimo salvadori, il sonno della storia genera mostri
33. giovanni belardelli, cancel culture tendenza italia: una pura e semplice ignoranza del passato
35. comitato di direzione
35. hanno collaborato
 

sconfiggere il berlusconismo che è in noi

di riccardo mastrorillo

Intervento a nome di Critica liberale al presidio del “Popolo Viola” il 4 gennaio “Il Quirinale non è un bunga bunga”

per vedere il video: https://fb.watch/ao5wuLlbJq/

Critica liberale sin dal 1994 si è sempre spesa per mettere in guardia la società italiana dal pericolo del Berlusconismo, la nostra tradizione che da oltre cinquant’anni ha rappresentato l’altra sinistra Continua la lettura di sconfiggere il berlusconismo che è in noi

NO AL DISONORE DI UN PRESIDENTE PREGIUDICATO E INELEGGIBILE

 
 
Il 4 gennaio, alle ore 17:00, saremo in piazza Santi Apostoli, a Roma, per dire no a Berlusconi al Quirinale
Che tra i mass-media italiani, fatte alcune rare eccezioni, in pochissimi sembrano considerare il fatto che esista una ineleggibilità morale e sociale del pregiudicato Silvio Berlusconi, al di là delle norme scritte, per ricoprire la carica di Presidente della Repubblica.
Per ricordare alle e ai parlamentari e grandi elettrici e elettori che saranno chiamate/i dal Presidente Fico ad esprimere il proprio voto, che hanno una enorme responsabilità nelle loro mani: impedire che il nome più divisivo, più equivoco, insomma, più inopportuno, venga indicato come rappresentante della nostra istituzione più importante, ricordando che il Presidente della Repubblica deve rappresentare tutti noi cittadini e cittadine italiani e non si può confondere il Quirinale con il Bunga Bunga.
La manifestazione andrà in diretta sulla pagina del Popolo Viola

La manifestazione si svolgerà nel rispetto delle misure anticontagio: distanziamento e mascherine 

 

Sulla sinistra italiana: una riflessione critico-politica. Ragionando su PSI e PCI

di paolo bagnoli

A oltre sei lustri dalla scomparsa dei partiti storici e della sinistra dalla scena politica italiana, nonostante la non poca letteratura prodotta sulla materia, occorre osservare come la questione della sinistra  vada reimpostata. Non si tratta di un’esigenza esclusivamente storica, ma precipuamente politica se si ritiene, come noi riteniamo, che la storia della sinistra italiana non appartenga al passato, ma alla politica nel senso che la sua vicenda costituisce, o dovrebbe costituire, l’elemento di avvio di una riflessione propedeutica al reinsediamento della medesima nell’Italia del presente; in qualche modo ripartendo da zero rispetto ai travagli del passato i quali, tuttavia, non possono essere messi da parte se l’intenzione dell’operazione ha un segno positivo considerato che la storia ha emesso il proprio giudizio e dove sono gli errori, le occasioni mancate, le cose giuste è risaputo. Tutto ciò, evidentemente, non può essere dimenticato e non si può far finta che non ci sia, ma se oggi l’Italia è l’unico Paese europeo in cui non vi è traccia di una sinistra degna di questo nome, una ragione ci sarà.

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“Via le mani dall’inoptato”

La scorsa primavera si è costituito  il   Comitato “Via le mani dall’inoptato” con il solo scopo di far maturare la consapevolezza della necessità  di eliminare l’ultimo  periodo  dell’art. 47 c. 3 della legge 222/1985 che  riguarda la distribuzione  dell’8xmille inoptato della dichiarazione IRPEF.

Quale precisa procedura politico giuridica per centrare questo obiettivo sarà stabilito nei prossimi mesi dai vari organi del Comitato. Intanto il   Comitato “Via le mani dall’inoptato” si è dotato di un sito Web ( www.vialemanidallinoptato.it ) ed uno Facebook (www.facebook.com/vialemanidallinoptato/) che contengono  una copiosa documentazione sull’argomento, che sono aggiornati con le notizie principali e che vengono  utilizzati per allargare  la partecipazione. L’obiettivo è quello di costituire una rete di rappresentanti locali che sarà indispensabile  quando sarà stata decisa la procedura per attuare lo scopo sociale.

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LA “CONDUCENZA” DI UN MAGISTRATO

904 pagine .  La sentenza di condanna di Lucano: «un esempio di letteratura processuale perversa, dove abbondano i giudizi morali e quelli moralistici, le considerazioni politiche, le riflessioni sociologiche, le analisi di natura generale (proprio quando entra in vigore il decreto legislativo sulla presunzione d’innocenza)», così Luigi Manconi sulla incredibile e inaudita sentenza di condanna a 13 anni e 2 mesi di reclusione di Mimmo Lucano.
Il quadro di un tal modus procedendi fa il paio con le parole del PM di Locri il giorno dopo la lettura del dispositivo  …. «sono progressista» e «la legalità è un valore di sinistra». ( Saranno stati contenti tutti coloro che, magistrati compresi, per una ragione o per l’altra, non sono di sinistra?)!
Lo stesso procuratore ha spiegato che, a suo avviso, la mancata concessione delle attenuanti a Lucano si dovesse al suo «atteggiamento ostruzionistico», dal momento che egli si è rifiutato di farsi interrogare. Il che la dice lunga sul rispetto per le garanzie inviolabili dell’imputato (rafforzate appunto sul tema del diritto al silenzio dal d.lgs. 188 del 2021). Nella sentenza si trova, contraddicendo la pena abnorme inflitta, con grande evidenza, il riconoscimento del fatto che Lucano fosse mosso dalla «pura passione» per quel «mondo nuovo che lui ha saputo creare». … L’esperienza di Riace ha costituito «giustamente un modello e un simbolo di integrazione per tutto il mondo». In ogni caso, l’ex sindaco è stato trovato «senza un euro in tasca». Non è  un dettaglio ancora l’enfasi della neolingua  del provvedimento che usa una parola sconosciuta : «conducenza» , arbitrarietà lessicale che, scrive Manconi  «tradisce l’approssimazione tortuosa della logica giuridica e dell’argomentazione dialettica. In altre parole, Mimmo Lucano è onesto, ancor più: è integerrimo, ma è tutta una apparenza».
«Nulla importa che sia stato trovato senza un euro in tasca, come orgogliosamente egli stesso si è vantato di sostenere a più riprese. Perché ove ci si fermasse a valutare questa condizione di mera apparenza, si rischierebbe di premiare la sua furbizia, travestita da falsa innocenza, ignorando però l’esistenza di un quadro probatorio di elevata conducenza, che ha restituito al Collegio un’immagine ben diversa da quella che egli ha cercato di accreditare all’esterno». Motivazioni che lasciano interdetti  di una condanna abnorme…   «… tra cui l’acquisto di un frantoio e di numerosi beni immobili da destinare ad alberghi per l’accoglienza turistica» – costituivano per il Tribunale «una forma sicura di suo arricchimento personale, su cui egli sapeva di poter contare a fine carriera, per garantirsi una tranquillità economica che riteneva gli spettasse, sentendosi ormai stanco per quanto già realizzato in quello specifico settore». Un passaggio che  pare  un processo alle intenzioni di Lucano (intenzioni proiettate nel futuro). Il frantoio e le strutture che il sindaco Lucano ha finanziato usando legalmente i fondi destinati all’accoglienza erano strutture utili per il suo modello di accoglienza. Infatti ai migranti veniva fornita la possibilità di avere sbocchi professionali e dunque reali opportunità di integrazione. Sappiamo bene che non c’è vera integrazione che non passi attraverso la libertà e la dignità che offre il lavoro. È illogico incolpare Lucano di aver realizzato tutto questo al mero scopo di costruirsi una propria via d’uscita, una volta che fosse terminato il suo mandato politico. Un  passaggio sconcertante che prescinde da fatti e condotte di un arricchimento che non c’è stato, non aveva un euro in tasca secondo lo stesso Tribunale.  Qualche giorno fa sulla mia bacheca Facebook mi interrogavo sulla misteriosa parola “conducenza” e anche l’amico e grande linguista Raffaele Simone mi confermava l’assenza dal vocabolario della parola . Metafora  nel senso dell’arbitrarietà di una sentenza anche incomprensibile oltre che iniquamente sproporzionata. Mi chiedo perché una tal sentenza che nella sua apoditticità sine pietate e nella abnorme entità della pena non aiuta chi vuole avere fiducia nella giustizia

 
 
 
 
 
 

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Sommario
la biscondola
6. paolo bagnoli, un urlo contro un sistema ingiusto


astrolabio
7. valerio pocar, preti e filosofi devoti all’assurdo
7. angelo perrone, politiche sanitarie: il peso dell’irrazionalità
heri dicebamus
11. enzo marzo, cacciari, il “filosofo” televisivo


vocatio in ius/vacatio iuris
12. maurizio fumo, soggetto, verbo, complemento
cronache da palazzo
13. riccardo mastrorillo, contro il monopolio della tim
lo spaccio delle idee
15. b2: candidato pregiudicato e ineleggibile – scritti di giovanni sartori e paolo sylos labini
22. orlando franceschelli, la laicità di un pensatore religioso
ahi! serva stampa
21. sì padrone, li metto in riga io
24. comitato di direzione
24. hanno collaborato
10-13-14-20-21. bêtise d’oro – bêtise
SUPPLEMENTO
sergio lariccia, i miei ricordi di mario galizia

 

NESSUN ARTICOLO IN CRONACA

di stampa romana

  UNA DONNA  E’ STATA SFREGIATA CON L’ACIDO A ROMA. NESSUN PARTICOLARE IN CRONACA. 

Una donna è stata sfregiata con l’acido nel quartiere periferico di San Basilio a Roma parecchi giorni fa.

Le voci iniziano a circolare e i cronisti, come è normale e professionale nel nostro mestiere, chiedono informazioni alla questura.

La polizia, senza fornire dettagli sull’identità della vittima, conferma solo che il grave episodio è accaduto.

Non aggiungono dettagli gli agenti perché “non so se sa che con le nuove disposizioni noi non possiamo dire più niente”.

Per quanto riguarda la procura “con le indagini in corso non credo le direbbero nulla al momento”

Insomma di fronte ad un fatto di allarme sociale, rilevante dal punto di vista giornalistico, di interesse pubblico non sono disponibili informazioni essenziali per i colleghi.

Se questa è l’interpretazione delle nuove norme che regolano la comunicazione sui reati per garantire privacy e presunzione di innocenza possiamo dire che non solo si traducono in un ostacolo all’informazione ma anche in una indebita manipolazione dell’opinione pubblica.

Non dobbiamo ricordare certamente le continue e sacrosante battaglie sul contrasto ai femminicidi e alla violenza sulle donne. Tuttavia in questo modo, non potendo informare in modo completo, ripiombiamo nel silenzio, nell’oscurità, in una omertà che fa malissimo alla nostra democrazia.

Segreteria Associazione Stampa Romana