PENSIERI SU ZAN (con una postilla di e.ma.)

di raffaele simone
 
La sinistra (vera o falsa che sia) ha deciso, Letta in testa. Il ddl Zan, che va oggi in discussione al Senato, va approvato com’è!
Ma com’è? Bisogna dirlo chiaramente: è un accrocco di concetti confusi, di pretese esagerate e immaginose, che il Pensiero Unico della Sinistra (PUS) ha preso di sana pianta dai gruppi delle Affirmative Actions USA e ricopiato servilmente, aggiungendovi di suo una prosa scombinata. In effetti il ddl inventa nuove categorie di persone esposte, alcune delle quali di fantasia, altre che è difficile ritenere che siano “da difendere” e propone come fondamento un concetto di genere fatto apposta per fare impazzire, oltre che i cittadini, anche tutte le amministrazioni di questo paese.
Dal punto di vista testuale, il ddl è scritto malissimo, dato che consiste per la maggior parte nella modifica di altri testi di legge, sicché per essere letto richiede una continua attività sinottica.
 
Meglio sarebbe stato abrogare gli articoli interessati delle leggi di riferimento e dar luogo a un testo continuo nuovo.
Quanto alla sostanza, il ddl introduce una serie di concetti infondati, circolari o equivoci. Un esempio è il concetto di “bifobia” (sic), che non è una fobia doppia (come la morfologia suggerirebbe), ma la fobia dei bisessuali. Ora, non mi pare che i bisessuali siano particolarmente discriminati; in ogni caso, non si vede perché debbano essere protetti da alcunché (se non, propriamente, da sé stessi; io starei educatamente alla larga da un-a bisessuale: questione di gusti. Sarò forse bifobo?).
Interessante è anche il suo concetto di genere:

Art. 1. b) Per genere si intende qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso.
E perché “esteriore”? il genere non ha una dimensione interiore? Non consiste nel “sentirsi X o Y”? e perché “conforme o contrastante”? e che c’entrano le “aspettative sociali”?
Art. 1. c) per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi.
L’orientamento sessuale è una forma di attrazione? Oppure è una disposizione, un atteggiamento, una postura?
Ma il peggio è nel comma d), dove si definisce l’identità di genere:
d) per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione.
In poche parole, se io sono un uomo nell’aspetto e nell’aspettativa sociale, ma mi sento donna, posso pretendere che, in una selezione, mi vengano applicate le “quote rosa”? E se due giorni dopo mi sento trans, posso chiedere di essere escluso dal servizio militare? O devo pretendere la creazione di reparti per trans? E devo cambiare toilette ogni giorno? E se la mia “identificazione percepita e manifestata” di me cambia di continuo? In pratica, uno può essere uomo come sesso, donna come genere e trovarsi in un percorso di transizione (perché vuole diventare trans): e allora come si deve collocare? (Sembrano domande ironiche, ma non lo sono affatto.)
L’Art. 4 è pura confusione. Non c’è ermeneutica che tenga.
Art. 4. (Pluralismo delle idee e libertà delle scelte) 1. Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti.
L’art. 7 vuole portare la tematica nelle scuole con cerimonie e manifestazioni. Come al solito, lì tutto deve finire. A partire da quale livello? Volete parlare di bisessuali ai bambini? E queste manifestazioni avranno l’aspetto dei Gay Pride? O saranno severe conferenze, proiezioni e cineforum?
Art. 7. In occasione della Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia sono organizzate cerimonie, incontri e ogni altra iniziativa utile per la realizzazione delle finalità di cui al comma 1.
In conclusione: credo che siano sì necessarie misure di protezione per le persone discriminate, per qualunque motivo, ma che non sia necessario inventare categorie fantasiose o non bisognose di protezione. Credo inoltre, dal punto di vista dell’opportunità tattica, che nell’attuale momento politico sia più sensato, soprattutto per il PD, cercare unità su misure urgenti di ricostruzione del Paese che disperdersi in discussioni litigiose e foriere di contrasti (e di crolli elettorali). Credo inoltre che questa proposta rappresenti l’ennesima manifestazione di dipendenza culturale del nostro Paese da aree (come gli USA) dotate di altre tradizioni, altri sfondi e altre proiezioni. Data questa sua origine, il ddl esercita un effetto paralizzante su chi non lo condivide: si corre il rischio di passare per panto-fobo! Credo infine, da quel tanto che conosco del Paese e dei suoi abitanti, che la più gran parte degli elettori, se qualcuno glielo spiegasse a dovere, dichiarerebbe il suo completo disinteresse per questo ddl. A differenza dei raffinati, al popolo non è mica che gli vada bene proprio tutto tutto.
PS Sono sicuro che la maggior parte del dibattere che si fa in queste settimane sui giornali e sulle piazze sia da parte di persone che non hanno letto l’infelice testo. La lettura non è agevole né simpatica, ma oportet.
 
[Postilla di e.ma.: Intendiamo aprire sulla questione del ddl Zan un dibattito tra tutti i nostri lettori.
Sono convinto che siamo di fronte alla replica di una sinistra che per fanatismo, per ignoranza e ricerca di protagonismo riesce sempre a distruggere da sola anche le battaglie più necessarie e civili. Lo abbiamo visto già in sede referendaria, quando i radicali riuscirono a regalare una clamorosa vittoria al cardinal Ruini, che evidentemente conosceva meglio di loro le opportunità offerte da una brutta legge sul referendum abrogativo. Ugualmente mi pare che l’ansia di mettere più argomenti assieme ed estremizzarli, e scrivere in modo orrendo il disegno di legge sulle discriminazioni stiano portando al massacro la parte civile della società civile. E regalare una clamorosa vittoria al Vaticano e le Destre. Quasi la rivincita storica  sulla sconfitta antidivorzista.
La “coda di paglia”, che ha spinto ad aggiungere in corsa una scontata garanzia sui reati di opinione che dovrebbero, o sono, supergarantiti dalla Costituzione, è stato un brutto segnale di dilettantismo. La stessa legge Mancino è assai criticabile se si è convinti della necessità della difesa a oltranza della libertà d’opinione, però oggi paradossalmente diventa al contrario davvero odiosa se si lascia che il suo raggio d’azione non comprenda anche le discriminazioni sessuali e il relativo incitamento all’odio. Quindi è il punto di partenza a contenere un grave errore. Non restava che estendere la legge Mancino. Ma bisognava farlo con criterio. Con giudizio, senza fornire armi all’avversario. Sarebbe bastato allargare la Mancino alla discriminazione sessuale, con tre sole parole. Per la Destra sarebbe stato difficile ingaggiare una battaglia campale contro. Tutto questo però è alle nostre spalle. 
Un certo giorno tutta la questione si è modificata radicalmente, perché un macigno ben più grosso si è imposto: la Nota verbale del Vaticano. Cioè del governo papale. Ovvero una interferenza irricevibile, che andava respinta al mittente , e non lo si è fatto. La parte più retriva del Vaticano, diffondendo la Nota, ha voluto stravincere sullo Stato italiano. E anche sull’ipocrisia del papa. 
L’interferenza è un fatto pubblico incancellabile, inquina radicalmente tutta la discussione su ddl Zan, condiziona il voto e lo aggrava di un significato ben superiore al disegno di legge stesso. Vince sull’insipienza. Anche l’ipocrita argomento di eventuali modifiche è all’interno della questione: tutti sanno che se viene emendato l’attuale testo, per questa legislatura non se  ne riparlerà più.  E l’interferenza avrà raggiunto il suo pieno scopo.
Avremo modo di riparlare nei prossimi giorni dell’atteggiamento della “politica” e delle mille manovre in corso.]

3 commenti su “PENSIERI SU ZAN (con una postilla di e.ma.)”

  1. Complimenti sinceri all’autore dell’articolo che è riuscito a mettere in fila una sequenza ininterrotta di luoghi comuni, tentativi malriusciti di pungente ironia e – in definitiva – di sostanziale aristocratico disinteresse per le vite delle persone senza vergognarsi evidentemente nemmeno un pochino

  2. davvero sconcertante questo articolo! In specie su una rivista di questo tenore. Un elenco di commenti da bar dello sport. Dico commenti e non opinioni, perché non vi sono argomenti ma solo giochi di parole, domandine che vorrebbero svelare chissà quale difetto concettuale o di forma.

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