aspettiamo ancora che salvini espella i leghisti omofobi e razzisti (e anche un po’ nazisti)- 16° giorno – le menzogne della sen. Ronzulli

di “pagella politica”

Il 2 maggio la senatrice di Forza Italia Licia Ronzulli ha parlato del discorso tenuto da Fedez – nome d’arte di Federico Leonardo Lucia – durante il concerto del 1° maggio a Roma.

Il rapper in quell’occasione ha accusato il senatore leghista Andrea Ostellari, presidente della Commissione Giustizia, di fare ostruzionismo al percorso del ddl Zan sul contrasto all’omotransfobia, e ha aggiunto che del resto Ostellari appartiene «a uno schieramento che negli anni si è distinto per la sua grande lotta all’uguaglianza». A queste parole Fedez ha fatto seguire un elenco di affermazioni omofobe – o peggio – di sette leghisti.

Secondo Ronzulli bisognava garantire il contraddittorio tra il rapper e Ostellari. Sarebbe emerso così che «alcuni» degli esponenti della Lega «tirati in causa da Fedez sono stati espulsi» dal partito «proprio per quelle esternazioni».

Abbiamo verificato e dei sette nomi fatti da Fedez non ci risulta che nemmeno uno sia stato espulso dalla Lega a causa delle proprie uscite omofobe. Andiamo a vedere i dettagli.

I magnifici sette

Nel suo discorso del 1° maggio Fedez ha citato sette esponenti della Lega: Giovanni De Paoli, Alessandro Rinaldi, Luca Lepore, Massimiliano Bastoni, Alberto Zelger, Stella Khorosheva e Giuliana Livigni.

Giovanni De Paoli è stato consigliere regionale della Lega in Liguria tra il 2015 e il 2020. A maggio 2019 ha abbandonato il partito, come riporta la stampa locale, per ruggini con gli altri esponenti locali della Lega e in particolare per alcune dispute legate alla campagna elettorale locale nella zona del collegio elettorale di De Paoli.

Dunque né è stato espulso, né pare abbia rilevato la sua uscita del 2016 – smentita a suo tempo dell’interessato, che però è sotto processo per essa, e ora ricordata da Fedez – secondo cui «se avessi un figlio gay, lo brucerei nel forno».

Alessandro Rinaldi, che ha accusato Fedez di aver strumentalizzato le sue parole di questo aprile («I gay? Che inizino a comportarsi come tutte le persone normali»), è un consigliere comunale di Reggio Emilia e risulta ancora membro della Lega.

Luca Lepore è un consigliere municipale e assessore del Municipio 2 di Milano e Massimiliano “Max” Bastoni è un consigliere regionale della Lombardia. Entrambi risultano fare parte della Lega. La loro frase, contenuta in un comunicato congiunto del 2015 e ricordata da Fedez, riguarda i «gay vittime di aberrazioni della natura».

Alberto Zelger – la cui frase citata da Fedez è: «I gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie» e risale al 2018 – risulta essere ad oggi un consigliere comunale di Verona della Lega, partito a cui è approdato nel 2015 dopo aver lasciato la Lista Tosi di cui faceva parte.

Stella Khorosheva è l’ex portavoce del sedicente “sindaco” filo-russo di Slovyansk, cittadina ucraina del Donbass occupato illegalmente dalle forze di Mosca e dai separatisti filo-russi. Nell’autunno del 2020 è stata candidata – tra le polemiche per la sua omofobia e anche per alcune vicende giudiziarie legate ai suoi trascorsi in Ucraina – per il comune di Lavis (in provincia di Trento) nelle liste della Lega. Non risulta eletta (prese 12 voti) e nemmeno allontanata dal partito. Né in generale, né (anzi) per le sue affermazioni del 2020 circa il matrimonio gay che «porta all’estinzione della razza». Restiamo comunque a disposizione della Lega e dell’interessata per eventuali precisazioni.

Veniamo ora all’ultimo nome della lista, Giuliana Livigni. Candidata nel 2017 per la Lega nel IV municipio di Genova (Media Val Bisagno), ottenne* quattro voti. La sua frase incriminata – «fanno iniezioni ai bambini per farli diventare gay» – era stata pronunciata proprio durante la campagna elettorale del 2017, in riferimento a Elisa Serafini, un’altra candidata dello schieramento di centrodestra (eletta, poi diventata assessora e successivamente dimessasi per i contrasti con la giunta, considerata troppo spostata a destra sul tema dei diritti). Per questa uscita Livigni è stata processata per diffamazione.

Come ci ha gentilmente riferito Serafini, Giuliana Livigni è sempre stata difesa dalla Lega durante la vicenda e risulta agli atti del processo che il suo avvocato fosse Maurizio Barabino, lo stesso avvocato che difende l’ex ministro della Lega Edoardo Rixi nei processi. A seguito dell’indagine, dopo il colloquio con il giudice a cui sono seguite le scuse da parte di Livigni e la compensazione economica, Serafini ha ritirato la querela per evitare alla stessa Livigni la condanna per diffamazione. L’intero compenso è stato donato da Serafini ad Arcigay. La signora Livigni è deceduta nel 2019.

Il verdetto

La senatrice di Forza Italia Licia Ronzulli il 2 maggio ha detto che «alcuni» degli esponenti della Lega «tirati in causa da Fedez sono stati espulsi» dal partito «proprio per quelle esternazioni».

I leghisti in questione sono sette. Quattro risultano ancora ricoprire ruoli istituzionali e far parte della Lega (Alessandro Rinaldi, Luca Lepore, Massimiliano Bastoni, Alberto Zelger). Due sono state candidate con la Lega in recenti elezioni ma non abbiamo trovato nelle nostre ricerche provvedimenti di allontanamento nei loro confronti, meno che mai collegati alle loro uscite omofobe (Stella Khorosheva e Giuliana Livigni). Uno, Giovanni De Paoli, risulta aver lasciato la Lega ma non in seguito a una espulsione, ma di sua iniziativa. Inoltre le cause della rottura tra De Paoli e il partito sarebbero da ricercare in questioni del tutto diverse dalle sue posizioni estreme nei riguardi degli omosessuali.

Restiamo a disposizione della Lega e dei diretti interessati se volessero fornirci ulteriori chiarimenti ma in base alle informazioni pubblicamente disponibili dobbiamo ritenere quella di Ronzulli una “Panzana pazzesca”: nessuno dei sette leghisti risulta infatti espulso dal partito per le sue affermazioni omofobe.


*Scaricare il file zip PrefMunicipio4.zip e consultare il file relativo alla lista n.3 alla candidata n.13

 

 

 

 

5 commenti su “aspettiamo ancora che salvini espella i leghisti omofobi e razzisti (e anche un po’ nazisti)- 16° giorno – le menzogne della sen. Ronzulli”

  1. rixi no è mai stato ministro ma al massimo vice ministro. È stato fatto dimettere in seguito a sentenza di condanna non definitiva poi cancellata infstti in Cassazione. Con tanti amichetti vostri dale consigliere dipietriste a quelli della sx varia.
    La sindaca Appendino con due condanne seppure non definitive, ma una per duplice omicidio ( un terzo morto ci sarebbe, un cittadino sanmarinese, ma i pm han deciso che essendo già malato poteva cmq morire : manco i nazisti ! ) non si è dimessa e nessuno le ha chiesto un passo indietro. Essendo i vs amici 5 stupri privi di ogni senso istituzionale, si è autosospesa da movimento…confondendo funzione pubblica ed appartenenza politica. Infame !

    1. abbiamo accettato questo commento, pur essendo intriso di attacchi eccessivi, dai quali ci dissociamo ovviamente, Rixi si dimise su insistenza del Quirinale, non certo per iniziativa del suo partito….. ed è veramente poco importante se sia stato ministro o vice, ah, dopo aver letto quest’ultimo commento per la seconda volta ed in suo onore, verremo meno al principio liberale di non dare patenti….. ma lei indubbiamente non è un liberale

  2. Vedo che avete già cancellato il commento. alla faccia della libertà di espressione del pensiero…noto un richiamo alla società Pannunzio. Nel lontano 1968 sono stato fra i 4 fondatori del centro Mario Pannunzio di Torino, direttore responsabile del giornale del Centro la cui sede provvisoria fu a casa di mio Nonno materno di antica fede liberale autentica.
    Mi dimise dal centro pochi anni dopo quando divenne troppo conformista.
    Comunque Pannunzio un articolo del genere non lo avrebbe mai passato ed avrebbe cacciato immediatamente l’ autore.
    Il vero liberalismo è altra cosa…VERGOGNATEVI !

    1. nessuna censura, come vede, ma semplicemente non abbiamo visto il suo splendido e incomprensibile commento. Riguardo al povero Pannunzio, che ovviamente si starà rivoltando nella tomba, prendiamo atto che Ella, visti gli sproloqui a difesa della lega, sia un seguace di quel partito, che, siamo sicuri, non ha nulla a che vedere con il liberalismo e con Pannunzio, non ci è mai piaciuto dare patenti di liberalismo, nè tantomeno ci piacciono quelli che le danno, non lo abbiamo mai fatto, ma nel caso della lega crediamo sia un fatto evidente, nel suo caso, non conoscendola, non ci pronunciamo, perché Noi, siamo liberali

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