L’eutanasia della democrazia, tragedia o farsa?

di riccardo mastrorillo

Le sconvolgenti immagini di subumani, travestiti e armati, come se partecipassero alla peggiore farsa di una subcultura indefinibile e indecente, che violentano il Parlamento, ha sconvolto tutto il mondo. Come in un appassionato confronto tra due concezioni del nichilismo, che non mi stanco mai di rileggere, Jüngher ed Heidegger in Über die Linie; la domanda esiziale è comprendere se non abbiamo ancora toccato il fondo o se, dopo l’epilogo del 7 gennaio, possiamo auspicare una rafforzamento della democrazia e dei suoi principi.

Non sono mancati anche in Italia, imbecilli o furbetti pronti ad assecondare la storiella dei brogli, smentita con decisione da magistrati indipendenti, e, addirittura dagli stessi compagni di partito di Trump, perché la cultura del complotto, già dai tempi dei protocolli dei savi di Sion, risulta sempre la soluzione più facile per giustificare le peggiori nefandezze. Non sappiamo, se sia peggio pensare, che Trump abbia veramente sperato che questa teppaglia indecorosa potesse ribaltare il risultato delle elezioni, o che sia stato veramente convinto che i suoi voti fossero superiori a quelli di Biden. Prendiamo atto, con sollievo e soddisfazione che il sistema politico degli Stati Uniti ha reagito compatto: democratici e repubblicani insieme per porre fine a qualsiasi remota e fantasiosa soluzione, basata, non solosulla forza, ma, oserei dire, sul mancato uso dell’intelletto!

Non siamo tra coloro che addebitano alle forze dell’ordine incapacità se non connivenze coi rivoltosi, né tra quelli che definiscono “tentativo di golpe”, il deprecabile assalto al Campidoglio da parte di un folto gruppo di ignoranti, aizzati da un rozzo autocrate, in pieno delirio di onnipotenza. Crediamo che alla fine abbiano fatto meglio a lasciarli passare, armati e deliranti come erano, onde evitare un sicuro spargimento di sangue, che comunque c’è stato, perché 4 morti sono comunque un enormità, e lo sarebbe stato anche uno solo. Crediamo che in questo modo si sia disvelato completamente, almeno alla parte sana degli Stati Uniti, il tragico errore compiuto, quattro anni fa, dal partito Repubblicano, che comunque esce profondamente provato da questa situazione.

La tenuta democratica non è stata mai messa in discussione, anzi questo episodio rafforza la sicurezza che, le procedure e gli anticorpi di una democrazia liberale, possano resistere alle prove peggiori, laddove i valori e i principi restano condivisi. Ma questo deve essere il monito e il cruccio per tutte le democrazie del mondo, ma soprattutto per la nostra povera Italia: in assenza di valori condivisi e di limiti ben chiari, il rischio che un incidente si trasformi in una tragedia inarrestabile è alto.

Trump potrà orgogliosamente rivendicare di aver compiutamente fatto quello che l’italico Mussolini ebbe solo il coraggio di minacciare: trasformare il Campidoglio da “aula sorda e grigia a bivacco di manipoli”. E forse proprio l’eccesso ha consentito il rinsavimento culturale della destra americana, a dimostrazione che anche per gli americani valgono le tristi parole di Gobetti «e bisogna sperare (ahimè, con quanto scetticismo) che i tiranni siano tiranni, che la reazione sia reazione, che ci sia chi avrà il coraggio di levare la ghigliottina» Per uno dei tragici casi della storia i manifestanti hanno infatti eretto una forca davanti al palazzo del Parlamento.

E’ tempo di ristabilire limiti e regole invalicabili, è tempo che la Politica, in tutto il mondo, riassuma il suo ruolo alto di guida nell’evoluzione, senza più rincorrere il decadimento, nascosto dal politicamente corretto, verso qualsiasi barbarie. Daniel Ziblatt e Steven Levitsky nel loro “Come muoiono le democrazie” avevano ampiamente previsto e spiegato l’epilogo rischioso di questa eutanasia democratica, che non avviene per congiure o colpi di stato ma, come un virus, è causata da una corrosione dall’interno. «Abbiamo per anni scambiato il rispetto per le opinioni con la valorizzazione dell’idiozia». Saggiamente dice l’amico filosofo Giovanni Perazzoli, e questo probabilmente è avvenuto per un inedito “tradimento dei chierici”, poltici, giornalisti, uomini d’affari, tutti protesi ad una concezione della società, che rischia di trasformarsi da liquida a gas esplosivo.

L’immagine del colonnello Antonio Tejero Molina che spara contro il soffitto del Congresso dei Deputati a Madrid nel 1981, può essere considerata tragica, quella dell’idiota Jake Angeli, vestito da sciamano, che guida la rivolta a Washington ci sembra una evidente farsa. Sarebbe tempo di reintordurre un senso della misura e dell’estetica anche nella tragicità di un’insurrezione. L’immagine di un militare armato che assalta il parlamento è indegna, ma è certamente meno riprovevole della stessa azione condotta da un demente a torso nudo e con due corna in testa. Anche in questo, il senso della misura è stato annientato.

Ernest Jüngher scriveva «La difficoltà di definire il nichilismo sta nel fatto che è impossibile per la mente giungere a una rappresentazione del niente. Del niente non ci si può formare né un immagine né un concetto» Dobbiamo avere un sussulto di dignità per non cedere definitvamente al nulla.

Il momento è solenne, la situazione è tragica: siamo nella tenebra assoluta, ma, almeno oggi, siamo consapevoli di essere al buio.

Un commento su “L’eutanasia della democrazia, tragedia o farsa?”

  1. mi sembra di ricordare che anche in italia ……. vedi juno valerio borghese e il carroarmato\ trattore leghistaveneto. aggiungiamo pure
    la cerimonia sacerdote bossi, chierichetto salvini e possiamo avere anche noi una bella sfilata carnevalesca

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