la scomparsa di rossana rossanda: un ricordo laico

di enzo marzo

Più di venti anni fa, nel dicembre 1998. Nel teatro romano Brancaccio, in un raduno di laici tanto folto che così non l’ho mai più visto, si incontrarono coloro che avevano promosso e sottoscritto il “Manifesto laico” di “Critica liberale”. Fuori, intanto, si svolgeva un corteo di studenti venuti da tutt’Italia per protestare contro Luigi Berlinguer, il ministro della Pubblica istruzione più clericale che abbia conosciuto la nostra Repubblica. Alla presidenza sedevano anche Paolo Sylos Labini e Rossana Rossanda. Idealmente era presente pure Indro Montanelli. Non fu difficile riuscire far convivere dei liberali, una comunista e un conservatore. Non era mai avvenuto dai tempi del divorzio. Ma ciò significò che allora  resisteva ancora uno straccio di ideali e di valori. Erano tutti personaggi che credevano fermamente nelle loro idee. Anche molto contrastanti tra di loro. Ma più forte d’ogni altro principio rimaneva quello della laicità dello Stato. Oggi proprio il venti settembre, con la scomparsa  di Rossana Rossanda, si allarga un vuoto incolmabile.

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