I CANDIDATI INDECENTI (QUELLI INDICATI DALL’ANTIMAFIA), MA CE NE SONO MOLTI DI PIÙ

[nella foto: Carlo  Iannace, candidato nella lista De Luca , già sospeso il 31 marzo 2016 in base alla legge Severino per via della condanna in primo grado a 6 anni di reclusione e interdizione dai pubblici uffici per 5 anni].

Regionali, gli ‘impresentabili’ per l’Antimafia: “Nove in Campania, 3 in Puglia e uno in Valle d’Aosta”. Liste ‘pulite’ in quattro Regioni

È questo il giudizio dopo lo screening, in base alla Severino e codice di autoregolamentazione, delle liste elettorali nelle 7 regioni al voto: 5 “bocciati” a supporto di De Luca, quattro tra i candidati di Forza Italia e Lega. In Puglia due corrono per Emiliano. Il governatore: “Devono fermarsi subito”. Albani risponde: “Mi ritiro”. Diminuiscono quindi a 13 i volti “bocciati” rispetto ai 17 della scorsa tornata elettorale nelle regioni

A 48 ore dall’apertura delle urne arriva il giudizio della commissione Antimafia sugli “impresentabili” che sono in corsa per un posto da consigliere regionale nelle 7 regioni al voto. Tredici le persone finite nel mirino della commissione presieduta da Nicola Morra dopo lo screening delle liste elettorali: nove “impresentabili” sono in Campania, tre in Puglia e uno in Valle d’Aosta. Stando ai parametri del codice di autoregolamentazione e della legge della Severino, negli altri quattro territori al voto tutti gli aspiranti consiglieri sono “puliti”. Anche in numero assoluto, diminuiscono i volti “bocciati”, la scorsa tornata elettorale infatti erano stati 17 i candidati considerati “impresentabili” dall’Antimafia. Tra i candidati governatori che hanno candidati a loro supporto nominati dalla commissione, la prima reazione è stata quella di Michele Emiliano: “Silvana Albani e Vincenzo Gelardi devono immediatamente sospendere qualsiasi attività di campagna elettorale”, il messaggio del governatore della Puglia. Albani risponde: “Io impresentabile? Sospendo campagna elettorale e mi ritiro“. Critica invece Forza Italia Campania: “Un conto è l’applicazione di un codice di autoregolamentazione interna dei partiti, garantista o giustizialista che sia, altro è brandire a 24 ore dal voto uno strumento legittimo quanto si vuole ma che sta diventando ormai sempre più ‘politico’ e utilizzato per screditare gli avversari”.

Il candidato di De Luca già sospeso – In Campania i candidati considerati “impresentabili” in base alle verifiche disposte attraverso la Direzione Nazionale Antimafia, sono 9: cinque a supporto di Vincenzo De Luca e quattro di Stefano Caldoro. Con il governatore uscente, nella sua lista personale, corre il consigliere uscente Carlo Iannace, già sospeso il 31 marzo 2016 in base alla legge Severino per via della condanna in primo grado a 6 anni di reclusione e interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Iannace, chirurgo ad Avellino, è stato ritenuto colpevole in primo grado di peculato, tentata truffa e falso. Dopo la notizia, ha commentato: “I processi sono lunghi, ci vogliono spalle larghe”

“Un imputato per mafia con De Luca” – Inseriti nella “black-list” dell’Antimafia altri quattro candidati con il governatore uscente. Sabino Basso, che corre con Campania libera-De Luca Presidente, è imputato ad Avellino per riciclaggio. Aureliano Iovine dei Liberaldemocratici Campania popolare moderati è imputato a Napoli di “plurimi reati”, ricostruisce la commissione. Iovine deve rispondere di “associazione per delinquere di stampo mafioso e fraudolento trasferimento di valori aggravato” e di altre cinque imputazioni per “truffa aggravata dall’aver cagionato un danno patrimoniale di rilevante gravità e dall’agevolazione delle associazioni mafiose e tentata truffa aggravata”.

Riciclaggio ed estorsione – Sempre con De Luca, corrono Michele Langella e Francesco Plaitano. Il primo è nella lista Campania in Europa nonostante un processo in corso davanti al Tribunale di Torre Annunziata per riciclaggio. Plaitano, invece, venne già segnalato tra gli “impresentabili” nel 2015 perché condannato per estorsione. Ha impugnato la sentenza e l’appello inizierà il 22 settembre, nel frattempo corre nel Partito Repubblicano Italiano.

Quattro con Caldoro: un leghista e 3 di Fi – A sostegno di Caldoro, invece, gli “impresentabili” sono quattro. Uno nella lista della Lega e tre in Forza Italia. Sotto il logo del partito di Matteo Salvini corre Orsola De Stefano, imputata per concussione davanti al Tribunale di Avellino. Stesso reato di cui devono rispondere gli azzurri Maria Grazia Di Scala e Francesco Silvestro in due distinti processi in corso a Napoli. Più grave l’accusa, a maggior ragione per un’aspirante consigliera, rivolta nei confronti di Monica Paolina: la candidata di Fi è imputata per scambio elettorale politico-mafioso a Nocera Inferiore. “Abbiamo espresso le candidature nel più assoluto rispetto della legge”, scrive Forza Italia in una nota specificando che il partito “difenderà sempre, senza avventurarsi in strumentali e affrettati giudizi che non siano politici, tutti i candidati di tutti gli schieramenti ai quali la nostra Costituzione consente la candidatura”.

Nelle liste di Emiliano due “impresentabili” – La commissione Antimafia ha giudicato negativamente anche la posizione di tre candidati in Puglia. Due corrono con liste a sostegno di Michele Emiliano e uno con Fiamma Tricolore, che fa corsa a sé candidato Piero Antonio Bruni. I due ritenuti “impresentabili” che supportano il governatore uscente sono Silvana Albani e Vincenzo Gelardi. La prima, medico dell’ospedale Di Venere di Bari, è nella lista Puglia Solidale Verde – che raggruppa Psi, Si ed Europa Verde – e deve rispondere davanti al Tribunale di Catanzaro, ricostruisce l’Antimafia, “di falsa perizia, corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, e corruzione in atti giudiziari, aggravati dal fine di agevolare l’attività delle associazioni mafiose”. Albani ha deciso per il passo indietro: “La dottoressa Silvana Albani dichiarandosi ‘assolutamente estranea ai fatti contestatile e manifestando totale fiducia nell’esito favorevole del giudizio’, dichiara ‘di sospendere la propria campagna elettorale e annuncia il proprio ritiro in accordo con la lista Puglia Solidale e Verde’”, si legge in una nota del Psi pugliese. Gelardi, invece, corre sotto il simbolo del “Partito del Sud Meridionalisti Progressisti” mentre è imputato a Napoli per “trasferimento fraudolento di valori aggravati dal fine di agevolare l’attività delle associazioni mafiose”.

Emiliano: “Devono fermarsi” – Chiedendo ad Albani e Gelardi di sospendere “immediatamente” la campagna elettorale, il governatore pugliese sottolinea che “il rispetto del codice di autoregolamentazione è essenziale per essere candidati nella nostra coalizione”. I responsabili delle liste, aggiunge, “mi riferiscono che non avrebbero mai potuto accorgersi di tale violazione, in quanto dai certificati penali per uso elettorale presentati per le candidature non sono indicati i carichi pendenti segnalati dalla Commissione, che ringrazio per il fondamentale lavoro svolto”.

 

C’è anche l’ex “re” valdostano Rollandin – Il terzo pugliese giudicato “impresentabile” è Raffaele Guido di Fiamma Tricolore, imputato a Lecce per “tentata violenza privata, lesioni aggravate e minaccia, aggravati dal fine di agevolare l’attività delle associazioni mafiose”. L’ultimo giudizio negativo dell’Antimafia è quello espresso nei confronti di Augusto Rollandin: l’ex presidente della Valle d’Aosta, ora candidato con “Puor L’Autonomie”, era già stato sospeso il 28 marzo 2019 dalla carica di consigliere regionale e vicepresidente della Giunta regionale valdostana per la condanna per corruzione a 4 anni e 6 mesi di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni.

Fatto quotidiano 17 SETTEMBRE 2020

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