IN EMERGENZA SI POSSONO PORRE DEI LIMITI, MA MAI SUPERARLI

Il ricorso ad una applicazione prodotta dalla Bending Spoons spa, con la quale il Commissario Arcuri, nominato per indicazione televisiva unipersonale (a che titolo e con quali procedure di evidenza pubblica? Comunque senza metterne al corrente il parlamento depositario del rispetto delle libertà costituzionali) ha sottoscritto, come ho letto su “Le Monde” e solo dopo su qualche giornale italiano, un accordo di concessione gratuita dell’utilizzo  “perpetuo”-del software di contact tracing il cui controllo, inevitabilmente, sarà nelle mani del Governo, lascia allarme e comunque molte perplessità di metodo e di merito.

Il Commissario avrebbe detto di confidare in un’adesione massiccia da parte dei cittadini. L’inutilità a fronte di inevitabili oneri e costi anche per la gestione e aggiornamento del software e ogni altro costo connesso, in una con la opacità dell’operazione, derivante dalla non obbligatorietà dell’uso del dispositivo pare in re ipsa. Così come l’inefficacia derivante dalla perdurante e ormai desolante e gravissima assenza di tamponi e test sierografici e reagenti (del cui tempestivo approvvigionamento, così come delle introvabili mascherine, ci si sarebbe dovuto da troppo tempo occupare da parte di chi ha sottoscritto o fatto sottoscrivere l’opaco documento, ferme restando responsabilità concorrenti o derivate in ambiti territoriali regionali e non). Nel momento più difficile per le libertà democratiche, resta che l’emergenza  non può giustificare tutto sino al punto di affidare a un Governo (qualunque Governo!) uno strumento di controllo così invasivo e penetrante.

Resta l’interrogativo, in assenza di carmelitani scalzi all’orizzonte, sulle ragioni per cui  una società commerciale offra in uso gratuito e addirittura  “perpetuo” la licenza relativa ad un programma inevitabilmente costoso e forse  costoso in modo esorbitante. Sui dati che  saranno raccolti e sulla loro lavorazione anche futura ed uso che ne verrà fatto. Sul ruolo in democrazia dei commissari. Sul ruolo di un parlamento assente o silente, casomai anche a fronte di un dpcm che ne proclami l’obbligatorietà. A reti più o meno unificate. Attenzione, come ammoniva Calamandrei, «la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare».

 

Un commento su “IN EMERGENZA SI POSSONO PORRE DEI LIMITI, MA MAI SUPERARLI”

  1. codesta faccenda delle “app” fa letteralmente vomitare
    se tracciare gli spostamenti delle persone è necessario, allora (fatte salve le prerogative del Parlamento) il Governo (1) incarica la SOGEI (Società informatica dello Stato) di svilupparla, (2) incarica la Polizia Postale di installarla su tutti, dico TUTTI, i telefono mobili all’insaputa e senza alcun intervento degli utenti, (3) garantisce in prima persona l’uso esclusivo dei dati ai fini istituzionali. STOP!
    tutto il resto è fumo negli occhi, demagogia della peggior specie

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