la domanda giusta

[Nella foto, Matteo Salvini con Alexander Dugin, ideologo di Putin e fondatore del partito nazional-bolscevico]

di enzo marzo

È l’”uovo di Colombo”, ma nessun politico e/o giornalista da anni sa far reggere in piedi sul tavolo un uovo. La nuova Cristoforo Colombo è Elly Schlein, la giovane “Coraggiosa” che ha preso il massimo delle preferenze in Emilia-Romagna. Semplice, spiega lei: «Bisogna fare la “domanda giusta”». E ha dato l’esempio affrontando Salvini per chiedergli: «Ma perché per 22 volte non ti sei presentato alle riunioni sui negoziati di Dublino?». E Salvini fa scena muta. Bocciato.

In questi ultimi due anni quante domande avrebbero potuto rivolgere al Demagogo dell’estrema destra i nostri assonnati politici o coloro che lo dovrebbero fare per professione e invece sono imboscati nella nebbia del potere, al motto di “non si sa mai”?. Elly Schlein non lo afferma espressamente ma sottintende che, se nessuno fa la “domanda giusta”, vuol dire che c’è una rete soffocante di complicità che stringe politica e informazione, anche quella politica e quella informazione che nel teatrino della comunicazione recitano (male) il ruolo dei due avversari che imprecano l’un contro l’altro, ad uso della massa che deve restare sempre più immersa nell’ignoranza fino alla cima dei capelli. 

Le domande giuste sono anche quelle semplici. E ce ne è per tutti.

Per Di Maio: «Scusa, voleva scassare tutto il mondo, ma perché, appena è diventato Capo, si è precipitato a Napoli, con televisione appresso, a baciare la teca di San Gennaro come un qualunque democristiano o comunista degli anni ’50?». E già che c’è perché non risponde a quest’altra domanda: «Avevate giudicato giustamente la Riforma Renzi sulla Tv pubblica come tra le più liberticide del mondo, allora perché, appena al potere, l’avete fatta vostra, lottizzando a piene mani e varando addirittura il patto Salvini-Berlusconi per uno come Marcello Foa?».

È possibile che nessun giornalista abbia avuto l’ardire leonino di chiedere a Salvini: «Quando ha candidato il suo amico Armando Siri prima a parlamentare e poi addirittura a Sottosegretario al governo, era a conoscenza  che fosse un bancarottiere fraudolento? Sì o no? Si è meravigliato quando ha appreso che era indagato per corruzione in una inchiesta che si snoda tra Palermo, Trapani e Roma?». Lo ammettiamo, ci sarebbe persino da divertirsi con Salvini e le sue bufale. Adesso che l’Eurispes ci fa disperare comunicandoci che il 15,6% degli italiani è convinto che la Shoah non sia mai esistita (aumentando 7 volte di numero negli ultimi 15 anni) non sarebbe male chiedere al Capo: «Lei si ritrova il quella massa di italiani trogloditi?». Quanto sarebbe interessante conoscere anche la risposta a questa domanda: «È vero o no che lei fa tenere corsi nella scuola di formazione per i giovani leghisti da uno come Alexander Dugin, spin doctor di Putin, che gira per l’Europa a propagandare in sedi più o meno fasciste una sorta di autoritarismo euro-asiatico, fondamento teorico del partito nazional-bolscevico da lui fondato, con tanto di bandiera agghiacciante con la svastica e la falce e martello? Glielo ha confessato al fasullo anticomunista compulsivo Berlusconi?». Attendiamo con ansia.

Continuiamo il gioco. Perché non  chiedere ai leader del centrodestra: «Provate un leggero imbarazzo nel vedere il video in cui la neoeletta presidente della regione Calabria, Jole Santelli,  sostiene che l’Isis corrisponde a un progetto contro il terrorismo musulmano?». Oppure: «Avete riso quando in Tv, fuori da Montecitorio, due deputati leghisti sostengono con una certa sicurezza che Corbyn è il ministro degli Esteri israeliano?».

 Ah! dimenticavo Giorgia Meloni. Perché non chiederle seccamente: «Su Giancarlo Pittelli, arrestato per associazione mafiosa, è rimasta dello stesso parere di quando, nel 2017, lo accolse a braccia aperte nel suo partito giudicandolo “Un valore aggiunto per la Calabria e per tutta l’Italia”?». Davvero sfortunata, la Giorgia, perché potrebbe incontrare finalmente un giornalista vero con la “domanda giusta”: «Lei nel 2014, nella campagna elettorale per le Europee, azzardò a dire: “A Latina possiamo contare obiettivamente su quella che è forse una delle migliori classi dirigenti di Fratelli d’Italia”. Si riferiva a Pasquale Maietta, già deputato e tesoriere di Fratelli d’Italia, frequentatore di Regina Coeli e indagato per associazione a delinquere e per maxi evasione fiscale. Se questa è una delle ‘migliori classi dirigenti di Fratelli d’Italia’, mi può fare obiettivamente qualche nome delle ‘peggiori’?».

 Ma perché prendersela soltanto con questi mediocrissimi politici? I giornalisti, come abbiamo detto non sono da meno. Alcuni giorni fa (30 gennaio) Belpietro, su “La Verità”, organo semi –ufficiale della “Lega per Salvini premier”, ci ha regalato in prima pagina un titolo indignato a 9  colonne:

un assaggio di quel che ci attende   

INTESA  PD-M5S: CASE AGLI ABUSIVI

La regione Lazio guidata da Zingaretti riserverà il 10% degli alloggi popolari a chi occupa edifici senza averne diritto. L’ennesimo premio all’illegalità sulla pelle degli italiani in lista da attesa da anni. E un incentivo a delinquere.

Maurizio Belpietro sa bene che i camerati di Casa Pound occupano abusivamente dal 2003 (duemilatre) un intero palazzo nel centro di Roma, con una ventina di appartamenti, dove si fa attività politica e dove abitano illegalmente, con tanto di famiglie, i vertici dell’organizzazione. Lo scorso anno la Corte dei Conti ha calcolato che l’occupazione illegale dello stabile fino ad allora aveva causato un danno alle casse dello Stato di 4 milioni e 600 mila euro, che avrebbero dovuto essere risarciti, per omessa disponibilità del bene e mancata riscossione dei canoni, da nove dirigenti dell’Agenzia del Demanio e del Ministero dell’Istruzione, proprietario dell’immobile. Belpietro potrebbe copiare il suo titolo di mercoledì: L’ennesimo premio all’illegalità sulla pelle degli italiani in lista da attesa da anni. E un incentivo a delinquere.

 Qual è la “domanda giusta”? «Caro direttore “indignato”, nei 5 anni de “la Verità” e nei precedenti anni di “Libero” e de “Il Giornale”, quanti titoli a nove colonne in prima pagina ha dedicato ai suoi camerati di Casa Pound? Il numero, per favore».

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