LA MAFIA NON ESISTE

[nella foto, Giancarlo Pittelli, già deputato e senatore con Forza Italia e Pdl, passato poi al partito di Meloni]

Sono 334 i capi, gregari, affiliati e uomini a disposizione del clan Mancuso che sono stati arrestati in una gigantesca operazione delle forze dell’Ordine in Calabria. Ovviamente tra questi il più importate è un ex parlamentare di Forza Italia poi traslocato in Fratelli d’Italia.  “Un valore aggiunto per la Calabria e tutta l’Italia”. Così Giorgia Meloni nel 2017 aveva annunciato il passaggio di casacca di Giancarlo Pittelli.  Non poteva che essere così, ma non manca la presenza di Alleanza nazionale e del Pd. Invece latitante è un socialista (ma anche questo si adatta perfettamente al copione). Forse va riconosciuto qualche merito alla Ministra dell’Interno, se non altro perché la mattina va al suo posto di lavoro invece di trafficare con Putin.

Negli ultimi giorni c’è stata una conferma drammatica: vaste porzioni dell’Italia sono nelle mani della criminalità organizzata. È l’emergenza principale del paese. Impressionanti le ultime notizie provenienti dalla Valle d’Aosta, dall’Umbria, dall’Emilia-Romagna, da dove è venuta la prova provata che la mafia, e in particolare la ‘ndrangheta, ha raggiunto livelli di penetrazione nel territorio e nelle amministrazioni davvero impensabili.

Non ha avuto alcun’eco una ricerca compiuta da Openpolis sul fenomeno dei commissariamenti delle amministrazioni comunali e in particolare di quella infiltrate dalla mafia. Scrive Openpolis: «Il fenomeno dei comuni e delle amministrazioni locali sciolte anticipatamente è un tema che resta costantemente sottotraccia nel dibattito politico, a dispetto della sua rilevanza. Dal 2010 quasi un comune su 5 è stato sciolto o commissariato almeno una volta.».  «Nel corso del triennio 2017-2019 sono stati sciolti, al 25 novembre, 463 comuni – di cui 58 per infiltrazioni della criminalità organizzata. (…) Le amministrazioni attualmente sciolte in Italia sono 109 (…) e comprendono due aziende sanitarie calabresi: la Asl 5 di Reggio Calabria e la Asp di Catanzaro. Circa il 37% degli scioglimenti attualmente in corso ha come motivo l’infiltrazione della criminalità organizzata. (… ) La Calabria è la regione con più commissariamenti attualmente in corso (26), seguita da Campania (14) e da Sicilia, Puglia e Lombardia (11 amministrazioni commissariate ciascuna). Più in generale, quali sono i motivi che hanno portato ai 109 decreti di scioglimento? In media, nel 37% dei casi, si tratta di commissariamenti per infiltrazioni criminali». Di questi «40 casi ben 18 sono localizzati in Calabria. E gli altri si concentrano nelle altre maggiori regioni del mezzogiorno: 11 in Sicilia, 6 in Puglia, 5 in Campania».

Naturalmente il numero dei commissariamenti dei Comuni per infiltrazioni mafiose è solo un indice della presenza della criminalità organizzata, ma è molto indicativo. Anche  perché non è facile commissariare un Comune per questi motivi: l’infiltrazione deve essere davvero lampante. Bisognerebbe fare un calcolo anche delle incriminazioni e condanne di consiglieri comunali e regionali. Nonché  del volume di affari complessivi della mafia in tutte le sue articolazioni.

Però siamo costretti a smentire sia gli arresti quotidiani sia i commissariamenti prefettizi, semplicemente perché la Mafia non esiste, o meglio è esistita , ma grazie a Matteo Renzi è stata sconfitta definitivamente già da almeno un quinquennio. Tutte le notizie contrarie, successive a quella data, sono destituite di fondamento.  

Da tempo, quando leggiamo informazioni che fotografano la condizione miserabile del nostro disgraziato paese, ci domandiamo il perché di questa deriva che diventa sempre più veloce e inarrestabile. E ci diamo molte risposte, ma sappiamo che nessuna può essere esaustiva. Cause storiche si sommano al carattere degli italiani, al progressivo decadimento della società e chissà a che altro. Ma nella mente prende sempre più rilievo, per la sua vistosità, l’accoppiata demagogia&ignoranza delle classi dirigenti. Ovviamente è soltanto una causa che è anche un effetto. Noi italiani, che abbiamo tollerato per un ventennio un regime totalitario che ha portato il paese alla rovina e per un altro ventennio ci siamo tenuti un fenomeno degradato fino alla comicità com’è stato il delinquenziale berlusconismo, abbiamo molte colpe e non abbiamo diritto, come cittadinanza nel suo complesso, a lamentarci troppo per responsabilità molto diffuse. Come individui possiamo cercare di essere meno “italiani del primo tipo” e criticare, criticare, criticare. Portando le prove.

Sembra che si sia cambiato discorso, e invece no.

Proprio gli avvenimenti di queste ore che dimostrano quanto il paese è suddito delle organizzazioni criminali ci ricordano uno degli esempi più eclatanti della vittoria di quella accoppiata di cui sopra. Siamo nel 2015, in Turchia, ad Antalya, è appena terminato il G20. A rappresentarci al tavolo dei Potenti della Terra noi abbiamo mandato un ragazzotto provinciale che incredibilmente ha il ruolo di Presidente del consiglio. Si chiama Matteo Renzi, il quale si concede una conferenza stampa finale in cui, senza vergognarsi neppure un po’ di fronte al mondo intero, afferma che : «L’Italia è un grande paese, l’Italia è un paese in condizione di risolvere tutte le sfide, anche quelle più drammatiche, l’Italia ha vinto il terrorismo interno, l’Italia HA VINTO LA MAFIA». Il giorno dopo, persino i quotidiani italiani, in grave imbarazzo, nel riportare la frase si concedono dei mutamenti, l’Agenzia Ansa la trasforma un po’, forse per limitare i danni. Immaginiamo il sorriso di pena dipinto sul viso degli altri Governanti di fronte alla mastodontica novella rivelata dall’Italiano. Ebbene, questo venditore di tappeti bucati in una fiera di paese, ancora sopravvive alle sue sconfitte, alla sue “palle” stratosferiche, e addirittura può condizionare la politica del Governo e la sua sussistenza. Molti di noi se lo meritano.

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