TRE NOTIZIOLE

Giornate da segnare sul calendario. Tre notizie.

La prima è la sentenza della Corte costituzionale che smantella la legge regionale della Lombardia del 2015 a guida leghista in materia di localizzazione dei luoghi di culto, perché il provvedimento limitava irragionevolmente la libertà religiosa, che «garantita dall’articolo 19 della Costituzione comprende anche la libertà di culto e, con essa, il diritto di disporre di spazi adeguati per poterla concretamente esercitare». «Le norme censurate finivano così per determinare – sottolinea la Corte – una forte compressione della libertà religiosa senza che a ciò corrispondesse alcun reale interesse di buon governo del territorio». Al grave passo indietro nel campo della libertà religiosa compiuto dall’amministrazione leghista la Corte costituzionale ha risposto con la conferma che il nostro stato non è talebano e clericale. E ovviamente non è mancata immediatamente la replica del capo dei talebani nostrani, Salvini, che ha colto l’occasione per confermare tutto il suo pensiero autoritario e per dare un’ulteriore prova che quando parla non sa neppure di cosa si tratti. Salvini: «Reciprocità [Ma tra quali soggetti? E su che materia?] e rispetto delle nostre leggi e regole [in verità la Consulta non ha chiesto che questo, appunto, il rispetto delle nostre norme violate dai suoi lombardi] per aprire moschee e altri luoghi di culto, chiediamo troppo?» [E infine l’infamia di un attacco diretto alla Corte costituzionale…] «Non si sente certo il bisogno di un’altra Consulta islamica…». Noi avremmo bisogno di meno clericalismo becero. Vogliamo tornare a prima del 1870?

In questi momenti di fortissima fibrillazione, in cui sembra che tutti in modo assolutamente scriteriato tirino la corda per favorire con immediate consultazioni elettorali il talebano di cui sopra, bisognerebbe che giornali svenduti come “Repubblica”, commentatori fatui e senza alcuna visione storica, correnti politiche masochiste e votate al suicidio si fermassero un momento e riflettessero sulle vere ragioni della nascita del Conte bis. Che non doveva essere, o mostrare d’essere, la spartizione di poltrone ma una fortissima risposta a chi aveva chiesto “i pieni poteri”. Insomma, un governo di restaurazione democratica e costituzionale. Sembrano averlo dimenticato tutti o forse usato solo come alibi per altro. Ed è qui proprio la loro colpevole mediocrità: la mancanza del senso dello Stato e della democrazia parlamentare. La pagheranno cara.

Se noi fossimo scriteriati come loro dovremmo essere contenti, ci dovremmo auspicare addirittura la fine di questa legislatura, così avremmo sì la destra razzista e autoritaria al governo ma almeno ci saremmo tolti dai piedi un Di Maio rimasto con la metà della metà dei suoi voti passati, un Di Battista forse imboscato tra i peones leghisti e camerati, un Renzi (ridotto a “Renzi chi?”) e la sua corte sul predellino del Gruppo misto o tra i forzisti, uno Zingaretti tutto dedito a organizzare una fortissima opposizione a base di “Bella ciao”. E infine ci godremmo la diaspora di  tutti quei politici mediocrissimi attardati a litigare sulla prescrizione o sulle merendine, e di tutti gli opinion leaders che “capiscono sempre tutto”, soprattutto il pensiero del loro padrone, e che ora profondono le loro migliori energie intellettuali per occultare l’iceberg lì visibile in tutta la sua mostruosità e forse irreversibilità.

Passiamo alla seconda notizia: in un sol giorno Renzi finalmente ha traslocato ufficialmente nella sua amata Destra. Ne guadagna la geografia politica. “Destra” in Italia significa soltanto cura meticolosa per il proprio portafoglio, scetticismo peloso nei confronti della scienza, protezione per il sistema di corruttela che ha disfatto l’Italia. Così Renzi minaccia la crisi di governo contro il provvedimento per la riduzione del contante. La criminalità organizzata e gli evasori fiscali gliene saranno grati. Così Renzi annuncia la sua battaglia contro la tassa sulla plastica e sulle auto. I suoi maîtres à penser sono ormai Feltri di Bergamo Alta e Sansonetti, l’Houdini del trasformismo. I suoi sono andati a manifestare anche con le Camere penali contro la prescrizione. Al grido di “causa che pende, causa che rende” o di “meglio prescritto che condannato” hanno confermato, anche su questo tema delicatissimo, la loro entrata nel sistema di valori fondante del berlusconismo, che vide proprio nell’ex Cirielli a favore dei vari Previti e dello stesso Berlusconi, prescritto ben 9 volte, la sua bandiera più immonda dell’intero ventennio. Che poi sia servito a tantissimi politici di purissima Casta, statisti mafiosi, amministratori pubblici e privati, corruttori vari e bancarottieri fraudolenti meglio ancora. Prima o poi Renzi doveva passare sotto queste forche caudine. Adesso l’ha fatto. A suo nome l’ex costituzionalista Boschi non si è fatta mancare nulla e ha dichiarato di non poter non dare l’appoggio al suo ex collega ministro ora berlusconiano, Costa. Ah, che nostalgia per quel Nazareno che ha spappolato il Pd! E il Pd zingarettiano le arranca dietro.

E la terza notizia? Ne parleremo, ne parleremo, anche se sui giornali ce ne è poca traccia. Ma è una notizia da poco. Soltanto: la più grande industria privata italiana si è comprata la catena di giornali più importante del paese. Ma che volete che sia… A nessuno importa un fico secco della libertà d’informazione…

 

7 commenti su “TRE NOTIZIOLE”

  1. “Per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa”, per mia crassa ignoranza e incompetenza ancora maggiore, a volte non riesco a comprendere le sentenze della corte costituzionale. Come quando, tempo fa, dichiarò costituzionale e legittimo un parlamento eletto grazie a una legge elettorale incostituzionale. Adesso vengo a sapere che ci sono liberali che esultano perché in Italia sarà consentito a stati come l’Arabia Saudita, il Kuwait e l’odierna Turchia (e perché no al Califfato?) di costruire moschee a gogo. Forse che in nome dei fratelli Rosselli si progetta di dare vita a un nuovo soggetto politico dal nome “Giustizia e Jihad” in grado di dare una lezioncina all’ IMMONDO con la felpa? Ma non vi sembra un troppo rischioso? Non è che l’ODIO vi stia accecando?
    Capisco che avete adottato la tattica di Deng: “non importa che il gatto sia sciita o sunnita, basta che acchiappi il topo con la felpa”…ma…ma…ma…

    1. Red: vedo che con lei l’Arabia saudita ha già vinto. E’ giusto che siano gli stati-clericali a costruire le chiese, i templi, le moschee. Ma sì dobbiamo diventare come loro: clericali assoluti. I liberali all’antica scioccamente da alcuni secoli predicano la libertà religiosa in totale disaccordo con i comunisti all’antica e clericali all’antica…

      1. Ma…ma…ma… un padre del liberalismo come Locke escludeva dalla tolleranza i papisti e questo perché era ben cosciente del momento storico che stava vivendo l’Inghilterra sul finire del XVII secolo e di ciò che era opportuno per il bene della sua patria. In altre parole il filosofo non era un fanatico della tolleranza a prescindere che, a volte, rischia di convertirsi nel proprio contrario. Del resto non è certo l’unico liberale inglese ad aver coniugato circostanze storiche, libertà e interesse nazionale. Che cosa abbia a che vedere la costruzione di centinaia di moschee finanziate da stati totalitari stranieri con la libertà e con gli interessi del popolo italiano è un vero mistero.
        Naturalmente il problema politico è complicato. Nessuno si sogna oggi in Italia di impedire la costruzione di moschee. Ma da questo a esultare per sentenze che ne favoriscono la proliferazione ce ne corre.

        1. Sulle “ centinaia” di moschee ho dei dubbi e la sentenza della Corte sarebbe identica per qualunque luogo di culto , ebraico o buddhista, in ogni parola. Come faccia a favorire la “proliferazione “ delle moschee resta un mistero. E poi, sapete quante chiese cristiane c’erano nell’ impero ottomano?

  2. Ritiro tutto! Per favore, redazione, cancella il miei messaggi precedenti! Di fronte al liberalismo dell’impero ottomano mi dichiaro vinto e più che colpevole. Chissà come ho fatto a non pensarci prima: -“Mamma li turchi!”- ” – “E con questo, Franceschié? Hai paura e per la paura sei diventato un odiatore pure tu? Ma sta tranquillo piccerì. Quelli i turchi sono dei liberaloni di tre cotte, totollerantissimi che sono venuti a impararci a noi poveri ignoranti la libertà civile. Quant’è vero Dio le costruzioni te le getto nella pattumiera, così t’impari a costruire i muri. Domani andiamo al porto a vedere lo sbarco dei pakistani. Vabbuò non sono proprio turchi ma ci assomigliano, anzi, forse sono ancora più liberali. Non te l’ha insegnato la maestra multietnica che il liberalismo è nato a Islamabad?”.

    1. Red: Pensavo che i leghisti ormai fossero allievi solo di Dugin che insegna ai loro giovani il nazionalbolscevismo, con tanto di bandiera con la svastica e la falce e martello, e invece no, sono poliedrici e hanno assimilato anche l’amore per la libertà di culto tipica degli islamici. Non si fanno mancare nulla.

  3. Cara redazione, guardi che i tolleranti ottomani non li ha tirati in ballo Vergogna di Rosso, ma una commentatrice pro-moschee. Secondo il metro da lei utilizzato anche l’antipapista Locke sarebbe accusato di nazionalbolscevismo. Sono sproloqui del genere che hanno fatto la fortuna della lega, altro che Dugin. Salvini ringrazia i suoi pseudo-avversari.

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