“Prigionieri dell’amore”. Le cose che dovete sapere di noi.

Mada Masr, all’indomani dall’irruzione delle forze di sicurezza di al-Sisi.

Versioni inglese e araba originali: https://mada22.appspot.com/madamasr.com/en/2019/11/28/opinion/u/a-few-things-you-might-like-to-know-about-us/

di Lina Attalah (caporedattore e fondatrice)

Ecco il retroscena della pubblicazione del pezzo sul figlio di al-Sisi (https://mada22.appspot.com/madamasr.com/en/2019/11/20/feature/politics/presidents-eldest-son-mahmoud-al-sisi-sidelined-from-powerful-intelligence-position-to-diplomatic-mission-in-russia/) che ha contribuito a metterci nei guai. (Nel caso in cui non stiate seguendo la vicenda di Mada Masr, eccola in sintesi: il nostro collega Shady Zalat è stato arrestato da casa sua nel cuore della notte di sabato 23 novembre; il giorno seguente, domenica mattina, le forze di sicurezza hanno fatto irruzione nei nostri uffici e 18 di noi sono stati detenuti all’interno in assoluta impossibilità di comunicazione con l’esterno, per diverse ore prima che tre di tre noi, me compresa, siamo stati arrestati e detenuti per qualche ora fino al rilascio senza alcuna accusa). Continua la lettura di “Prigionieri dell’amore”. Le cose che dovete sapere di noi.

UNA MARCHETTA AL GIORNO TOGLIE IL LETTORE DI TORNO – LE MARCHETTE DI “REPUBBLICA” E DEL “CORRIERE DELLA SERA”

di  e. ma.

Ormai i giornali vengono scritti dagli uffici pubblicitari e firmati da giornalisti compiacenti. Lo scandalo non è nuovo, ma prima colpiva soprattutto i giornali di moda o quelli specializzati. Ora dilaga sui quotidiani generalisti. La deontologia vuole che se si pubblica un articolo con pubblicità occulta (si fa per dire) si compie una grave violazione contro i lettori che possono presumere che la “notizia” sia un prodotto giornalistico ma al contrario è solo un mascheramento di una pubblicità.  Ovviamente manca sempre la doverosa scritta “Informazione pubblicitaria”. Come in questo caso. Però il quotidiano non fa mancare addirittura nel sommario il prezzo del prodotto,  né una scorrettissima stoccata alla concorrenza. Naturalmente l’articolo è corredato dalla fotografia dei biscotti, prevedendo il caso che qualche lettore non capisse bene.

In questi giorni “la Repubblica” di Verdelli sembra addirittura scatenata in questo imbroglio verso i lettori. Ovviamente l’Ordine dei giornalisti tace, dimostrando ancora una volta la sua assoluta inutilità, anzi la sua complicità. E anche i Comitati di redazione riposano sotto le coltri.

A proposito, complimenti al valoroso giornalista che ha firmato un memorabile articolo. Vincerà sicuramente il Premio Daphne Caruana Galizia.

Ripubblichiamo l’articolo di “Repubblica” di oggi, togliendo il nome della Ditta pubblicizzata  e modificando la dichiarazione di Verdelli, rendendola più aderente alla verità. 

Ma  il “Corriere della sera” non accetta d’essere distaccato e pubblica sul suo  “Economia” la stessa foto che correda una marchetta analoga dal titolo intrigante: “Tutti pazzi per i biscotti alla Nutella, perché sono introvabili sugli scaffali dei supermercati?”, firmata da  Alice Scaglioni. che ha un incipit stendhaliano: “Si potrebbero forse contare sulle dita di una mano quelli che non hanno ancora assaggiato almeno un XXXXXXX”.  Non vorremmo scrivere presto che forse si contano sulle dita di una mano i giornalisti  non marchettari.

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GIORNALI MARCHETTARI 2

ANCORA   E’  LA VOLTA   DE “LA REPUBBLICA”.  FRESCA DI GIORNATA   E’   LA MARCHETTA PUBBLICATA DA  “AFFARI E FINANZA” , SUPPLEMENTO DE “LA REPUBBLICA” [VEDI FOTO]. CONTINUA IMPERTERRITA LA PUBBLICAZIONE DI PUBBLICITÀ MASCHERATA DA NOTIZIA. E L’ORDINE DEI GIORNALISTI NON VEDE, NON SENTE  E SOPRATTUTTO NON PRENDE PROVVEDIMENTI. ALLA PROSSIMA….

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NASCE IL PARTITO DEI CAZZARI

Lo confessiamo, ci avevamo sperato. Calenda, quando in un empito di sincerità ha confessato pubblicamente di aver detto per trent’anni solo “cazzate” (parole sue), ci aveva aperto il cuore. Il suo outing era coraggioso e il suo severo giudizio su sé stesso e sulla sua sfilza di dichiarazioni e di prese di posizioni  lungo decenni rispecchiava perfettamente l’opinione generalizzata che il poveretto non sapesse nulla di liberalismo, di liberismo, di neoliberismo e che in materia parlasse a casaccio. Ci siamo così augurati che riprendesse fiato, cominciasse a contate fino a dieci prima di parlare, per non essere costretto, fra qualche tempo, a un secondo outing  e ammettere d’aver continuato a dire “cazzate”.

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CHE LE SARDINE NON FINISCANO IN PADELLA

di enzo marzo

«È molto difficile salvare una civiltà quando ha raggiunto l’ora di cadere sotto il potere dei demagoghi. I demagoghi sono stati i grandi strangolatori di civiltà…  Ma un uomo non è un demagogo semplicemente perché si mette a gridare davanti a una moltitudine. In certe occasioni, questo può rappresentare un ufficio sacrosanto. La demagogia essenziale del demagogo è dentro la sua mente, e si radica nella sua irresponsabilità di fronte alle idee stesse che usa e che egli non ha creato, ma ha ricevuto dai veri creatori».

  1. Ortega y Gasset

Erano anni che aspettavamo un messaggio di speranza, anche minimo, cui aggrapparsi. Ogni giorno chi è costretto a leggere i giornali e consultare internet subisce una insostenibile razione di conferme della situazione tragica del nostro paese. Ormai siamo nelle mani di demagoghi sfacciati, di mentitori seriali e compulsivi, di dilettanti ignorantissimi che non sanno di che parlano, di irresponsabili che giocano con le parole sull’orlo del baratro, di sfacciati truffatori che smentiscono quello che hanno affermato o deciso il giorno prima, di chi impunemente può affermare di volere i “pieni poteri”. Ma tutto ciò sarebbe poco o nulla, e si potrebbe spazzare se non fosse immerso in un enorme calderone (insieme causa ed effetto) di ignoranza e di demagogia a cui si è ridotto il dibattito pubblico in Italia. C’è davvero di che avvilirsi. Perché, se non muta radicalmente il modo di fare politica e di comunicarla, non c’è alcuna speranza che possa cambiare la Politica. Senza la Politica un paese va in rovina inesorabilmente. Ma si può andare contro corrente?

Certo che si può.

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GIORNALI MARCHETTARI

di enzo marzo

Una delle piaghe che affliggono il giornalismo italiano è nella diffusione di un malcostume ormai diventato irrefrenabile. Non che non ci sia sempre stato, ma ora si esagera. Quando fondammo la “Società Pannunzio per la libertà d’informazione” redigemmo dei dossier sullo stato della comunicazione sia su carta stampata sia su Internet. Con critiche e proposte. Ci eravamo proposti di comporre anche un rapporto sulla pubblicità occulta. Alla fine dovemmo rinunciarci perché era impossibile compilare un testo con qualche completezza, considerata l’ampiezza del fenomeno: giornali femminili ridotti a cataloghi aziendali, infiltrazioni d’ogni tipo in testi redazionali, fine della critica artistica sostituita da paginate pagate dagli assessori alla cultura, addirittura contratti tra l’Ansa e Regioni. E così via. Il malvezzo, che nel mondo giornalistico è chiamato “marchetta”, si insinua dappertutto in totale spregio del lettore acquirente del giornale cui viene occultamente apparecchiato un prodotto propagandistico inquinato. Il lettore non ha difesa, se non di smettere l’acquisto di quella pubblicazione. E così sta avvenendo. I Direttori, prigionieri degli Uffici pubblicità, sono arrendevoli, senza capire che nella competizione della comunicazione tra giornali stampati e Internet, la carta può sopravvivere soltanto se contrappone alla quantità l’autorevolezza e la serietà della sua informazione.

Noi della “Pannunzio” abbiamo elaborato uno “Statuto dei diritti dei lettori” (1), ma sia gli organi sindacali sia le stesse associazioni di difesa dei consumatori sono refrattari. Recentemente, qui sopra, abbiamo riportato l’esempio di una pagina di attualità che aveva al suo interno un messaggio sia fotografico sia di testo che, senza vergogna, faceva pubblicità occulta a un marchio alimentare. Si trattava della “Gazzetta dello sport”. È ovvio che tutto ciò può accadere impunemente soltanto per due ragioni: la prima è che l’Ordine nazionale, che dovrebbe sanzionare duramente sia il Direttore sia il giornalista che firma (o è costretto a firmare) l’articolo-marchetta, è peggio delle tre scimmiette. Forse dovrebbero intervenire altre autorità contro ciò che è un falso, ma non lo fanno. Non resta che denunciare pubblicamente ai lettori i vari casi sperando che ciò costituisca un deterrente. Noi continuiamo con il “Corriere della sera” e “la Repubblica”. Che si stanno mangiando la loro presunta “autorevolezza”.

(1) Chi desidera conoscere (gratuitamente) le proposte della Società Pannunzio le può chiedere a info@criticaliberale.it

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la sospensione dello stato di diritto e la licenza di inquinamento

di riccardo mastrorillo

Ascoltiamo attoniti tesi politiche ed economiche, quantomeno fantasiose, sostenute peraltro anche da sedicenti liberali, riguardo la drammatica vicenda delle acciaierie di Taranto. L’ex ministro Calenda ha spiegato e, quasi con orgoglio, rivendicato, di aver firmato un contratto che prevedeva il diritto di recesso da parte di ArcelorMittal , nel caso fosse venuto meno lo scudo penale.

Sgombriamo subito il campo sull’esistenza di uno scudo penale: l’immunità prevista dal decreto legge 5 gennaio 2015, n. 1 non è applicabile. Continua la lettura di la sospensione dello stato di diritto e la licenza di inquinamento

TOTI, SALVINI… URLANO TUTTI, E LA SALUTE?

di Verdi Liguri

In queste ore sembrerebbe compiersi un ennesimo dramma nelle fallimentari politiche industriali italiane:

a seguito della eliminazione dello “scudo penale” la società Arcelor Mittal si starebbe ritirando dal progetto di risanamento e rilancio della prouzione di acciaio a Taranto,che investe in qualche modo pure Genova e Novi Ligure ove vi sono altri due siti produttivi.

Alla notizia l’estrema destra e il nostro Presidente della regione in perenne campagna elettorale avrebbero trovato nuova linfa alla loro retorica antigovernativa ma le cose stanno realmente come vengono presentate???

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IL RUOLO DELLA FEDE

Rieccolo. E’ rispuntato il cardinal Ruini, scomparso da tempo, evidentemente per riposarsi delle fatiche ventennali per sorreggere il berlusconismo.  E il suo secondo debutto reazionario non è meno cialtronesco del primo.  Ci ha tenuto a far sapere che “Salvini ha notevoli prospettive davanti a sé, però deve maturare”. Traduzione: siamo disposti ad appoggiare la Lega Ladrona, ma deve pagare dei prezzi alla Chiesa. Domanda: Il rosario? “Un modo per affermare il ruolo della fede”. Ruini è vecchio e quindi è comprensibile che non riconosca più la blasfemia e abbia dimenticato addirittura i 10 comandamenti, soprattutto il secondo: “Non nominare il nome di Dio invano”. E quindi che un demagogo razzista, per prendere voti dai bigotti, si sbaciucchi il rosario in comizi politici in piazza o al senato gli appare normale e non blasfemo. Ma poi onestamente riconosce che quello è “il ruolo della fede”. Ovvero la fede serve per acciuffare il potere politico. La gerarchia cattolica lo ha sempre fatto. Altrimenti la fede a che serve? Il Cardinale evidentemente in tutta la sua vita non è riuscito mai a darsi un’altra risposta.

RUINI SDOGANA CIO’ CHE NON E’ SDOGANABILE

di franco pelella

Il cardinale Camillo Ruini, storico esponente della destra cattolica, nel corso di un’intervista ha dato delle risposte palesemente inadeguate a due domande su Matteo Salvini tentando di sdoganare quello che non dovrebbe essere sdoganabile. Ruini è rimasto nel vago dicendo che non condivide l’immagine negativa di Salvini senza specificare perché non condivide questa immagine, che Salvini ha notevoli prospettive davanti a sé senza dire se è contento o meno di queste prospettive, che il dialogo con lui è doveroso senza specificare perché sarebbe doveroso e che per i migranti vale la parole del Vangelo sull’amore del prossimo salvo poi dire che non bisogna sottovalutare i problemi che le migrazioni comportano. Colpisce la furbizia di Ruini, il suo dire e non dire, ma è chiaro che si tratta di una captatio benevolentiae che sorvola sui tanti aspetti negativi di Salvini (il razzismo, l’arroganza, la spregiudicatezza, la furbizia, l’autoritarismo, ecc. ecc.). Ma la risposta che più dà fastidio è quella relativa all’abitudine di Salvini di baciare il rosario in pubblico. Qui Ruini si è superato mettendo in dubbio l’evidente strumentalità dell’operazione e facendo cenno ad una presunta reazione al politicamente corretto che è palesemente inesistente.

Cordiali saluti     Franco Pelella – Pagani (SA)

A LILIANA SEGRE – INVITO AD ADERIRE AD APPELLO PER I ROOM

di pino nicotri

Gentile Signora e Senatrice a vita Liliana Segre, sono il giornalista e autore di alcuni libri Giuseppe “Pino” Nicotri. Desidero esprimerLe la mia solidarietà per le manifestazioni di odio nei Suoi confronti denunciate di recente.

E La invito ad aderire, facendolo anche Suo, all’appello promosso dal docente Ariel Toaff, dall’artista e scrittore Moni Ovadia e da me al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella perché nella Giornata della Memoria sia inserito, intanto almeno in Italia, il genocidio perpetrato dai nazisti durante la seconda guerra mondiale a danno del popolo romanì.

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COERENZA COMUNISTA

«Non sono mai stata comunista», dice l’ineffabile Boldrini che, per tale ragione, non canta Bandiera rossa . Buono a sapersi.  Peccato che non l’abbia detto quando Vendola (leader di Rifondazione comunista) la estrasse dal cilindro facendola nominare in parlamento col porcellum, né quando andò con Leu per farsi nominare col rosatellum (non trovando posto nelle liste renziane del Pd), mentre ora si scinde per andare nel Pd con un occhio rivolto a Italia viva di Renzi il cui referendum votò. Incoerenza? No. Anzi un esempio di scuola di coerenza tenace. In altre parole di opportunismo personale senza princìpi. Certo c’è ancora qualche passo da fare per emulare l’ineguagliato Veltroni.  Già segretario del partito comunista giunto a dire che si era iscritto a quel partito in quanto anticomunista folgorato dai fratelli Kennedy. Quelli della guerra in Vietnam! Questi sono italiani veraci! Viva la Francia viva la Spagna.. basta che qua se magna