LA DISTRUZIONE DELLA DEMOCRAZIA PARLAMENTARE

di riccardo mastrorillo

Il Parlamento ha votato e si è autoridotto: la Camera sarà composta da 400 deputati, anziché 630 e il Senato da 200 senatori invece di 315. Il Partito democratico e la variopinta composizione del Gruppo LEU, che in tutte le precedenti votazioni si erano opposti, hanno votato a favore, sostenendo che si è raggiunto un accordo per compensare la riduzione dei parlamentari, con interventi legislativi che dovrebbero ridimensionare la compressione della rappresentanza.

Sappiamo bene che il movimento cinque stelle ha imposto questa riduzione con lo scopo, nemmeno velato, di distruggere la democrazia parlamentare, del resto lo hanno già detto che l’obiettivo successivo è stabilire il vincolo di mandato.

Quello che ci lascia, ma non troppo, stupiti è il documento di maggioranza, le famose garanzie ottenute dal Pd e da LEU, che dimostrano, senza appello, l’assoluta ignoranza sul significato di democrazia di gran parte della classe dirigente di questo paese.

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LA RAPPRESENTANZA SOFFRE E NON E’ QUESTIONE DI NUMERI

di andrea pertici 

La Camera dei deputati ha concluso la fase parlamentare di approvazione del taglio dei parlamentari, che passerebbero da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori (oltre quelli a vita), con un voto plebiscitario: 553 i favorevoli, 12 i contrari, 2 gli astenuti. Il procedimento non si è però concluso, perché in Senato non erano stati raggiunti i due terzi dei voti favorevoli e quindi nei prossimi tre mesi potrà essere chiesto il referendum. Dopo la presentazione delle richieste, eventualmente, si svolgerà il controllo di legittimità delle stesse da parte dell’Ufficio centrale per il referendum (entro trenta giorni), e, in caso di suo esito positivo, entro sessanta giorni, il Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, indirà le votazioni, che dovranno svolgersi in una domenica compresa tra il cinquantesimo e il settantesimo giorno successivo. In definitiva, la vera conclusione del procedimento si realizzerà tra poco più di tre mesi, se non verrà chiesto il referendum, o tra circa sei mesi, se almeno una richiesta sarà presentata.

Se si dovesse andare a nuove elezioni parlamentari prima, si voterebbe per 630 deputati e 315 senatori. Probabilmente non accadrà e, se il referendum questa volta confermerà il voto parlamentare, alle prossime elezioni voteremo per 345 parlamentari in meno. Questo, come è stato detto, potrebbe rappresentare un’ulteriore assicurazione sulla durata delle Camere, perché i parlamentari in carica, già poco inclini a lasciare il seggio anticipatamente, sanno che le loro possibilità di rielezione si ridurranno ulteriormente.

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NON SCHERZIAMO COL FUOCO: SALVINI, IL VICESINDACO E LA FOTO DI FAMIGLIA CON IL NEONAZISTA

di paolo berizzi [“la Repubblica”  5 ottobre 2019]

Uno scatto immortala il leader leghista (era ancora ministro) e lo svizzero Roger Etter. Pregiudicato e amico del filosofo sovranista russo Dugin

LUGANO – Foto di famiglia dal Canton Ticino: con sorpresa. Se gratti, come i biglietti delle lotterie, esce la combinazione. In questo caso i “numeri” del neosovranismo verde-nero: Lega, estrema destra e il link con la Russia. Metti insieme Matteo Salvini, un vicesindaco leghista e un neonazista svizzero – vicino ad ambienti russi – pregiudicato per tentato omicidio (ha sparato in testa a un imprenditore). Nella fotografia, che risale a qualche mese fa – quando Salvini era ancora ministro dell’Interno -, i tre posano sorridenti, vestiti in modo informale. L’ex capo del Viminale sfoggia una t-shirt con il disegno della croce di San Giorgio (simbolo dell’eroismo dei crociati in Terra Santa e prima bandiera della Lombardia), e, sovrapposte, due asce incrociate, emblema di forza guerresca. Un fregio che ricorda i martelli incrociati degli Hammerskin neonazisti.

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CALENDA, ANCORA UNO SFORZO!!!

Per 30 anni ho scritto e sostenuto le cazzate del liberismo”.    Così  finalmente oggi Carlo Calenda confessa pubblicamente all’Italia tutta.  Si dimentica di aggiungere quanti danni valuta di aver arrecato al paese con le sue trentennali “cazzate”. Già perché il pluriministro allo Sviluppo economico ha un curriculum che garantisce che ha avuto molte opportunità per far pagare all’Italia il suo trasformismo e le sue idee bacate: già responsabile gestione relazioni con i clienti della Ferrari; già in Confindustria è direttore dell’area strategica e affari internazionali ; poi si butta in politica sotto l’ala protettrice di Montezemolo, così diventa coordinatore di “Italia futura”. …già con Monti, poi statista nel governo Letta, addirittura può esprimersi al meglio come Ministro nei governi Renzi e Gentiloni; passa da “Scelta civica” al Partito democratico giusto in tempo per farsi “nominare” parlamentare europeo, per poi, dopo qualche  settimana, andarsene dal Pd per fondare un nuovo partito di centro destra, ovviamente senza dimettersi dal seggio europeo.  Oggi, in un empito di sincerità (o forse per trovarsi un nuovo spazio nel centrosinistra, visto che nel frattempo il Centro è diventato molto affollato), solennemente fa l’iniziale abiura che entrerà nella storia anche per l’eleganza del suo lessico. 

Ci siamo sempre domandati quale fosse il filo che univa tutti questi Calenda variopinti e camaleontici. Adesso lo sappiamo: il fatto che da 30 anni è rimasto coerentemente a dire e a sostenere “cazzate” . Sta già a trenta, deve insistere, con le sue attitudini e col suo opportunismo arriverà presto a “quota cento”.

L’AZIENDA LEGA LADRONA

Salvini (siamo sempre nel dubbio se sia più bugiardo lui o Renzi) ha finalmente spiegato a Zapping su Rai Radio1, il perché delle sue missioni in Russia assieme col fidato Salvoini : “Alla luce del sole. Se qualcuno ha fatto cose poco serie sarà dimostrato. Io vado a Mosca o a Washingotn per difendere le aziende dell’Italia”. Dopo aver finito di ridere ci rendiamo conto che invece ha proprio ragione lui: chiedendo ai russi sostanzialissime mazzette, Savoini ha lavorato per l’“Azienda Lega Ladrona “  che forse si è già spesi tutti i quattrini truffati nel passato allo Stato e adesso ne ha bisogno di nuovi.

la lepre marzolina – mercoledì 23 ottobre 2019

CRETINI VERSUS GRETINI

Ormai la lotta tra  cretini e i gretini è al coltello. I giornali di destra, soprattutto “Libero” (da ogni vergogna), usano quotidianamente il neologismo “gretini” per cercare di frenare la spinta a favore dell’ambiente. Non si sa se per cretineria pura o perché  così possono atteggiarsi ad anticonformisti. Hanno perfino scoperto con un ritardo di un secolo che siamo immersi nella “società dello spettacolo”. In questa forse la differenza la fanno i contenuti e la forma. Per fare un esempio: Greta promuove l’ecologia con discorsi fin troppo seri, Sgarbi promuove sé stesso col turpiloquio. La Destra non può che amare Sgarbi.