NON SCHERZIAMO COL FUOCO: SALVINI, IL VICESINDACO E LA FOTO DI FAMIGLIA CON IL NEONAZISTA

di paolo berizzi [“la Repubblica”  5 ottobre 2019]

Uno scatto immortala il leader leghista (era ancora ministro) e lo svizzero Roger Etter. Pregiudicato e amico del filosofo sovranista russo Dugin

LUGANO – Foto di famiglia dal Canton Ticino: con sorpresa. Se gratti, come i biglietti delle lotterie, esce la combinazione. In questo caso i “numeri” del neosovranismo verde-nero: Lega, estrema destra e il link con la Russia. Metti insieme Matteo Salvini, un vicesindaco leghista e un neonazista svizzero – vicino ad ambienti russi – pregiudicato per tentato omicidio (ha sparato in testa a un imprenditore). Nella fotografia, che risale a qualche mese fa – quando Salvini era ancora ministro dell’Interno -, i tre posano sorridenti, vestiti in modo informale. L’ex capo del Viminale sfoggia una t-shirt con il disegno della croce di San Giorgio (simbolo dell’eroismo dei crociati in Terra Santa e prima bandiera della Lombardia), e, sovrapposte, due asce incrociate, emblema di forza guerresca. Un fregio che ricorda i martelli incrociati degli Hammerskin neonazisti.

A diffondere l’immagine sui social è un salviniano doc: Alessandro Casali, vicesindaco di Luino (Varese). Il politico balzò alle cronache nel 2015 per un exploit poco felice: nel giorno in cui nel canale di Sicilia muoiono 900 migranti (molte donne e bambini), pubblica su Facebook un volantino-fotomontaggio dal titolo “Vacanze in Italia”, con un barcone e la scritta “35 euro al giorno, vitto e alloggio, ricariche telefoniche e sigarette”. Chi chiese le dimissioni di Casali, si dovette rassegnare: è rimasto saldamente sulla poltrona di vicesindaco. Oltre a lui, nella fotografia insieme a Salvini, c’è una terza persona. La cui presenza accanto a due uomini delle istituzioni dovrebbe imbarazzare: ma tant’è.

Di chi si tratta lo indica lo stesso Casali, che ai due hashtag #matteosalvini e #alessandrocasali aggiunge il nome: Roger Etter. Etter è un personaggio molto noto in Ticino: soprattutto noto alle cronache nere e giudiziarie. Ex deputato dell’Udc, partito svizzero della destra conservatrice, la sera del 24 febbraio 2003 invita nella sua villa di Rovio l’imprenditore edile Ernesto Zanini e gli spara in testa. La vittima si salva per miracolo (perde un occhio e subisce una lesione permanente all’udito), Etter viene condannato a 11 anni per tentato omicidio. I giudici, che scartarono l’ipotesi dell’incidente avanzata dall’imputato, accertarono che il politico voleva uccidere l’ex amico per coprire una serie di malversazioni: Etter gestiva un conto segreto di Zanini, in dieci anni si era messo in tasca oltre 3 milioni di franchi. Un gruzzolo decisamente superiore ai miseri 30mila franchi di risarcimento sul quale i due, Etter e Zanini, si accordano tramite avvocati.

Oggi Etter ha 59 anni. Scontata definitivamente la pena, dopo avere frequentato l’Università di Scienze economiche a Lugano si è ributtato in politica fondando l’associazione di estrema destra “Fratria”. Non una sorpresa per uno che da sempre non fa mistero della sua nostalgia per le camicie brune e il Sudafrica boero, affascinato dalla gioventù ariana, dalle armi, dalle croci celtiche e dall’iconografia della Germania hitleriana. Etter, introdotto in ambienti economici e politici russi, a sorpresa rispunta pubblicamente quest’estate a Lugano. L’11 giugno con la sua “Fratria” ospita per una conferenza pubblica Aleksandr Dugin, il filosofo postnazista, amico e consigliere di Putin, che è a fianco di Gianluca Savoini sia all’hotel Metropol di Mosca sia in tappe italiane del pensatore-scrittore (anche nella sede di CasaPound). Mentre Dugin intrattiene la platea dell’hotel Pestalozzi a Lugano, in Italia tiene banco lo scandalo Russiagate. Le manovre moscovite di Savoini con gli uomini di Putin. L’imbarazzo di Salvini. L’inchiesta giudiziaria e le continue rivelazioni che stringono il cerchio politico intorno al Capitano leghista. Adesso spunta la curiosa fotografia ticinese . Dal neonazi Etter a Dugin e Savoini, passando per Salvini e il suo vicesindaco.

Un commento su “NON SCHERZIAMO COL FUOCO: SALVINI, IL VICESINDACO E LA FOTO DI FAMIGLIA CON IL NEONAZISTA”

  1. Che Salvini sia un sottoprodotto della cultura fascistoide e’ un dato incontestabile. Si e’ sempre rifiutato – diversamente dai suoi mentori, Bossi e Berlusconi – di condannare il fascismo preferendo l’equiparazione fascismo/comunismo per aggirare l’ostacolo. E la politica economica che propone – flat tax a gogo’ – oltreche’ essere incostituzionale, e’ fatta per solleticare gli appetiti delle classi sociali che dall’evasione fiscale traggono alimento, e che alimento, e per sfasciare lo stato creando ulteriore debito. Ma cio’ riconosciuto, e dato atto che il parlamento e le forze politiche ivi rappresentate hanno evitato una deriva autoritaria (grazie ad un mojito di troppo) ed un pericoloso vuoto di potere, nessuno si sente responsabile della crescita elettorale di questo personaggio ? Parlo ovviamente della nefasta politica dell’accoglienza degli immigrati che – nella indifferenza generale – ha fatto crescere dal 5 al 35% l’ineffabile Salvini. Meditate gente, meditate…

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