in difesa della democrazia parlamentare

Nel mentre Pd e Cinquestelle si confrontano sui temi e le prospettive di un nuovo governo, vogliamo ricordare, ancora una volta, che nelle nostre istituzioni NON ESISTONO GOVERNI ELETTI DAL POPOLO, perché siamo in una democrazia parlamentare. Lo facciamo riportando l’intervento della Senatrice De Petris, nella seduta dello scorso 20 agosto:

DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Presidente, a proposito di navi, come sapete tutti, è stato disposto il sequestro della Open Arms, dando la possibilità di sbarcare. Il solito Salvini ha dichiarato che, questa volta, era disposto a subire un altro processo. Mi chiedo io quale processo abbia mai subito. Evidentemente, oggi comincia, sempre il capitano coraggioso, a rendersi conto che forse è finita la stagione dell’impunità e delle immunità.

Mi rivolgo al Presidente del Consiglio per dirgli che noi gli abbiamo dato atto, anche con gli interventi svolti poco fa dal presidente Grasso, dal senatore Errani e dagli altri senatori, del fatto che egli abbia voluto, giustamente – e ha fatto bene – parlamentarizzare la crisi, venendo in Aula a rendere le sue comunicazioni, come era giusto che fosse, con la diretta televisiva. Tutti i cittadini italiani si sono potuti così render conto e anche partecipare a questo dibattito.

Lei ha voluto parlamentarizzare la crisi, in nome della democrazia parlamentare. Ripeto qui quanto ho detto la scorsa settimana: questa è una Repubblica parlamentare, dove non si eleggono i Presidenti del Consiglio, come ho sentito dire dal Gruppo Fratelli d’Italia. In Italia non c’è il premierato e non si eleggono direttamente i Presidenti del Consiglio. (Applausi dal Gruppo Misto-LeU).

La democrazia parlamentare ha delle regole precise, innanzitutto di trasparenza, e questo dibattito sta avvenendo in totale trasparenza. Presidente Conte, lei, ha parlato di molti valori costituzionali e, – torno a ripetere – noi lo abbiamo apprezzato, come abbiamo apprezzato alcuni suoi passaggi. Certamente, lei sa quante volte, anche in passato, quando è venuto in quest’Aula, avremmo voluto che lei prendesse, ancor più su di sé il carico di dover difendere fino in fondo la democrazia parlamentare, i valori costituzionali, le regole e la cultura della regole. Questo glielo abbiamo detto molte volte, ma qui è andato in onda il solito repertorio. Caro Salvini, forse lei ha preso quest’Assemblea per uno dei suoi tanti comizi, come uno degli ultimi che ha fatto, in cui ci ha rifilato il solito repertorio, condito, ancora una volta, di offese. Chi è credente, infatti, non si sente da lei esaltato, ma si sente profondamente offeso, ogni volta che lei strumentalizza la religione! (Applausi dal Gruppo Misto-LeU).

Pensava di venire qui col solito comizio. Adesso è arrivato l’annuncio che avete ritirato la mozione di sfiducia e non si capisce che cosa volete fare. Quello che è chiaro è che lei ha coltivato il sogno di diventare padrone dell’Italia, altro che libertà e sovranità del popolo. Ha tentato di fare un’operazione plebiscitaria. E noi abbiamo già visto all’opera cosa per lei voglia dire legalità costituzionale. È tutto meno quello che lei ha fatto in questi mesi, in cui ha condotto il Ministero dell’interno. Il richiamo da Ministro dell’interno alle piazze e l’invito a tenere accesi i cellulari: cosa vuol dire? Questo significa che lei non sa cosa è la nostra Costituzione e la legalità costituzionale.

Mi rivolgo ora anche ai colleghi del MoVimento 5 Stelle: presidente Conte a un certo punto lei ha dichiarato che questa esperienza è finita; oggi serve assumersi responsabilità, ma serve anche mettere in chiaro quale può essere il cambio di passo, di che cosa l’Italia ha bisogno e, per fare questo, c’è la democrazia parlamentare. Sui contenuti, su quello di cui l’Italia ha bisogno e se sia possibile costruire una via d’uscita alla crisi per l’interesse del Paese, noi dobbiamo confrontarci.

Ci sono tante questioni, non c’è soltanto la questione della messa in sicurezza dei conti. Ci siamo dimenticati che siamo in piena emergenza climatica. Dobbiamo affrontare un’emergenza che può essere anche un’opportunità perché significa rilanciare gli investimenti sull’economia circolare, per la messa in sicurezza del territorio, per la cura ambientale e per la transizione energetica.

Avete ascoltato Salvini? Chiedo ai colleghi del MoVimento 5 Stelle come hanno fatto. Ancora una volta ci è venuto a raccontare la favoletta che noi estraiamo petrolio, per rilanciare addirittura le trivelle. Questa sarebbe la visione della modernità? Noi dobbiamo mettere in campo un’altra visione, un’altra modernità perché il Paese ne ha bisogno.

Signor Presidente del Consiglio, lei ha richiamato il secondo comma dell’articolo 3 della nostra Costituzione; la Repubblica rimuove tutti gli ostacoli che impediscono la libera espressione e realizzazione degli uomini e delle donne del Paese. Ciò significa che le disuguaglianze sono qui, davanti a noi e si stanno accentuando; su tutto questo, sulla grande questione sociale bisogna metterci in campo e abbiamo la possibilità di potervi lavorare. Ciò significa che la strada è molto stretta, ma chi decide è all’interno del Parlamento. È qui che ci si confronta, si ragiona e si comprende se è possibile, nell’interesse dei cittadini e delle cittadine del Paese, dare la possibilità non di un accordino, ma di poter riuscire a trovare una strada che rimetta il nostro Paese in cammino e segni davvero una svolta. (Applausi dai Gruppi Misto-LeU e PD).

Un commento su “in difesa della democrazia parlamentare”

  1. Sono del tutto d’accordo con voi e mi batterò con la mia scarsao nulla influenza per difendere la nostra democrazia parlamentare contro quelli che non ne tengono conto o fanno come politici e cittadini parole o atti contro di essa,
    on,prof, emerito Nicola Tranfaglia

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