PENSIERINI DI LEGISLATURA: RIAVVOLGIAMO IL NASTRO

di enzo marzo

Commentatori e politici stanno spargendo a piene mani una grande bufala. I risultati europei hanno rovesciato i rapporti di forza tra la Lega Ladrona e il Movimento 5s, e quindi è giusto che il Presidente del consiglio effettivo sia Salvini, il quale ha in mano le sorti del governo e della legislatura. Niente di più falso. Il Parlamento risponde alla composizione fissata dalle elezioni politiche dell’anno scorso. Ne dovrebbero prendere atto tutti, a cominciare dal Capo della Lega. Anzi, i sondaggi ufficiosi e anche quelli ricavabili dalle Europee e da alcune Amministrative dovrebbero far pensare a un probabile rovesciamento di forze tra lega e M5s e dovrebbero quindi impegnare le teste sempre più vuote dei nostri mediocrissimi politici a come rimediare a un possibile disastro. Senza arrendersi prima del tempo. La bufala prima descritta serve solo a convincere i più al fatto che sia ormai ineluttabile la resa al nazionalismo, alla cialtroneria, alla destra estrema. Noi gridiamo che tutto questo è falso, e addirittura criminale nei confronti della nostra democrazia.

Riavvolgiamo il nastro e torniamo ai  titoli di testa.

Nel parlamento NON esiste una sola maggioranza possibile. Perché nessuno lo ricorda?

Nel dopo elezioni la scellerata politica isolazionista di Renzi ha regalato il paese all’estrema destra, sperando che il più che probabile disastro del governo Salvimaio fosse sufficiente per riempire di nuovo il carniere del Pd. Niente di più errato. I sondaggi sono stati chiarissimi: per i casaleggini è stata una débâcle, ma nessun voto si è trasferito o tornato indietro al Pd. Anzi il renzismo e il “diversamente renzismo” hanno continuato a perdere elettori ed è un truffatore di sé stesso e degli italiani chi ipotizza per il futuro la possibilità di uno  spostamento di appena appena un trenta per cento di voti da destra al centrosinistra in votazioni da qui a qualche settimana o mese. 

L’anno scorso erano trascorsi pochissimi giorni dal voto politico e noi – fatti due conti – affacciammo l’idea che il Pd dovesse muovere lui il primo passo e offrire il suo appoggio esterno a un governo monocolore grillino, ponendo alla lista di maggioranza relativa alcune condizioni virtuose  (tipo lotta alla corruzione e ai privilegi, l’abolizione della riforma Rai e dei provvedimenti più osceni dell’era renziana) che avrebbero peraltro anche ridato una politica a un partito sull’orlo del baratro e avrebbero evitato di regalare il paese all’estrema destra. Se avessero rifiutato, i grillini si sarebbero assunti la piena responsabilità di qualunque altra scelta  e forse si sarebbe anche aperto al loro interno una qualche utile discussione. Ci illudevamo che nella testa del gruppo dirigente piddino ci fosse un grano di sale. Non è avvenuto così, anzi i piddini, invece di mostrare di aver compreso la lezione data loro dagli elettori, hanno fatto propria la rancorosa e incosciente strategia di colui che li aveva portati alla rovina. Hanno pensato che bastasse cambiare segretario e non politica per ri-convincere gli elettori. Il risultato è di fronte agli occhi di tutti. Sia Renzi sia Zingaretti chiedono nuove elezioni politiche: Non sappiamo se sono pagati da Salvini, certamente fanno a gara per intestarsi il trionfo dell’estrema destra e la distruzione del paese.

Negli ultimi giorni soltanto due politici piddini, che certamente non sono stati mai la mia passione, Padoan e Sala, hanno mostrato di avere una qualche traccia di comprendonio. Il primo è stato l’unico a dare un esempio di quella che avrebbe dovuto essere la nuova politica del Pd: non accusare Renzi di arroganza o di un Ego mostruoso o di essere un bugiardo compulsivo, ma semplicemente analizzare i suoi errori politici e la fuoriuscita drastica dallo schieramento di una sinistra plurale. Milioni di elettori sono stati perduti non per il carattere antipatico di Renzi, bensì per le sue politiche pubbliche. Padoan ha semplicemente detto che bisogna opporsi alla proposta salviniana di abolire o innalzare ulteriormente il tetto di contante per pagamenti. E a chi gli ha fatto notare che è stato un provvedimento renziano, l’ex ministro ha lealmente riconosciuto che fu un errore e che egli era contrario.

In effetti fu Renzi a imporre, addirittura col voto di fiducia, la triplicazione del tetto dando un aiuto sostanziale all’evasione fiscale, al “nero” e al riciclaggio del denaro sporco.  E ora Salvini e Fratelli d’Italia, la destra tosta, vogliono superarlo in mascalzonaggine. Quando Zingaretti sostiene che il Pd deve andare nelle periferie, stringere le mani della “gggente” e ridiventare così di sinistra, fa tragicamente ridere. Nella scorsa legislatura a un Pd di centrosinistra sarebbe bastato che avesse fatto una politica di centrosinistra  e non di destra. Semplice. Col tetto renziano, il mancato gettito fiscale assomma a 24 miliardi all’anno ed è stimato che il 34% del transato non sia dichiarato. Non forniamo dati degli altri paese europei soltanto per carità di patria, facciamo solo osservare che siamo quart’ultimi in Europa e che i paesi civili sono impegnati già da tempo a costruire la cashless society dove i pagamenti digitali diventano consuetudine e adieu alle vecchie banconote. Ma per i governanti italiani, passati e presenti, questi paesi hanno torto e la mafia e gli evasori hanno ragione. 

Il Pd si è rifiutato di analizzare questi errori madornali, di capirne le ragioni e resta senza alcuna politica se non quella elaborata da Renzi e mai sconfessata. 

Passiamo a Sala. Tralasciamo la sua idea di un nuovo partito, e prendiamo soltanto la sua constatazione della catastrofe che sarebbero le elezioni anticipate al momento più conveniente per Salvini. Basta un bambino per capirlo, ma questo non sminuisce i meriti di Sala che ha il merito di dirlo e di andare contro la politica ufficiale del suo partito.

Non vogliamo descrivere il pozzo nero in cui è precipitato il paese massaggiato per più di venticinque anni dal berlusconismo e dal renzismo. Oramai il territorio è marcio, la grande impresa, la giustizia, la scuola, l’amministrazione, l’etica pubblica e privata sono sfacciatamente marce. Ci preoccupiamo dell’immigrazione ma non dell’emigrazione dei nostri cervelli migliori.

“Non molliamo” solo perché lo abbiamo promesso a noi stessi e ai nostri maggiori. Ma la speranza non c’è. Però sappiamo che non c’è mai fine al peggio. Il nostro paese questo peggio lo ha già conosciuto e pagato col sangue. Ora è necessario fare di tutto, ma veramente di tutto, pur di non abbandonare il paese nelle mani dell’estrema destra. Oggi o tra qualche mese le elezioni politiche sancirebbero sicuramente una maggioranza di destra che arriverebbe fino a CasaPound, e una inconsistente opposizione. Con quali risultati? Consegnare a Salvini una legislatura di cinque anni, la nomina del Presidente della Repubblica, il perfezionamento del monopolio televisivo, tutti gli organi di controllo, nonché la possibilità di cambiare la nostra Costituzione e il sistema elettorale.

Riavvolgiamo il nastro e ripartiamo dal marzo 2018. Oggi il Pd, se non si vuole assumere la responsabilità sia di un regime autoritario dedito al “culto della illegalità” sia, perché no?, della fuoriuscita dall’Europa, ha l’obbligo di non suicidarsi e di salvare a ogni costo questa legislatura. Non è facile, ma i numeri ci sono, come nel marzo del 2018. E anche le possibilità: i 5s sono destinati a essere divorati dalla Lega, forse se ne sono accorti,  e se vogliono salvare quello che è rimasto loro devono smetterla di essere il tappetino di Salvini e rovesciare la propria politica. Guardarsi attorno e non considerare insostituibile l’alleanza con la Lega Ladrona. I parlamentari di quasi tutti i Gruppi, pur di salvare i loro privilegi o i loro seggi, non possono non essere che molto propensi a non chiudere prima del tempo la legislatura. Mattarella ha dei poteri cospicui che gli provengono dalla Costituzione. Abbiamo personaggi in grado di evitare la catastrofe economica e di recuperare la fiducia dei partners europei. È necessaria una politica di “salute pubblica”. Dopotutto basterebbe tornare un po’ seri, lasciare ai bambini scemi i popcorn, e abbandonare gli opportunismi e le demagogie che ci asfissiano. Insomma, cominciare finalmente a pensare al paese.

 

 

2 commenti su “PENSIERINI DI LEGISLATURA: RIAVVOLGIAMO IL NASTRO”

  1. parole sante, dalla prima all’ultima!!
    ho già letto questo articolo tre volte. credo che lo leggerò non so quante altre volte ancora, forse tante al punto tale da impararlo a memoria.

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