PENSIERINI POST-ELETTORALI: TRA GLI INDIFFERENTI VERSO L’EUROPA E GLI IDIOTI MASOCHISTI (ALLEGATA LA TABELLA A CURA DI RICCARDO MASTRORILLO SUI RISULTATI IN TERMINI ASSOLUTI)

di enzo marzo

Una settimana fa abbiamo fatto notare che in questa occasione la scheda era unica ma il valore del voto era duplice: valeva sia per l’Europa sia come sondaggio ufficiale per la politica italiana.

È proprio il voto “europeo” a darci la più importante vittoria e la più importante sconfitta. Il tanto strombazzato tsunami che avrebbe dovuto travolgere l’Unione europea (che responsabilità hanno avuto i media in questo!) si è rivelato un ruscelletto: l’assalto dei sovranisti è clamorosamente fallito, nonostante gli aiuti ricevuti, finanziari e politici, da Putin e da Trump nel tentativo, per ora non riuscito, di schiacciare l’Europa nella competizione mondiale, e soprattutto nella neocolonizzazione dell’Africa. L’Ue è più forte di prima, non tanto per i numeri acquisiti quanto perché parallelamente al mezzo fiasco dei nazionalisti si è registrata una novità di dimensioni storiche: la maggioranza resta salda nonostante l’arretramento del Ppe e soprattutto dei socialisti (nei maggiori paesi europei come Inghilterra, Francia e Germania). Il che vuol dire che l’Europa ha dimostrato la capacità di saper aprire o rafforzare nuove fucine politiche, e quindi di sapersi rinnovare.

L’onda verde ha travolto la socialdemocrazia. In Europa gli elettori si sono accorti che il mondo è cambiato, che la gestione alla Blair della socialdemocrazia ha concluso il suo corso e in paesi importanti come la Francia e la Germania i socialismi sono addirittura forze residuali. Per non parlare dell’estrema sinistra antidiluviana quasi dovunque in liquidazione. È addirittura impressionante il crollo di Mélanchon, pateticamente alleato al populismo e ai gilets jaunes, che alla fine hanno votato, com’era giusto e prevedibile, per Le Pen. Anche in Italia il populismo di sinistra è morto ancor prima di nascere. I partiti di tradizione marxista (di un rosso più o meno intenso, fino al rosa stinto), dopo aver tentato di gestire in prima persona un neoliberismo addomesticato, hanno concluso il loro ciclo storico. Agonizzano come agonizza il fordismo. Domenica in Europa è caduto per la seconda volta il Muro di Berlino. I verdi e un socialismo liberale o un liberalismo sociale hanno di fronte una vera prateria da occupare. E hanno cominciato a farlo. In Inghilterra i liberali, dopo un secolo, sono tornati a battere il Labour ambiguo e un partito conservatore suicida.

Occorre prendere atto che, la più grossa sconfitta, l’europeismo l’ha vissuta in Italia, e non tanto per l’affermazione di un Salvini, sovranista improvvisato e opportunista, quanto per l’indifferenza degli elettori italiani che non hanno compreso, nonostante il peso dell’Europa sulla nostra politica e sulla nostra economia, l’importanza della posta in gioco e hanno raggiunto il record dell’astensionismo. Peggio per loro. Se ne accorgeranno presto.

In Europa la mancata vittoria dei sovranisti offre un’occasione storica. Forse l’ultima. La forze politiche che comporranno la maggioranza nelle istituzioni dovranno prendere coscienza che non si può continuare così. Dovranno dimostrare di aver capito che per reggere la concorrenza mondiale, non solo economica, occorre costruire ciò che si è promesso da decenni, ovvero un’Europa dei popoli e non dei governi, con tutti i loro egoismi e i loro veti. Il nazionalismo nel passato ha già fatto i suoi disastri. Va tagliato alla radice con il Federalismo, occorre far valere nella competizione mondiale la forza ideale dei valori nati in Europa. A costo di ridurre le dimensioni di quell’indigesto minestrone che contiene di tutto, cui si è ridotta l’Europa. Orban, che sfacciatamente ha rinnegato le clausole obbligatorie per entrare in Europa, va espulso dal Ppe, e l’Ungheria  va cacciata dall’Europa se non ripristina lo stato di diritto. Che sia una lezione per tutti. Compresa l’Italia, dove la democrazia può correre seri rischi. Nello stesso tempo la Gran Bretagna concluda al più presto l’iter della Brexit. E Farage se ne torni nella sua Inghilterra autoridotta a isoletta. Sarà utile per tutti vedere in vetrina e non in analisi dotte ma indimostrate il danno che un paese subisce uscendo dall’Europa.

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Adesso passiamo all’argomento più dolente. Salvini dopotutto ha preso i voti promessi dai sondaggi dell’ultimo anno. Ma una cosa è un sondaggio e un’altra è un voto nelle urne, anche se questo non comporta conseguenze in Parlamento. Salvini da un anno spadroneggia sulla scena politica pur avendo una rappresentanza limitata nelle istituzioni, figuriamoci se, con Fratelli d’Italia, non saprà usare la forza che queste elezioni europee gli hanno dato. Il paesaggio prossimo futuro è assai inquietante proprio per la tenuta della nostra democrazia.

Certo che c’è da essere preoccupati per il risultato “italiano” con la vittoria politica dell’estrema destra, ma questa inquietudine è poca cosa di fronte all’angoscia provocata dalla idiozia masochista di chi ha regalato il potere ai salviniani o di chi non ha saputo opporsi o di chi ha dimostrato l’assoluta incapacità di comprendere i nuovi pericoli e di mutare sé stesso.

Le percentuali elettorali possono aumentare o diminuire, ma è difficile liberarsi dell’idiozia se si è totalmente idioti e masochisti.

Così arriviamo al M5s. Di Maio si sarebbe dovuto già dimettere e con lui l’auto critica l’avrebbe dovuta fare il vero padrone per via ereditaria del Movimento, che è Casaleggio. Di Maio ha colpe enormi, buon ultima la dimostrazione offerta nell’ultimo mese elettorale in cui ha mostrato come ogni sua parola fosse strumentale e opportunisticamente all’apposto di quanto affermato durante tutto un anno. Purtroppo l’opportunismo e la demagogia sono la malattie infantili dei 5stelle. Malattie gravi. Non ce se ne può liberare facilmente prendendo un’aspirina. Il M5s aveva, e ha, in Parlamento una quota doppia di quella della Lega. Solo un masochista idiota poteva inaugurare una politica antiparlamentare e confrontarsi esclusivamente nel chiuso di una stanza con chi come Salvini aveva una politica, degli alleati internazionali, una struttura organizzativa pluridecennale e una  sfrontatezza comunicativa fino all’esaltazione dell’illegalità e alla blasfemia. Di Maio ha svuotato i poteri del Parlamento dove era il più forte, e da assertore retrò del governo vintage, altro che “cambiamento”, ha proseguito anzi aggravato l’uso dei voti di fiducia della prima e della seconda Repubblica. Non ha fatto valere assolutamente la sua forza e si è ridotto in tutto e per tutto in un “tappetino” subordinato al partner più debole, arrivando alle peggiori complicità nelle peggiori malefatte della Lega. Tradendo quello straccio di contenuti che aveva sbandierato negli anni precedenti. Si può obiettare: più che idiozia masochista si è trattato dell’intollerabile “combinato disposto” di ignoranza+ demagogia+incompetenza. Può essere vero. Ma far propria la riforma Renzi sulla Tv pubblica, giudicata alla sua approvazione come una legge liberticida, per poi regalarla alla Lega e al sovranismo, è qualcosa di più che ignoranza, è idiozia pura. Gli esempi simili sono anche troppi. In pochissimi hanno sottolineato il caso della Conferenza intergovernativa di Marrakech per l’adozione del “Patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare”. Dopo le dichiarazioni ufficiali del nostro Presidente del consiglio, del ministro degli Esteri e dello stesso Di Maio a favore di quell’incontro mondiale, Salvini impone il “contrordine camerati!”: l’Italia non partecipa ai lavori, in seguito ci sarà una discussione e un voto parlamentare. Ghiotta occasione per mandare in minoranza la Lega e avere uno straccio di politica appena appena differenziata sull’immigrazione. Invece no. Il M5s non coglie l’occasione e si fa scippare persino il voto in Parlamento per non disturbare il guidatore…

Mi meraviglio ora della meraviglia per la catastrofe. I casaleggini sono stati sempre subalterni alla Lega, si sono presentati alle elezioni europee non avendo un giudizio sull’Europa, o meglio mutandolo ogni stagione come se fosse un abito. Non hanno fatto nulla per far dimenticare di aver trascorso quasi tutta la scorsa legislatura a Strasburgo insieme con Farage. Per non parlare nella farsesca alleanza rimangiata una settimana dopo con l’ala golpista dei “gilets jaunes”. Era ovvio che nella cabina elettorale i filosovranisti avrebbero scelto Lega o Fratelli d’Italia, e gli europeisti non si sarebbero certo fidati di queste banderuole senza politica. Hanno permesso che Salvini coltivasse lo sciovinismo e ostentasse un simil-fascismo senza prendere le distanze se non in campagna elettorale e quindi con parole senza grande valore. Sul piano identitario si sono limitati a predicare una democrazia diretta visibilmente truffaldina e a sbandierare il superamento della destra e della sinistra. Ironia della sorte, paradossalmente sono stati proprio loro a regalare il paese a un’estrema destra orgogliosa di esserlo.

Ora il M5s è nelle mani di Salvini. E sotto ricatto elettorale. Giudicherà Salvini cosa sarà meglio per lui. Tutto sommato gli conviene ridurre ancor di più all’inconsistenza governativa e alla corresponsabilità di scelte economiche durissime un movimento alla sua mercé, aspettando di comprarsi a prezzi di saldo i parlamentari grillini che proprio domenica hanno toccato con mano che milioni di loro elettori hanno già fatto la scelta Lega e nessuno di loro ha votato per il Pd.

Passiamo ora al manicomio-Nazareno. I giornali e persino le tv fanno a botte con la matematica per rilanciare la bufala del successo piddino. La sconfitta più grave del Pd (scrivo ancora “Pd” e non “lista unitaria” perché per quanti sforzi faccia non capisco “unitaria” con chi? Con l’iscritto al Pd Calenda o con Pisapia che dietro di sé non ha alcuna forza politica?) non è da rintracciare soltanto in quei 111 mila voti e passa di elettori che ha perduto rispetto al risultato catastrofico di Renzi appena un anno fa. Che già è una pessima notizia. O nell’esito, invisibile nelle urne, del cosiddetto “voto utile”. La notizia più tragica per il Pd di Zingaretti è nei flussi elettorali, che dimostrano che il Pd “diversamente renziano” non è stato capace di accaparrarsi neppure un voto della slavina grillina. D’altronde è un risultato drammatico ma scontato dopo le recenti votazioni amministrative.

Per correttezza e per coerenza con quanto scritto più sopra, sarebbe stato assurdo di fronte all’inarrestabile decadenza dei partiti variamente socialdemocratici  in tutta Europa, pretendere che fosse proprio lo scalcinato Pd a costituire un’eccezione come la Spagna e il Portogallo. Ma il Pd ci ha messo molto del suo. Ciò che lo ha condannato è la sua linea politica, imposta da Renzi dal giorno dopo le Politiche del 2018 e proseguita da Zingaretti senza mutarne una virgola. Insomma, anche in questo caso si tratta di idiozia masochista, di un’ostinazione irragionevole a farsi del male chiudendosi in uno “splendido isolamento”. Non comprendendo la strutturale debolezza del M5s, che lo rende manipolabile e strumentalizzabile. Il Pd nella scorsa primavera, assumendosi una responsabilità gravissima che rimarrà nella storia del nostro paese, ha obbedito ancora a Renzi e ha chiuso il “forno” verso i grillini gettandoli nelle braccia di Salvini. “Forno” che peraltro avrebbe potuto assumere le forme più diverse e non compromettenti. Successivamente Zingaretti ha reso definitiva quella chiusura senza offrire alcun’altra prospettiva se non quella di avvantaggiarsi dei fallimenti governativi dei grullini. Ora, se fosse un politico serio e non un simil-renziano, Zingaretti dovrebbe ammettere che questa strategia è fallita completamente perché non è riuscita a recuperare un bel niente nonostante il realizzarsi della prima premessa.

Gli altri due suoi capisaldi ora demenzialmente riconfermati (chiusura a un governo di transizione del Presidente e ricorso in tempi brevissimi alle urne) ci dimostrano che anche qui non si tratta solo di incapacità politica sua e di un’intera classe dirigente, ma di vero masochismo imperante. Non capire che andare alle elezioni ora, proprio nel momento più alto del trionfo salviniano, darebbe al Pd la responsabilità totale del consolidamento per chissà quanti anni di un regime. È il secondo errore storico dei piddini in un solo anno. Un Pd recuperato alla ragione da una pronta cura psichiatrica dovrebbe fare mari e monti per far durare il più possibile questa legislatura. Per guadagnare tempo. Persino con un governo tecnico del presidente. Anche offrendo una sponda al M5s, sperando che non si svuoti del tutto e che avendo il Gruppo parlamentare più numeroso, possa recuperare una qualche forza di resistenza nei confronti della Lega. Per questo motivo abbiamo sostenuto una settimana fa che votare per l’isolazionismo di Zingaretti significava votare Salvini. Non ci sbagliavamo.

La democrazia italiana ha bisogno di tempo. La democrazia italiana sta nelle mani di coloro che hanno il dovere di costruire, sulle macerie di una socialdemocrazia all’italiana molto compromessa e di un’estrema sinistra in liquidazione, una sinistra nuova, così come si va delineando in Europa. Ne avremo il tempo?

 

 

 

 

5 commenti su “PENSIERINI POST-ELETTORALI: TRA GLI INDIFFERENTI VERSO L’EUROPA E GLI IDIOTI MASOCHISTI (ALLEGATA LA TABELLA A CURA DI RICCARDO MASTRORILLO SUI RISULTATI IN TERMINI ASSOLUTI)”

  1. Nella mia citta’, nel nord italia, al cui governo si sono succeduti destra e sinistra – forse piu’ sinistra che destra – Salvini ha raggiunto il 45% dei voti. Vediamo quali possono essere i motivi di questo “innamoramento”. La flat tax no, nessuno crede che sia realizzabile in concreto. La sicurezza ? No, pochi i reati consumati, la gente esce senza problemi anche di sera, la criminalita’ e’ bassa e non vi sono infiltrazioni mafiose. Le unioni gay ? Nemmeno, ormai gli omosessuali non si nascondono piu’, per fortuna e la gente frequenta la messa in misura sempre minore. La Tav ? Siamo distanti chilometri dal confine e comunque si e’ maturata un’unica convinzione in proposito e cioe’ che, utile o inutile che sia l’opera, si sono mossi i potentati economici per far piovere sul Piemonte diversi miliardi di euro. La controriforma Fornero? Forse qualche lavoratore fottuto nel 2012 puo’ averlo votato ma mica cosi’ in tanti da portarlo al 45%. Allora ? Dice nulla la politica dell’accoglienza che in questi anni ha dirottato 5 mld di euro l’anno in favore di Ong, Onlus, Cooperative di assistenza, enti religiosi, proprietari di case fatiscenti che hanno cosi’ potuto affittare immobili non commerciabili a prezzi fuori mercato, ecc. ecc., il tutto a scapito ovviamente dei nostri concittadini in stato di bisogno? Non solo, cio’ e’ avvenuto governando una (pseudo) sinistra che ha predicato l’austerity, il contenimento della spesa pubblica in ossequio ad una (giusta) politica di riduzione delle spese correnti in favore degli investimenti produttivi e della ricerca. E quindi, lo si capisce adesso che non si puo’ andare a chiedere sacrifici a disoccupati, sottoccupati, pensionati per poi gettare al vento miliardi per mantenere falsi profughi (che nessuno in Europa vuole)? Volete che Salvini vada a governare con larga maggioranza? Forza ragazzi, diamoci dentro ed apriamo i porti – lo dice il Papa, cioe’ colui che non dovrebbe interferire nelle nostre vicende politiche essendo a capo di un altro stato – e foraggiamo le Ong che sono in mare apposta per soccorrere falsi naufraghi. Del resto la storia insegna, Mussolini lo hanno voluto il massimalismo dei socialisti, la pusillanimita’ e l’inconsistenza dei liberali e della corona, l’opportunismo della Chiesa e dei popolari. Fosse stato per lui sarebbe ancora a fare il giornalista da quattro soldi, ed invece si e’ trovato l’Italia servita su un piatto d’argento. Un po’ come Salvini oggi.

  2. Ma cose da pazzi. Questi italiani! Ma sarà mai possibile? Duecento anni fa nemmeno esistevano: d’accordo? Poi, per colpa di certi gruppuscoli di liberali e di democratici si sono messi in testa di essere un popolo e oggi pretendono addirittura di non sparire dalla faccia della terra. Niente da fare, non stanno a sentire nessuno. Glielo dice l’ONU, glielo dice l’Unione Europea, glielo dicono il papa, i demografi, la scienza e glielo ripetono gli universitari eredi di coloro che giurarono fedeltà al fascismo, i giornali con tutte le televisioni e le ONG assortite a seguito. Neanche le associazioni di volontari a scopo di lucro sono riuscite a far breccia in quelle ottuse cervici: come sordi, non la vogliono capire. Ma si potrà essere più stupidi? Ricordano proprio le formiche di Fantasticheria. E così si spiega il successo elettorale del demagogo ex-secessionista al quale i furbissimi, coltissimi, civilissimi, buonissimi, umanissimi1) “europeisti” hanno regalato il tricolore. Quanto all’ ‘idiozia’ politica, suvvia, non pecchiamo di modestia: accanto a quella indubbia del PD e dei 5stelle, perché non citare anche quella, in verità superlativa, dei seguaci di Greta – un artificiale paparacchio mediatico costruito in vista delle elezioni europee e al quale possono dare retta unicamente studenti aifonizzati in cerca di motivi per saltare le lezioni?
    1)Vedi Grecia

    1. Vox clamans in deserto. Vaglielo a dire alle varie Gruber, Carofiglio, Lerner, Fazio, Scalfari ecc. ecc, che Salvini ha vinto non perche’ ha saputo comunicare meglio o perche’ ha raccolto il cadavere ancora caldo di FI e del suo fondatore, perche’ ha usato i social meglio di altri ma solo perche’ ha interpretato le istanze della gente che vuole il contrasto all’immigrazione clandestina e non una politica di accoglienza. Loro risponderanno a mele con pere, e cioe’ che occorre combattere questa destra nazionalista, fascista e xenofoba unendo le forze della sinistra (?) da Calenda a Bersani, da Pisapia a Casini, da Fratoianni a Bonino (ancora tu, ma non dovevamo vederci piu’?) da Renzi a Zingaretti, da Moretti a Picierno (sic!) per costituire un fronte europeista. E li’ noi, che europeisti ed antifascisti lo siamo sempre stati in quanto intellettualmente figli di Gobetti e dei fratelli Rosselli, di Spinelli e Rossi, penseremo con amarezza a come l’eredita’ della Resistenza sia stata gettata via dalla attuale classe dirigente italiana, nessuno escluso.

  3. E’ incredibile come i precedenti commenti dimostrino quanto la retorica leghista abbia funzionato (accuratamente convogliata da mass-media amici, faccio solo un nome su tutti: Mediaset)… L’immigrazione è un fatto storico oggettivo, irrefrenabile, che ha stuzzicato antichi e mai sopìti razzismi italici ed esteri (per questo “nessuno li vuole”, non certo perché siano tutti criminali o falsi bisognosi: nessuno lascia la propria terra per sport e tra loro abbiamo solo l’imbarazzo della scelta tra chi rifugge guerre, terrorismi vari o semplicemente povertà e scarsità di prospettive economiche). Alla sapiente propaganda anti-immigrati che va avanti da almeno un paio di decenni (ricordo che i mass-media hanno finito di chiamarli “extracomunitari” all’incirca solo dopo il 2012!!!), si è aggiunta la complicità di una politica (tanto di destra quanto di sinistra) che non ha saputo prendere in mano la situazione, non per contrastare ma per governare i flussi migratori chiedendo una reale solidarietà intraeuropea; questa è l’unica ragione reale e condivisibile che rinvengo nelle precedenti opinioni espresse. Ho conoscenti che hanno votato con convinzione Salvini (cito testualmente) “perché ha promesso di tappare le buche delle strade col tanto catrame nero che c’è in giro” (!!). In nome di questo razzismo e dell’illusione di poter fare tutto da noi sbattendo un giorno la porta all’Euro siamo a questo consenso elettorale, che è pure superiore, secondo me, intellettualmente parlando. Va infine preso atto che in Italia l’unica opposizione politica esistente al momento è proprio… la Chiesa cattolica: lo farà per interesse, lo farà per coerenza evangelica, fatto sta che è così e che c’è solo da piangere. Tanto.

    1. Leggo su Critica Liberale che l’unica “opposizione” in Italia e’ costituita dalla Chiesa Cattolica. Augurandomi che non venga riabilitato anche Pio IX mi permetto solo di osservare che in Danimarca, alle elezioni politiche, ha vinto la sinistra con un chiaro programma di tutela del welfare e di contrasto alla immigrazione irregolare. Il che dimostra che si possa essere progressisti o liberali illuminati ed al tempo stesso difendere la legalita’ a 360 gradi. Quando lo capira’ il Pd avremo risolto la questione Salvini e le sue balordaggini, flat tax compresa.

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