LA COMMON LAW ALL’AMATRICIANA

di riccardo mastrorillo

Il 16 e 17 aprile sono state presentate le liste alle Elezioni Europee, la normativa prevede che siano necessarie, per la presentazione, 30.000 firme per ogni Circoscrizione Elettorale “almeno il 10% del predetto numero minimo (corrispondente ad almeno 3.000 elettori) deve risultare iscritto nelle liste elettorali di ognuna delle regioni che fa parte della circoscrizione, pena la nullità della lista”, questo significa, in particolare per la Regione Valle D’Aosta, che bisogna raccogliere un numero di firme pari al 6,46% dei voti validamente espressi nella precedente tornata elettorale.

Sono previste alcune tipologie di esonero così come riportate dalle Istruzioni dell’impeccabile direzione centrale dei servizi elettorali, del Ministero dell’Interno:

 

«per i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare anche in una sola delle Camere nella legislatura in corso al momento della convocazione dei comizi elettorali per le elezioni europee o che, nelle ultime elezioni politiche, hanno presentato candidature con proprio contrassegno e hanno ottenuto almeno un seggio in una delle due Camere.

per i partiti o gruppi politici che, nell’ultima elezione della Camera dei deputati, abbiano presentato liste per l’attribuzione dei seggi in ragione proporzionale con le quali si sia collegato un candidato risultato eletto in un collegio uninominale.

per i partiti o gruppi politici che, nell’ultima elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia, hanno presentato candidature con proprio contrassegno e hanno ottenuto almeno un seggio tra i membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia

alla luce delle decisioni dell’Ufficio elettorale nazionale del 18 aprile 2014, n. 2 e n. 6 e del 21 aprile 2014, n. 9, n. 13 e n. 17, risultano inoltre esenti dall’onere di allegare sottoscrizioni alle proprie liste i partiti o gruppi politici nazionali per i quali risulti dimostrato, attraverso una serie di elementi, il collegamento concordato (o affiliazione) con un partito politico europeo rappresentato nel Parlamento europeo con un proprio gruppo parlamentare».

 

Si apprende che gli uffici elettorali circoscrizionali, presso le Corti d’Appello di Roma, Napoli, Palermo, abbiano ammesso una tipologia molto più ampia di esonero, nel caso di Roma, addirittura alcune liste, sarebbero state incredibilmente ammesse, dopo poche ore dalla loro presentazione e il presidente avrebbe anche, cosa del tutto inusuale soprattutto quando il termine di presentazione non era ancora scaduto, rilasciato la seguente dichiarazione:  “La legge parla chiaro – afferma Picazio – è sufficiente dimostrare il collegamento con un solo parlamentare eletto in Italia o in Europa”. (Agenzia AGI delle ore 20,47 del 16 aprile), al momento ancora non si hanno notizie dagli uffici elettorali di Milano e Venezia.

 

Senza entrare nel dettaglio delle singole liste, è evidente che gli Uffici elettorali Circoscrizionali hanno dato una interpretazione largamente estensiva, della citata sentenza del 2014, sentenza che era stata assunta dall’Ufficio Elettorale Centrale, presso la Corte di Cassazione e che nell’allargare l’interpretazione della legge, fissava, a nostro avviso, paletti ben più rigidi.

 

In un paese normale, già nel 2014 il Parlamento, magari su sollecitazione del governo, avrebbe dovuto procedere ad una correzione della norma, alla luce dell’interpretazione estensiva, ma che stabilisse regole certe. Invece ancora una volta la magistratura è costretta a sostituirsi al legislatore, per colpa della politica assente e irresponsabile. Del resto non dimentichiamoci che la Corte Costituzionale ha invitato il Parlamento a legiferare sul “fine vita” entro settembre prossimo, e non è ancora iniziato un accenno di discussione nemmeno nelle commissioni competenti.

 

Stiamo scivolando pericolosamente in una deriva da ordinamento britannico: appunto la “Common Law”, senza avere una struttura giuridica né una prassi consolidata a garanzia del buon fine di questa procedura.

 

Considerato che sono state ammesse liste, esonerandole dalla raccolta delle firme, per il semplice fatto che un deputato europeo, eletto in un altro paese, ha dichiarato un “collegamento” politico con loro: qualsiasi formazione politica, che potrebbe vantare un’analoga condizione, potrebbe chiedere l’invalidamento delle imminenti elezioni, non essendo stata messa al corrente di questa opportunità. Siamo veramente alla cialtroneria e irresponsabilità assoluta, all’assenza della certezza del diritto, e di fatto in una penosa condizione di anarchia.

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